Italiano Enduro 2020. A Sir Bradley Freeman l’attesa “prima” di Carpineti

Italiano Enduro 2020. A Sir Bradley Freeman l’attesa “prima” di Carpineti
Non da Passirano, dove tutto si era fermato il 1* di Marzo, ma da Carpineti. L’Italiano di Enduro (ri) parte con una Prova eccellente di vocazione e orgoglio Mondiale. Freeman (Beta), Holcombe (Beta), Larrieu (TM) sul primo podio
5 luglio 2020

Carpineti, Reggio Emilia, 4 Luglio 2020. Quattro mesi dopo, quattro interminabili mesi di paura, incertezza, dramma, e finalmente è Enduro Italiano. Il Campionato lancia e archivia la prima giornata della già troppo sofferta stagione 2020. A inizio Marzo doveva essere Passirano a inaugurare il Campionato Italiano, a inizio Luglio è Carpineti a mandarlo in scena con il primo dei due atti di un programma finalmente fissato e rispettato.

C’è orgoglio e ispirazione Mondiale, e la tensione ovvia della prima Gara dell’anno. Dove eravamo stati tutto questo tempo? A casa, ad aspettare, e senza sapere per quanto tempo, che l’Italia si rimettesse in diritto di libertà d’azione. In azione Toni Mori, il forte promoter, il premiato Moto Club Crostolo, il Paese del reggiano che riscatta la discrezione della storia, oggi, rilanciando un’area geografica bellissima e accogliente, gli Appassionati chiamati a un ruolo di responsabilità al taglio del nastro. Non si corre in regime di emergenza, infatti, ma sotto la difficile equazione di rispettarne il protocollo. Sono tutti attenti. Se giri senza mascherina ti richiamano, se ti avvicini o rischi di essere in troppi c’è sempre uno del gruppo che redistribuisce l’ordine. È una equazione difficile, ma il popolo degli appassionati viene da una disciplina, in senso sportivo, difficile, e sa come gestire una disciplina, questa volta sociale, necessaria.

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Orgoglio Mondiale. Lo si ascolta in Paese, al Castello, intorno nella stupenda campagna reggiana in una nuova esplosione di verde dopo la mietitura, lo si vede in campo lungo le tre speciali che sono la costellazione di ciascuno dei tre giri Da 50 KM della Gara. Bella gara. Sotto il sole dopo una notte di pioggia battente. Ben oltre duecento partecipanti. Tecnica, avvincente. Domenica sera dovrà essere bellissima, e tutti se ne devono andare con il gusto della festa in bocca, perché qui si dovrà tornare per un appuntamento Mondiale.

E vocazione. L’Italia è uno dei poli dell’Enduro Mondiale, forse il più importante e attrattivo. Così l’Italiano di Carpineti è già Mondiale per partecipazione ed espressione dei risultati, in quell’attesa prolungata e sfinente della prima del Torneo iridato, di cui si parlerà ancora molto più avanti, in Francia.

Ecco che il Mondiale si riversa nell’Italiano. Non è un’eccezione né una novità, piuttosto il riconoscimento di uno stato di fatto.

Si potrebbe dire che l’Italiano ricomincia da dove si era fermato i Mondiale. Vince Sir Bradley Freeman, che dopo una giornata di duello molto interessante mette in fila “Fratello” Steve Holcombe e “guastafeste” Loic Larrieu. Qualcuno prova già a vedere il finale del Mondiale in questo segno. Prendi i tre Piloti, assegna ciascuno di loro a una classe e chiusi il Mondiale ancora prima che cominci. Passione, è l’espressione di una passione che non si stanca di guardare avanti.

Il duello “interessante”. Brad Freeman assomiglia sempre di più al “cannibale”, nomignolo non più individuale ma che oggi sta ad indicare nello sportivo una fame di risultati insaziabile, l’inseguimento di una preda anche dove questa non c’è, la risoluzione a non lasciare feriti sul campo. l’inglese, allevato e “addestrato” da Jarno Boiano e ora passato al Team Factory, porta la sua Beta davanti alla Beta dell’Avversario e Maestro storico, Steve Holcombe. Steve sta bene, ha superato l’impasse che lo ha tenuto a freno per quasi una stagione intera, e che comunque l’ha pesantemente condizionata, ed è tornato esprimendo alcune delle parti che lo dividono dalla “serie”, l’affidabilità, la classe. Ha tenuto un profilo più basso, di studio. Ora che entrambi i Piloti migliori del Mondo sono riuniti sotto la tenda ufficiale di Fabrizio Dini, l’Italiano e il Mondiale acquisiscono un hilight in più. Non è automatico, questo lo dicono i precedenti, che i due trovino la chiave della convivenza sotto lo zerbino, e toccherà al Manager gestire un capitale così importante, ma il carattere della sua sfida non è né nuovo né sconveniente. Anzi, è l’occasione per un salto di qualità dell’intero ambiente.

Loic Larrieu terzo. Il “Guastafeste” di quella che doveva essere la festa mondiale di Alex Salvini lo scorso anno. Un bell’inizio, migliore di quello al quale il francese ci ha abituati. Alex è caduto, e deve ancora trovare il punto di attacco, ma non c’è dubbio che una Gara di studio è tatticamente necessaria.

Il primo incontro con l’Italiano è per la qualità del contesto, quindi scendo appena nell’Assoluta che lo caratterizza. Poi si andrà a fondo nei i dettagli ispiratori. Classi, categorie, Coppe, Trofei. L’Italiano ne è ricco. Ma oggi mi interessa mettere a fuoco l’eccellenza evidente, il segnale super positivo di apertura.

Fermo il primo buongiorno con l’Enduro con una domanda e una constatazione. La domanda: Oldrati, dove sei stato tutti questi anni? Partiamo dalla seconda. La constatazione. Bravo ‘sto Antoine Magain, giovane talento che si permette di battere il nostro Matteo Cavallo in un incoraggiante segnale di eccellenza Sherco-Azzalin. Quinto e sesto nella prima giornata di punti italiani.

Ma Oldrati in particolare. Il Campione del Mondo Junior del 2008 ha messo in soffitta il talento per troppi anni. Poi lo ha tolto dal baule e lo ha lucidato con il lavoro, il sacrificio dell’Endurista. L’anno scorso le prime indicazioni, oggi la conferma: il bergamasco diventa d’autorevolezza il Master del Team Honda, la lancia di un’emblematica riscossa dell’Enduro. E personale!

 

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