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Rivanazzano Terme, Pavia, 2 Settembre. ISDE 2021 Italia. Ve l’avevo detto: questi vogliono ri-materializzare la POLVERE e farne, prima o poi, un monumento alla Sei Giorni. Detto fatto. Cancellata la 5a Speciale, la ripetizione della Monleale. La causa? Polvere. O meglio, le conseguenze, possibili, rischiose, della polvere. Meglio affidarsi ad una formula collaudata: quella della polvere stellare della Stellara, prova fettucciata da manuale che, ormai due volte al giorno, è un quotidiano, autentico viaggio tra le… nuvole. Però la Prova è meno potenzialmente pericolosa anche in caso di “scarsa visibilità”. Poco male, non è questo che modifica la sensazione di una grande Sei Giorni, grande e italiana come non mai.
Archiviato rapidamente il puntum dolens, parliamo di azione. Nuovo anello, ma nessuna indulgenza, a parte la quinta cancellata. Mulattiere cattive e linee “dantesche”, tanto lavoro di polsi e solito quarto di giornata in sella quasi non-stop. Forse un pelo meno tirato il controllo orario discriminante. Quarto giorno, uno meno e due alla fine. Ne manca uno più la fibrillante conclusione sul campo di Cross di Cassano Spinola. Siamo in discesa verso l’epilogo, quasi ci dispiace perché questa Sei Giorni ci ha preso. Oggi, finalmente, Andrea Verona ha fatto fuori Josep Garcia, tre vittorie contro le due dello spagnolo, un margine minimo ma un segnale forte. L’Asso KTM ha sbagliato, meno di quanto avesse fatto l’italiano al tramonto del primo giorno, e il fuoriclasse GASGAS ha recuperato qualcosa del ritardo. Sembra quasi che Garcia abbia voluto rinunciare a ciò che gli era venuto gratis per restituire tutto il valore di contenuti al duello principe di questa edizione dell’”ISDE”. Chiaro che non è così, ma fa bene immaginarlo. E poi bisogna ricordare, e non nascondere, che entrambi i protagonisti assoluti della Sei Giorni “lombardo-piemontese” corrono di fatto sotto la stessa grande tenda, e soprattutto nel rispetto delle regole auree della disciplina dei padri, patrimonio di cui l’”extended” Team di Farioli è oggi depositario.
Poi l’Italia, nell’accezione del rullo compressore guidato da Cristian Rossi, che sta spianando una concorrenza ormai… ex agguerrita. Per carità, tutti fanno il loro dovere e restituiscono in termini di spettacolo l’intero bagaglio di competenza enduristica in loro possesso, ma contro queste Italie c’è ben poco da fare. Per usare un linguaggio tecnico, i ragazzi del Trofeo hanno rifilato altre due “pappine” abbondanti agli spagnoli, portando il bottino a oltre 5 minuti di vantaggio. Possiamo, a punto, togliere un dente al pignone e abbassare la velocità, ma sappiamo che non succederà e che adesso è l’avvento delle questioni d’orgoglio. Verona è un trascinatore, Cavallo un… mulo da corsa, Guarneri un Killer e Oldrati un body-guard. Insieme fanno un ariete micidiale.
Per i giovanotti impegnati a contendersi il Trofeo Mondiale Junior la storia in testa è pantografata. Italy Overall, Macoritto, Morettini e Pavoni continuano a infierire sui poveri francesi, oggi Macoritto meglio di Pavoni, di poco, e intanto il vantaggio della Squadra Azzurra sale a oltre sei minuti.
Se deve succedere qualcosa, è nelle retrovie che accade. Insomma, dietro agli italiani. Per esempio oggi è stata una giornataccia per gli americanini del “Vaso”, fuori gioco per la caduta, con conseguente infortunio, di Austin Walton sulla Selva Piana.
Restano forti i due indicatori dell’evidente limite dell’individualità di fronte all’importanza di avere una Squadra omogeneamente forte. Josep Garcia si sta dimostrando una volta di più di essere un “mostro”, ma senza un’adeguata “copertura” la sua Squadra è un’arma spuntata. Ancora più evidente il caso degli svedesi. Mikael Persson, forse per essersi fatto le ossa in Italia, è tra i più forti di questa Sei Giorni. Ancora una volta terzo assoluto, ma la Svezia è appena quarta, dietro anche agli Stati Uniti d’America, a ormai quasi dieci minuti. Il fatto, insomma, è che fare propria la Sei Giorni vuol dire avere nel gotha dei primi dieci metà dei Piloti. E, appunto, nella top ten assoluta cinque sono italiani, i quali dominano anche E1 ed E3. L’evidenza del concetto di forza di Squadra diventa “scandalosa” nel caso delle americane: le ragazze USA hanno quasi 12 minuti di vantaggio sulle inglesi, e altri due sulle spagnole!
Domani, Venerdì è una specie di ultimo giorno. Il quinto di sei. Parlano di accorciare la perfida Monleale, il che vuol dire un po’ meno polvere e tortura ma stessa necessita di temperamento a 100 ottani. Chi porta la Moto in Parco Chiuso domani sera si merita una doppia birretta, giusto per non pensare ancora allo champagne. Dopo resterà la Prova sul circuito Valle Scrivia, ma chi tiene alla medaglia del finisher dovrà affrontare solo una eventuale lotteria meccanica. Questo non vuol dire che la pressione della tensione non stia logorando le pareti delle arterie. È il più “classico” effetto Sei Giorni Internazionale di Enduro!
Moto.It Superstars Team. I calli alle mani, la faccia segnata dal sole e limata da polvere e terra, lo sguardo lavato dal sudore, lontano e sognatore. Ciò che è iniziato per puro divertimento sta diventando un’esperienza dai volumi emotivi sempre più consistenti. Tre appassionati corrono verso una laurea con il piglio dei professionisti e si vanno trasformando. Crisalidi che diventano farfalle e volano più in alto delle intemperie della polvere, più alti delle difficoltà sputate dalle mitragliette dell’Olimpiade dell’Enduro. Aimone da Pozzo, Marco Aurelio Fontana e Giovanni Sommaruga. Rappresentano un pool di passioni e di appassionati. Non solo noi e la nostra. I ruoli si sono andati definendo chiaramente.
Il “Somma” è la lepre della Squadra, anche oggi il più veloce. Ha stabilizzato la sua andatura amministrando parte del potenziale. “Aimo” è l’uomo dell’esperienza. Anche se lontano, il record della sua partecipazione di inizio secolo è un punto di partenza e di appiglio per galleggiare nella complessa richiesta psico-fisica di una Sei Giorni. “Aure” è il Pro che ricomincia dalla gavetta. L’Olimpionico di bici è una forza della natura e, oltre la refrattarietà alla fatica, è il sostegno morale del Team. Avanti, ce l’abbiamo (maiestatis) quasi fatta!
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