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E’ difficile immaginare una moto meno adatta della BMW K1600GT alla trasformazione in special. Un po’ perché l’abbondanza di sovrastrutture lascia facilmente immaginare quale disordine di cavi, raccordi e quant’altro ci si possa trovare sotto, ma soprattutto perché, appunto, le carenature nascondono una miriade di cablaggi, centraline ed attuatori per gli innumerevoli gadget offerti dalla supertourer bavarese.
Una trasformazione del genere richiede ingegno, pazienza e probabilmente l’appoggio di qualche tecnico BMW di grande preparazione – non è un caso se Fred Bertrand, che usa il nome d’arte Krugger appunto, si è appoggiato alla filiale francese della Casa di Monaco. L’obiettivo del preparatore belga, già vincitore di un titolo mondiale AMD era infatti quello di ottenere il suo risultato senza perdere nessuna delle funzionalità elettroniche presenti sulla moto di partenza. Un po’ perché sacrificare gadget come quelli sarebbe stato un peccato, un po’ perché probabilmente eliminare qualsivoglia elemento dal network CAN-bus che gestisce l’impianto elettrico ed elettronico della K1600GT è operazione più rischiosa e complicata che non spremersi le meningi e riorganizzare appunto la Controller Area Network.
Bertrand ha evitato di toccare elettronica e motore, mantenendo tutte le componenti tecniche fino all’ultimo dei sensori, ma del resto non è rimasto molto. Il propulsore sei cilindri in linea viene ospitato da un nuovo telaio in tubi, lungo e basso come solo il motore K può consentire. Forcellone e sistema anteriore Hossack/Duolever vengono sostituiti da due unità monobraccio che mantengono soltanto le unità ammortizzanti di serie (gestite elettronicamente, ricordate?). Il risultato viene avvolto in una carrozzeria squisitamente Art Déco che prende ispirazione dalle prime BMW anni 30, con particolare riferimento alla R7 che ha vinto il concorso d’eleganza di Pebble Beach del 2012.
Un’operazione che ha ovviamente costretto Krugger a riposizionare completamente l’impianto elettrico ed elettronico – il motore viene lasciato completamente a vista, spostando i radiatori in posizione laterale e nascondendoli per non perturbare la pulizia delle linee. I cerchi sono due enormi unità da 21 e 20 pollici rispettivamente all’avantreno e al retrotreno realizzati appositamente. L’impianto frenante è Beringer, con pinze a sei pistoncini all’avantreno e quattro al retrotreno, comandati da pompe radiali con l’interposizione dell’ABS originale BMW. Il nome, dite? Si tratta di un acronimo (Non-Uniform Rational B-spline, ) che solo i più colti matematici possono riconoscere, indicando una classe di curve geometriche utilizzate in computer grafica per rappresentare curve e superfici.
Lo sforzo ha evidentemente pagato, perché la NURBS ha fruttato a Krugger un secondo titolo AMD, conquistato ad Intermot 2014 nella categoria Freestyle. Congratulazioni quindi a Fred Bertrand, in attesa di un'altra incredibile special.
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