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Milano, 15 Novembre. “Una violenta mareggiata si è abbattuta su Milano”. Questo è il clamoroso errore giornalistico apparso sul bel XIX Secolo e diventato virale. Anche EICMA, la 79a Esposizione del Ciclo, Motociclo e Accessori è virale.
Il “Salone” ha chiuso da poche ore, e sto già sedimentando, elaborando i flash emotivi raccolti. È stata una grandissima EICMA, su questo non ci sono dubbi, pochi indicatori di qualità, chiarissimi, bastano per esserne certi. Altri inconfutabili arriveranno, i numeri, e a quel punto record e successo saranno confermati, certificati. Mi affretto, quindi, a parlarne prima ancora che arrivino quei numeri, in modo da fissare quelle impressioni che hanno fatto la differenza nella mia percezione del Salone di Milano da ieri a oggi.
Oggi EICMA è il primo motorshow del Mondo, il riferimento planetario dell’esposizione delle due ruote. Indecisione? Scelte sbagliate? Paura? Sono difetti che la nuova gestione di ANCMA e di EICMA non ha avuto. I loro contrari, piuttosto, sono stati il vento giusto preso dagli Skipper e dall’Equipaggio, cosicché EICMA è volata via lasciando gli altri saloni nei rifiuti, condannati quano meno a un ruolo di subordinazione o di secondo piano.
Una serpe maliziosa ha iniziato a strisciare insinuando tarli fantastici nel legno di quercia di EICMA: si è voluto far sentir dire che non si farà l’anno prossimo, che andrà in alternanza biennale con il tedesco di turno. Balle! Non sono solo fake news, sono tentativi patetici di puerile terrorismo, valgono come la notizia della mareggiata a Milano. Questa, tuttavia, è una svista che si accoglie con spirito, che fa sorridere, quella, invece, è imperdonabile manifestazione di subdola disonestà. Togliamoci il pensiero. Ce l’ha detto Pietro Meda, il Presidente, durante il saluto finale: “EICMA e FieraMilano hanno firmato un contratto per i prossimi 6 anni!”. Altre obiezioni del tipo? No, vero?
Ma uno tsunami si è abbattuto davvero su Milano. È quello della passione per le Motociclette, per le Biciclette, per le Due Ruote, a motore termico o elettrico. E Milano ha rilanciato quel format storico messo in dubbio dalle difficoltà della pandemia, semplicemente tenendo duro incondizionatamente e facendo, così, scoprire alla gente quanto vale un Salone vero, in presenza, dove si vede e si tocca, si annusa l’aria fina del desiderio lì vicino. Questo sta già oltre il rilancio.
Mai vista tanta gente! Mai visti tanti giovani, tanti ragazzi. Il primo segnale fortissimo fuori dai numeri per me è questo. I ragazzi hanno sciamato spensierati tra gli stand. Come d’accordo senza dirselo si sono dati convegno a Milano Fiera e hanno inondato i padiglioni, frequentato le aree esterne, i Live. Le Moto, sì, ma anche un panino, una birra e poi... Nessuno li tratteneva, eppure si sono fermati, avevano i loro buoni motivi per... intrattenersi al Salone. Come dire: “Moto o no, il nuovo appuntamento è il Salone!” Altro che rave!
Ancora. Ai ragazzi è piaciuto condividere questa rinnovata, ciclica passione. Oggi lo fanno in maniera diversa. Fanno salire sulla Moto dei sogni la fidanzata per prima, gliela spiegano, la mettono a parte del sogno e ne condividono l’emozione. I giovani sono diventati cavalieri gentili, e la Moto torna a far parte della relazione sentimentale.
E per finire. L’errore di chi non c’era. Non c’erano BMW, Harley, KTM. Non ho visto scene di disperazione. Anzi. Semmai qualcuno chiedeva distrattamente conferma, nel frattempo accarezzando e apprezzando l’avanzata dei cinesi di qualità, altro sigillo cruciale del successo di EICMA New Generation, che paradossalmente colpisce anche quella “élite”: “Ah, davvero? Non sono venuti?” Come citava il muro del cimitero di Napoli quando Maradona vinse il Campionato, “Non sapete cosa vi siete persi!”. Torneranno. Eccome se torneranno!
Oggi come ieri non basta vedere, bisogna toccare per credere.
© Immagini EICMA