Moto d'epoca. I Prìncipi di Gonzaga (e le Date 2024 dell'Evento C.A.M.E.R.) [VIDEO]

C.A.M.E.R Mostra Scambio è anche una istruttiva passerella di autorità in materia d’Epoca. Passiamo in rassegna gli Assi dell’Evento che, per voce del Presidente, lancia l’invito alle date del 2024. Gonzaga è destino felice
12 giugno 2023

Gonzaga, Mantova, Giugno. Moto, Auto, ricambi, altri mezzi cresciuti con noi e attorno a noi, parti speciali, ricambi, accessori di un tempo, spesso consumati da quel tempo ma a volte risultati invulnerabili all’usura del ticchettio dell’orologio della vita. La Mostra-Scambio del C.A.M.E.R ha portato in scena l’Epoca, sul palcoscenico della Fiera Millenaria di Gonzaga l’affascinante rappresentazione del desiderio e della passione rimasto sogno. Il successo, spesso in casi come questo, è un fatto squisitamente personale, ma è un fatto che cento, mille, diecimila sogni personali testimoniano del successo dell’Evento. E si arriva ai 15.000. tanti sono i visitatori che hanno popolato la manifestazione del Club, cha fano gonfiare il petto dei suoi associati e che spingono Maiko Rosati e Giovanni Sala, presidenti del Club reggiano e della Fiera Mantovana, a stringersi la mano soddisfatti rinnovando l’appuntamento con il futuro. Ecco, c’è già la data: la 43ma Mostra-Scambio del C.A.M.E.R. aprirà i battenti il 5 Aprile 2024, per richiuderli con un nuovo record di partecipazione il giorno 7.

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Non so come funzionava a Reggio Emilia, la “patria” del C.A.M.E.R., ma a Gonzaga è una meraviglia. Sono e vanno tutti magnificamente d’accordo. La Millenaria e il Club, gli espositori e i visitatori. Quella tra i Presidenti, Giovanni Sala dell’Ente Fiera e Maiko Rosati dell’associazione pure-passion è un’alleanza. Di conseguenza l’atmosfera di pace e allegria della campagna laboriosa diventa l’aria tersa che si respira all’interno e intorno ai 120 ettari della struttura. L’evento diventa una festa.

Più pezzi che motociclette, o auto, o trattori, o biciclette (ma anche pezzi navali, fuoribordo messi lì, appoggiati a un vecchio Garelli), i più importanti accompagnati dalla storia, ricostruita e raccontata dal detentore, occasionale o definitivo. Avere la passione per un Marchio fa appartenere a una “specie”, i cui “animali” sanno tutto, hanno scoperto, scavato in profondità e ora trasmettono testimonianza, esperienza, magari anche un po’ di romanzo. Che non guasta mai, anzi. Si sa, il ricordo, così come la trasmissione orale, pecca di quel vezzo spettacolare che è l’arricchimento della storia.

Il C.A.M.E.R è anfitrione e, allo stesso tempo, attore. L’abbian già capito parlando con Franco Catellani, uno degli appassionati consiglieri del Club. Ha organizzato anche l’evento nell’evento dedicando una mostra “fisica” e per immagini ai 100 anni di BMW. Ha portato alla Mostra Scambio una collezione di Moto scelte tra quelle dei propri soci. C’è da rimanere a bocca aperta. C’è la R75 Elefant con il sidecar ripescata nel lago in Ucraina, una R90S che avrei rubato volentieri, il racconto chiaro delle due declinazioni quasi costanti della produzione, turismo e sport. Enzo Simonazzi ha curato l’esposizione di una storia poco conosciuta, la fondazione e il rilancio della “ditta” da parte di un triestino assai chiacchierato e discusso, Camillo Castiglioni detto “lo Squalo”. Ammetto, non ne sapevo nulla e sono corso ai ripari, sto leggendo tutto quel che trovo sulla storia.

E le Moto. Certo! Al mercato-mostra-scambio si va con un proprio “background”, ed è difficile, se non impossibile, tenerlo a bada. L’obiettività va a farsi friggere ed è la propria storia che comanda. Quando vedo la R90S di Alex Caffarra sono rapito. Me la faccio raccontare, scopro che ne ha anche la versione grigio-fumo-nero, ammiro la cura con la quale è mantenuta come nuova.

Per la R75 di Tullio Bertelli il discorso è diverso. La Moto con il sidecar, o carrozzetta, oppure “barchino”, è imponente. Così scura e opaca fa un certo effetto, e la sua storia, raccontata dal proprietario che l’ha restituita all’originale splendore, affascina. Poi resto di sasso quando scorgo, in mezzo a un mucchio di Moto per me quasi insignificanti, il sogno dei 16 anni, quella Honda 125 bicilindrica parallelo frontemarcia che ci incollava alle vetrine dei concessionari e che metteva in discussione qualsiasi fede Morini o Gilera. La “nostra” Moto dei 16 anni ce la tira fuori Alex Menoni, Ruote da Sogno di Pierluigi Torricelli (che poteva magari portare qualcosa di più a Gonzaga, non avesse avuto da inaugurare contestualmente la nuova filiale di Firenze).

A Gonzaga, chiacchierando con gli espositori, tutti esperti, scopriamo anche che in un mercato che vive di grandi ciclicità, ora vanno le Youngtimer, molto le piccole belve 125cc che hanno fatto sognare l’intero fronte dei ragazzi degli ’80-’90. E ci mancherebbe, CaGiVa, Aprilia, le giapponesi cattivissime, i due tempi che fischiavano, le fuoristrada “civilizzate” ma non troppo… ma io resto legato alla “tradizione di famiglia. “Storicamente” appartengo alla “maggioranza” e son cresciuto nel mito Moto Guzzi. Vedere rosso o sentire battere piano il monocilindrico orizzontale di un Falcone, così come di un Astore o di un Super Alce, ma anche tornando indietro di un 14 è qualcosa che emoziona. Mauro Ferretti ha un bell’esemplare di Turismo, messo bene, pronto all’uso. Ha anche altre moto, due BMW da capogiro sono nella vetrina del Club. Ci racconta che le Guzzi sono in calo, insieme a tutta un’epoca di Motociclette. Il dopoguerra è sempre più lontano e c’è sempre meno “testimonianza” che tenga in vita il mito in una certa attualità. Sulle particolarità delle variazioni di modello del mito Moto Guzzi, e per mettere in moto la schiuma di ricordi sempre più lontani, Ferretti chiama in causa Claudio Bertoli, ristoratore di Novellara che di Guzzi sa tutto.

Sotto una tenda si riparano dal sole due personaggi che i più conoscono. Chiacchierano tra loro e prendono in giri gli altri amici che passano. Ufficialmente sono di guardia a un piccolo gruppo di Moto. Sono Gianfrancesco Spadoni, vicepresidente del C.A.M.E.R. e Michelangelo Pochettino, in arte “Puki”, un autentico mito. Meccanico, costruttore, competente, Puki ci racconta una Sachs spinta da un rotore Wankel. Ecco, quelli erano tempi in cui le Moto non si basavano su una “piattaforma” comune. Ogni pezzo era un progetto, una realizzazione, un amore. Pochettino ci invita, e vi invita, ad andare a visitare il “tempio” personale che accoglie la sua incredibile collezione di “pezzi” davvero rari a Villanova d’Asti.

La Vespa “tira” sempre, i Ciao meno, decollo difficile. C’è stata una prima ondata di passione che ha scatenato la ricerca, poi il fenomeno è rallentato. Ripartirà, è “inevitabile”, il Ciao ha messo in moto tutti i… pedalatori. Ce lo racconta Dario Crotti, uno che, per capire, si era comprato una chiesa sconsacrata e ci aveva installato il suo museo delle due ruote. Dario, che è anche Presidente del Vespa Club di Bergamo, è un’autorità in materia. È anche un analista competente e uno che ha una visione chiara dell’andamento in parallelo di passione e commercio. Nei Ciao Dario “crede”, ma dice che bisogna aver pazienza che il mercato si “umanizzi”. Quando c’è stata la prima “folata” i prezzi erano improvvisamente impazziti, e ora c’ da pagare lo scotto dell’ingordigia. E passiamo così alle biciclette per davvero. C’è uno stand che attira la nostra attenzione. Tutte vecchie glorie, tutte a 1.940 euro… euro? No, sbaglio, è l’anno della collezione di bici. Avanti…

La Mostra Scambio del C.A.M.E.R. accoglie e invita tutti, per questo la sua manifestazione è così longeva e sempre interessante. In provincia di Mantova non può mancare Tazio Nuvolari, questo è chiaro. “Nivola” è rappresentato degnamente dallo stand della AMAMS, Associazione Auto Moto Storiche Tazio Nuvolari, che affidano a Claudio Scapinello la testimonianza e… la guardia di due pezzi di certo di gran valore, una Giulietta SS e una Renault che se non era la prima non andava oltre la terza in Italia. L’abbiamo “guidata”!

Allo stesso modo non poteva mancare il “ministro” dell’Epoca nell’accezione dell’organo che gestisce la parte documentale della storia e che ne certifica i modelli di Auto, di Moto, ed ecco i trattori di cui si parlava poc’anzi, l’ASI, Automotoclub Storico Italiano. Riccardo Zavatti, consigliere del Club, ci fa un quadro della situazione e del valore di una certificazione che è lo spartiacque tra il serio e… l’inesistente dal punto di vista dell’argomento Epoca affrontato con spirito di “verità” e competenza.

Ammettiamolo. abbiamo passato anche un “brutto quarto d’ora” con Massimo Pazzaglini, l’irriverente enciclopedia del sensato buonumore romagnolo, e siamo venuti via perché non vedevamo perderci il privilegio di una bella colonna di macchine sull’AutoSole. Saremmo tornati indietro volentieri!

Insomma, tre giorni che volano. Noi non l’abbiamo fatto, ma abbiamo l’impressione che, al prossimo appuntamento C.A.M.E.R. potremmo benissimo essere quel tizio cui, a fine week end, la guardia sollecita: “Scusi, se non le dispiace vorremmo chiudere!”

© Immagini CAMER – FP – PB

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