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Io Resto a Casa! “ashtag”, come si dice, imperativo, regola inderogabile, strategia vincente per sconfiggere il coronavirus (al bastardo la maiuscola rifiuto di dargliela). Io resto a casa. Certo! Non mi muovo. E che faccio? E che facciamo? Che cosa possiamo fare?
Lavorare, innanzitutto. Chi può lo deve fare meglio. Noi dell’era Internet “vera”, portali, siti, giornali e attività digitali, online infinito, dobbiamo fare meglio e di più. Internet in questo momento è un ponte fondamentale che entra direttamente nelle case, internet è un’autostrada di informazione, notizie, opinione, entertainment, condivisione, compartecipazione, unione, un’autostrada a otto corsie che dobbiamo occupare tutte a manetta, con grande serietà e enorme attenzione alla qualità del contenuto. È un momentaccio, ma da questo punto di vista è la nostra grande occasione!
Insegnare. Chi era già o a tratti a metà strada, insegnanti per esempio, è il momento della grande sperimentazione (sapendo che la verifica sarà top) e del passaggio dall’altra parte troppe volte propagandato (solo a parole) da “padroni” troppo illuminati per essere veri (e infatti niente da fare!).
Andare a scuola. Ci si comincia a andare… digitalmente. I ragazzi sono chiamati alle lezioni digitali. Zoom, Hangouts, Webex eccetera. Maestri impacciati, allievi fulmini, bravissimi. Ancora poche, frammentarie lezioni e con frequenza ridotta. Ma funziona alla grande ed è un esperimento (forzato, d’accordo) esemplare. Si stanno risparmiando tempo, trasporti, zaini da 20 chili e c’è una certa eccitazione, un rinnovo dell’interesse tra i ragazzi, si direbbe. Scuola e musica, per esempio. Nella stanza di là ce n’è uno collegato via Skype con il proprio insegnante di violino. Mai sentito suonare così tanto!
Corsi. La Video-Pratica di Yoga via Youtube o “Non-So-Che-Web”. Funziona, grande pace e concentrazione intima.
E così via.
Insomma tempo libero niente?
Sì, anche tempo libero. È la prima cosa che ci è venuta in mente, dite la verità. Cosa fare nelle ore di nulla-da-fare. Di ozio, di noia. Magari! Comunque la riposta è quasi automatica. Mettere in ordine, catalogare, archiviare… leggere, ascoltare musica, guardarsi un film. Leggere. Questa mi interessa, per prima.
Leggere quando, intanto? Abbiamo tutto questo tempo? Non tutto questo, certamente non è tantissimo nella maggior parte dei casi, ma per esempio quello che stiamo risparmiando di trasporto per e dal lavoro, sì, è un tempo ritrovato.
Ecco la domanda che mi aspettavo. Leggere cosa? Quello che vi piace di più. Le librerie sono chiuse. Bene, niente passeggiata tra gli scafali con quella calma introvabile a scegliere titoli, autori, copertine. L’E-Book, il lettore digitale, “carta digitale”. Magari ce l’abbiamo impolverato da qualche parte. Magari zeppo di una biblioteca incredibile, tutta in 150 grammi di elettronica. Fantastico! Come dite? Ci sarà un motivo perché l’e-Reader è impolverato? Capito, non avete trovato il feeling e preferite il contatto, il peso, il profumo della carta.
E poi vi piacerebbe leggere di Moto.
Quindi siamo da capo. Che leggere?
Ecco, ve lo dico io. Intanto ci sono le recensioni di moto.it. Varie e importanti. E-commerce e via. Poi. Io resto a casa ed è il momento della Biblioteca Ritrovata. È affar serio, probabilmente, andare a ritrovare il best read “Lo Zen e l’Arte della Manutenzione della Motocicletta”, ma quanti libri sono sempre stati lì, sotto il naso, snobbati o rimandati? Ecco il momento. I titoli li sapete voi. I Diari della Motocicletta, per esempio. Quello è lì, giusto accanto ai libri sui Costa, padre e figlio, i libri sulla Dakar. Tutti letti e riletti. Ma rileggere in un contesto diverso è… diverso.
Ma ci sono un sacco di libri che non abbiamo mai letto, o mai con una certa attenzione. Per esempio I Viaggi In Moto edizione Moto.it-Touring Club, perché ci eravamo ripromessi di farlo nell’imminenza della vacanza in Moto. È ora, è l’ora del viaggiare immaginando, immagazzinando, elaborando informazioni e itinerari.
Un altro esempio. Quei grandi libri fotografici tecnici, con centinaia di Moto e schede tecniche, le storie delle Aziende, gli Almanacchi delle Stagioni agonistiche. Visti al volo, rimessi al volo sullo scafale. Ora di riprenderli in mano. Ora che gran parte delle Moto cominciano ad essere un po’ datate, è anche un piacevole gusto vagamente enciclopedico-vintage.
Non è finita. Voglio provocare una sommossa. I Manuali Officina. L’altra sera ho usato come strumento di lettura l’Haynes della mia XT500. L’avevo aperto solo una volta per regolare il gioco di catena di distribuzione e punterie. Rileggerlo sistematicamente con la pazienza del… lettore è un’esperienza.
Che ho voluto spingere all’estremo, con una certa soddisfazione. Ho un baule nel quale ho collezionato tutti o quasi, beh, molti, dei Manuali di Uso e Manutenzione delle mie Moto. Alcuni li ho recuperati addirittura a parte, o fatti fotocopiare non si sa mai che riesca a comprarmi un giorno una 90s. Bene, in quelli più “antichi” c’è una scoperta di stile, di utilizzo delle immagini, di spiegazioni for dummies commovente.
È un rimpasto di nozioni e di emozioni (dite che non vi siete mai emozionati ad aprire per la prima volta il manuale d’uso della vostra? Bugiardi!).
Il tempo di passare al volo un fumetto (a proposito, ritrovati tutti i Joe Bar o i Michel Vaillant profumati di muffa di cantina?) per un’esperienza di lettura “underground” magnifica!
Ore e ore di lettura davanti a me. Fatemi sapere, per favore, cosa mi sono perso che ho di sicuro nella mia e che avete nella vostra Libreria Dimenticata, quello che avete scoperto voi!