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I giovani che si affacciano nelle vetrine dello Sport, dello Spettacolo, del Mestiere o della Professione sono per fortuna tanti. Per lo più sono “chiaramente” riconoscibili dall’occhio “esperto” di conoscenti, parenti e amici, ma di rado sono visti nell’ottica giusta dagli “esperti” in generale. Il caso di Pietro Scardina è… ibrido. Nel senso che anch’io tendo ad aspettare il mantenimento della promessa, ma nello specifico, un amico di Scardina mi aveva messo in guardia e sono stato, quindi, lungamente ad osservarlo.
Promessa mantenuta, Pietro Scardina, 18 anni, toscano, può davvero essere considerato un astro nascente (nato) dell’Enduro. Corre nel team ufficiale Fantic Junior di Antonio Specia, e quest’anno, come si dice, è esploso. Campione Italiano della 125, Vice Campione del Mondo Youth dietro al connazionale Manuel Verzeroli al termine di una stagione particolarmente avvincente, e Campione del Mondo Team Club alla 6 Giorni Internazionale di Enduro insieme a Lorenzo Macoritto e Enrico Rinaldi. In un’edizione particolarmente e decisamente sfortunata per le Squadre azzurre del Trofeo e Junior, in Spagna il Team Club è diventato la bandiera della nostra Nazionale.
Di questo, della sua vita e dell’apporto della sua famiglia, del suo approccio all’Enduro e dell’evoluzione in senso professionale, Pietro Scardina ci parla e si racconta, in una finestra sulla realtà della disciplina odierna e delle sue dinamiche, non solo sportive. Il racconto si completa con il contributo di Antonio Specia, non solo manager della Squadra che ha portato al successo Pietro, ma anche e soprattutto scopritore e sostenitore dei giovani sul palcoscenico dell’Enduro. Nella realtà, si badi bene, che richiede investimenti e perseveranza, non nei facili discorsi auto-pubblicitari un po’ di tutti.