Rally-Raid. Transanatolia in piena azione. De Soultrait primo leader

Rally-Raid. Transanatolia in piena azione. De Soultrait primo leader
La prima di sette tappe del Transanatolia del decennale è di marca francese. Due ex compagni di Squadra, ora divisi… si dividono la posta. Botturi “il vecchio” è terzo
17 agosto 2020

Abant, Turchia. Quasi non sembra vero. Il Rally-Raid è ripartito. Finalmente, dall’”Eurasia” del Transanatolia. Da Istanbul che ha salutato orgogliosa lo start della corsa di Burak Büyükpınar. È già e di per sé un successo quasi clamoroso. Dopo mesi di digiuno, di rinvii e cancellazioni, la prima moto ha lasciato il palco allestito al centro della storia di Istanbul per involarsi verso l’avventura del Rally del Rally che celebra il decennale della sua, di storia. Due corse vivono quasi in contemporaneamente ai due capi del Mondo. Il Transanatolia dalla nostra parte, la Vegas To Reno dall’altra parte dell’Oceano. È un “successone” che rende ancor più bella l’estate degli appassionati.

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Diciamo subito come stanno le cose. Una marea di Piloti di casa, è ovvio, ma i riflettori sono puntati sul duello tra italiani e francesi. I nostri schierano una formazione “cosmos”, con il debutto di Jacopo Cerutti e il ritorno di Alessandro Botturi, e con i galloni del Campione in carica Maurizio Gerini. Più un “centrocampo” forte. I francesi compongono una Squadra che la storia ha sempre definito “mista” anche quando non lo era, quando cioè Adrien Van Beveren e Xavier de Soultrait correvano da ufficiali per Yamaha. Troppo diversi, sospettoso e scontroso Xavier, solare e espansivo Adrien, per durare a lungo sotto la stessa tenda. Difatti ora corrono in un assetto diverso. Adrien ha conservato la stima, e la moto, di Yamaha France, Xavier è passato a una Husqvarna. Ora il confronto ex-fratricida è più coerente con il carattere dei protagonisti.

Il Rally lascia Istanbul ed è subito guerra esattamente come era lecito attendersi. De Soultrait a fuoco e a testa bassa, tutti gli altri con un grano di quella paziente lungimiranza che nel Rally è caldamente raccomandata. A fare l’andatura, più esattamente ad aprire la strada, Paolo Lucci, la “speranza” di Castiglion Fiorentino che è stato i primo a rispondere al conto alla rovescia per il sorteggio che al Transanatolia sostituisce il prologo.

Tre Speciali, 50, 70 e 20 chilometri, tappa di 380. Non ancora da farsi venire i calli alle mani, ma neanche da chiedere ancora ghiaccio per l’aperitivo. I contenuti della giornata di gara inaugurale sono sufficientemente tecnici, diremmo “enduristici”, da mettere alla prova il “materiale”, sia esso tecnico o… umano.

De Soultrait vince due delle tre Speciali – veloce e autoritario il ragazzo, quando non sbaglia – si installa al comando. Van Beveren è il miglior “piazzato”, Alessandro Botturi, che torna al Transanatolia che ha già vinto dopo cinque anni di assenza, chiude al terzo posto. Se la sciala, fa finta di considerarsi “vecchio” e di aver bisogno di un avvio ponderato. Sappiamo che talvolta il Gigante di Lumezzane è bugiardissimo. Gerini sì che parte in modalità “rodaggio”, ma si sa che il Campione in carica può permetterselo. È quinto alle spalle di Cerutti e davanti a Lucci che non poteva pretendere di più dal debutto come apripista.

Fa un certo effetto vedere una Multistrada trasformata in… Multipista, ma tant’è, Andrea Rossi inizia con un 15° assoluto. Come farà con quella bestia?

Classifiche rivisitate per un singolare, ma non troppo, disguido. Taluni persi, mandati sulla strada sbagliata dai soliti ben informati. Tutto a posto, non è il caso di prendersela. Bivacco a Abant.

Lasciare Istanbul emoziona, non c’è dubbio, lanciarsi nella traversata dell’Anatolia affascina, ancor meno dubbi.

 

© Immagini Transanatolia Rally

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