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Haymana, Turchia. Il TransAnatolia del decennale risale verso Nord e la via del ritorno ritrova la magia dei luoghi e parte delle piste dell’andata. La quinta tappa è quella del Lago Salato. Veloce, ma non solo. Due Speciali, 70 e 170 chilometri sull’impegno totale di giornata di oltre 450.
Il Rally ritrova e conferma anche il filo conduttore che lo ha caratterizzato sin dalle prime battute, ennesima variazione delle note del tema scritto da Xavier de Soultrait. Il trentaduenne pilota francese di Moulins batte il ritmo, sempre elevatissimo, e continua a battere… la concorrenza lasciando ben poco spazio all’estro degli avversari.
Con due vittorie su due Speciali disputate, si direbbe che De Soultrait possa chiudere facilmente la “pratica” del Transanatolia numero 10. Nonostante ciò è altresì chiaro che nessun Rally-Raid può essere assimilato alla routine di una “pratica”, e il risultato continuerà a pendere sino all’ultimo chilometro della Corsa. Molto dipende dalla convinzione degli avversari, ma in questo momento è certo che Van Beveren non sembra poter fare molto. Il quarto d’ora che il “collega” francese paga all’ex compagno di squadra Yamaha è forse un po’ troppo.
E d’altra parte alle spalle dei due transalpini sta andando in scena una non meno interessante battaglia per il terzo posto che vede protagonisti due Piloti italiani, divisi da appena cinque minuti e… una generazione di carriera agonitica. Questa volta è Alessandro Botturi ad inseguire Jacopo Cerutti. Il duello si sviluppa sullo spettacolare stato di forma di entrambi. Cerutti, in particolare, sta mandando in scena una costanza di rendimento che ne marca una chiara maturazione agonistica. Botturi, ritrovato lo spirito giusto del combattente puro, si ritrova e si ripropone come uno dei piloti di riferimento della nostra scuola.
Lo scenario agonistico della quinta Tappa riflette l’ambientazione sportiva sin qui vista. Alle spalle del quartetto di testa, alterne vicende e differenti ambizioni fissano un Maurizio Gerini non troppo fortunato, un Paolo Lucci al secondo autentico Rally-scuola, e un debuttante Camille Chapeliere che è evidentemente alle prese con il non facile rebus della navigazione.
Personalmente continuo ad accrescere la mia stima per Andrea Rossi, “domatore” di Multistrada, per Fabio Marcaccini, sarà una questione di generazioni, e per Francesca Gasperi che cresce ogni giorno che passa.
Due tappe alla fine. Transanatolia da leccarsi i baffi!
Dai nostri inviati sulla pista.
Maurizio Gerini, il Detentore
“Mi sento un po’ un “lamentino”, mi dispiace. Anche oggi qualcosa di storto l’ho trovato. Quasi subito in questo caso. Dopo una decina di chilometri mi si è bloccato il GPS, non più “cap”, più Waypoints, tutto a vista, a naso, a intuito. Nella disgrazia ho trovato il modo di felicitarmi con me stesso per non aver commesso alcun errore di navigazione, anche se naturalmente al prezzo di un discreto ritardo. Il resto tutto bene… tranne la faccenda dei Cani Pastore della Transanatolia. Questa ve la racconto, come un aneddoto. Ogni tanto troviamo sul percorso un villaggio. Spesso un micro-villaggio, tre case o poco più in mezzo al nulla. Sono le case dei pastori… e dei loro cani da lavoro. Vi ho detto che sembrano cavalli, bene, oggi vi dico che sembrano crescere ogni giorno di più. Dunque, quando si attraversano i centri abitati gli organizzatori ci impongono, giustamente, dei tratti a velocità limitata e controllata. Trenta chilometri all’ora. la faccio breve, per non annoiarvi. A trenta all’ora e con tutte quelle belve, ogni volta che attraversiamo una cittadina ci prepariamo… all’imboscata. Poi non succede nulla, solo un certo timore reverenziale. Per il resto tutto è bello, parti molto veloci, seconda Speciale impegnativa, caldo, scenari sempre particolari e molto belli. Il Rally merita molto”
Francesca Gasperi, la Detentrice.
“Mi soffermo un poco sugli scenari. Non posso farne a meno, sono molto belli. A volte i paesaggi, in alcuni luoghi, mi ricordano la Toscana, a volte, come oggi diventano meno panoramici, oppure sugli allunghi dei grandi spazi la faccenda diventa assai veloce. Molti tratti sono “navigati” al CAP. Non sempre facile. Tant’è che ad un certo punto mi sono ritrovata col francese Camille Chapeliere, lo specialista francese della sabbia. Insieme abbiamo fatto un bel pezzo... pascolando fuori pista per un po’. Confermo Gerini e il timore dei Cani Pastore. A un certo punto ho preferito scegliere un’altra strada, non me la sono sentita di affrontare il potenziale agguato!!!”
© Immagini Transanatolia Rally