Biagio Antonacci "Prima appassionato di fuoristrada poi musicista"

Biagio Antonacci "Prima appassionato di fuoristrada poi musicista"
Piero Batini
  • di Piero Batini
Cantante di successo, Biagio Antonacci è anche un appassionato motociclista. "Sono nato prima come appassionato di fuoristrada che come musicista" ci ha svelato | P. Batini
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16 maggio 2013


Buongiorno Biagio. Da Fasola, all’Elba, spesso è Off Road Party. E questa volta, tra il cielo e il mare dell’isola toscana, ecco Biagio Antonacci. Un nome che dice tutto. O quasi. Perché non è automatico associare il cantautore… lombardo (per ora lo localizziamo così, prendendola alla larga) alle moto, e ancor di più al fuoristrada. Vero?
«Per la verità sono nato prima come appassionato di fuoristrada che come musicista. Una storia forte e viscerale, di passione. Sono nato a Milano, ho vissuto a Rozzano, e nel pavese, una terra profondamente legata a quella che allora si chiamava Regolarità. Là c’era già allora una fortissima tradizione di fuoristrada, una vera e propria cultura della regolarità, ed io sono cresciuto sotto quell’influsso irresistibile, seguendone l’attività e partecipandovi, lasciandomi e facendomi coinvolgere, sempre di più. Allora avevo un idolo, Fabio Fasola, che da quelle parti era una specie di eroe. Seguivo le sue gare, e andavo in moto. La mia prima è stata una SWM, mi piacevano da matti le Puch, le KTM… ma non avevo abbastanza soldi per potermele permettere. Però la moto l’avevo dentro, proprio così, sono cresciuto convinto che fosse la più grande passione della mia vita, e forse in quel periodo lo era davvero. Mi ricordo di aver passato non so quanto tempo, una volta, ad analizzare le impronte dei tasselli delle gomme nel fango…».


Poi la Musica…
«Sì, poi è arrivata la Musica, un’altra grande passione, totale. Mi ci sono tuffato, mi sono immerso al 100%, ho potuto far sì che diventasse la mia Storia. Prima ancora che la mia Storia, la Musica è diventata la mia vita, meravigliosa. È stato allora che ho abbandonato la moto. Ho però continuato a tenerla dentro, come un po’ addormentata, lasciando che di tanto si facesse largo tra le emozioni risvegliando la grande passione di un tempo, o lasciandomi coinvolgere ogni volta che la sentivo come un’occasione. Ho avuto altre moto, ne ho sempre avuta almeno una. Oggi ne ho una da cross con cui giro a casa, ho provato con il quad, con la supermoto».


E come hai incrociato di nuovo il Fuoristrada?
«È successo quando sono venuto a vivere una parte del mio tempo all’Isola d’Elba. Sono innamorato di quest’Isola, dei suoi cieli e dei suoi panorami stupendi, dei suoi sentieri e della sua montagna, di quelle vie che percorri in mezzo alla natura per sbucare immancabilmente sugli incredibili scenari del suo mare. All’Elba ho incontrato l’idolo di un tempo, di “quel” tempo, Fabio. Siamo usciti insieme, e ho ritrovato il Fuoristrada che era ancora lì, intatto e forte dentro di me».


Fine della Musica? Torneresti al primo amore, alla grande passione?
«No, certo, ma cerco di lasciarle un piccolo, importante spazio. Oggi che non sono più un ragazzino e che non sogno di diventare un Campione, vivo in altro modo quella stessa passione, con un grande rispetto e con un po’ di timore. Ho paura di farmi male. Non sarebbe il momento più opportuno. Per la prima volta nella mia vita di musicista parto per l’America. Ho due date, due concerti importanti che hanno già fatto il tutto esaurito. No, non sarebbe il momento ideale per farsi male».

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Mi ricordo, parecchi anni fa a una festa organizzata da Biaggi per celebrare l’ennesimo Mondiale. Ti chiamò accanto a sé sul palco, volle festeggiare insieme al fratello Biagio…
«Quella con Max è un’amicizia storica. Sono sempre stato un suo fan, anche ai tempi difficili della rivalità con Rossi, quando il mondo era spaccato in due, metà dalla parte di Max e metà dalla parte di Valentino. Max è ancora, a quarant’anni, un Pilota fortissimo, ed è una persona eccezionale. Ammiro molto la decisione che ha preso, di interrompere la sua carriera da Campione del Mondo della Superbike. È una decisione coraggiosa, che lo rende ai miei occhi ancora più forte sotto l’aspetto del carattere e della personalità».

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