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Lentate sul Seveso, 28 Aprile. Greena, dov’è Sergio? Dov’è andato il tuo babbo? Dici che è andato via? Per sempre? Io non credo. Non perché non ci credo troppo. No, perché Sergio non ci avrebbe mai lasciato, se dipendeva da lui. No, Sergio è solo più avanti. È scattato sui blocchi di partenza, come ha fatto volando più forte degli uomini più veloci del suo tempo, è sparito all’orizzonte. Si è voltato un attimo e non ha visto più nessuno alle sue spalle.
Così si è fermato in uno dei suoi mondi, una di quelle orbite dell’estro che solo lui riusciva a vedere e nelle quali si tuffava senza pensarci due volte, affascinato dalla novità e dall’emozione dell’esplorazione della vita. È là che ci aspetta. Se la ride, sicuro, come sempre, prenderà in giro la nostra lentezza quando arriveremo. Sì, come dici tu è partito per primo e sarà lui a fare il campo e ad accendere un fuoco bello alto, in modo che possiamo vederlo da lontano e raggiungerlo.
Ma Sergio è qui, in quei pezzi di Sergio che ha lasciato dentro di noi. Come 35 anni fa, il giorno che ci conoscemmo. Da non credere, il mito Sergio, bi-finalista olimpionico, l’anti materia della velocità recordman inarrivabile per dieci anni, quasi una generazione. Sergio in Moto, sulla pista di polvere e infernale tôle ondulée, in testa al piccolo gruppo di amici attraverso l’Algeria del Sahara. Sergio, Giovanni, Glauco. Verso Djanet, Tamanrasset, l’Assekrem incontro alla Dakar del 1987. In viaggio loro, in viaggio noi, Piero e io. Ci incontrammo sulla pista e continuammo insieme. Fu, credo, l’unica volta che Sergio si lasciò raggiungere da qualcuno. Sembrò naturale, scritto. Cose che capitano. A volte, come quella volta, allineamenti speciali, saldature della vita. Non ne abbiam più potuto fare a meno, di quei chilometri, di quei bivacchi, di quelle sere stellate, al centro il fuoco e Sergio a cantare la bellezza dell’universo proiettata in terra, sulla sabbia del Deserto. Sono “cose”, sì, che ti restano nel cuore, che hanno e danno un senso.
Sergio è qui, qualche bel tempo dopo, il suo 80° compleanno. Gli equipaggi riuniti in casa sua da Greena. Marzio, Graziella, Lia, Mary, le nostre storie che non si dimenticano, le sue storie inarrivabili, come la sua velocità. Più veloce della luce, per 3 Olimpiadi, la penultima come scusa per il coast to coast americano sulla sua Laverda, l’ultima mancata per l’incidente in Moto, e allora il Bob a 4, il Sud Africa e poi le Maldive per l’avventura dell’Oceano. Fulmineo nel vivere ogni giorno, più lento nel tempo necessario per sedimentare, per vivere davvero, per lasciare una traccia.
Greena, dov’è Sergio? Si riposa un attimo, è qui con noi per sempre.