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Un giorno, una statistica dimostrerà come la Rete sia stata la causa di chissà quanti divorzi e rovine finanziarie. No, non parliamo di social, Tinder e amanti vari, ma di certi annunci che spuntano a tradimento. Di quelli che costringono ad aprire l'App dell'home banking per vedere quanti soldi abbiamo sul conto, e magari a fare una telefonata in banca per chiedere se ci sono agevolazioni sui mutui per la prima moto oltre che per la prima casa...
Una BMW HP4 Race non si trova in vendita tutti i giorni. Chiariamoci: lo sappiamo anche noi che le vendite della specialissima BMW non sono andate esattamente come si aspettavano a Monaco, ma rimane il fatto che una moto del genere, men che meno con questo blasone, non si trova dietro l'angolo. Men che meno a 50.000 sterline, ovvero poco meno di 60.000 euro - 20.000 in meno rispetto al prezzo di listino.
Già, perché stiamo parlando di una HP4 Race preparata dal team TAS - Tyco per correre con Michael Dunlop, mai utilizzata però in gara. Quindi un esemplare virtualmente nuovo, al netto forse di qualche giro di shakedown a Jurby o giù di lì. Un esemplare completo di certificato di originalità firmato dal titolare della squadra (se vi interessasse, trovate l'inserzione qui).
Quello che però fa alzare un po' le sopracciglia è qualche contrasto che stride un po'. Iniziamo dal fatto che la moto è spettacolarmente completa di tutto quello con cui usciva dalla fabbrica - anzi, dal reparto corse - della Casa dell'elica.
Un avantreno che da solo, a ricambio, costa come una moto completa, telaio in fibra di carbonio, cerchi nello stesso materiale.
Ed è qui che qualcosa non va: anche tenendo a mente che i regolamenti al TT e gare limitrofe si fanno e si disfano alla bisogna (vedasi la partecipazione della Suter MMX in una classe di derivate di serie...) provate a proporre a un team che corre nelle road races britanniche di utilizzare componenti che non siano state testate più e più volte in ambienti estremamente probanti, e vedrete come vi rispondono.
Anche volendo fare i cinici, mettendo da parte le preoccupazioni per l'incolumità del pilota in una gara micidiale come il TT, ci sono altre considerazioni da fare. Un team scommette un anno di lavoro su due gare - nella migliore delle ipotesi - e non può certo permettersi di vanificarlo perché il telaio o i cerchi in carbonio non hanno retto all'atterraggio di Ballaugh Bridge. Intendiamoci: la fibra di carbonio può avere caratteristiche meccaniche pari o superiori a quelle dell'acciaio o dell'alluminio, ma le componenti devono essere pensate e dimensionate per lo scopo. Le gare stradali però non sono mai state fra le destinazioni d'uso prese in considerazione dal team che ha sviluppato l'HP.
"Proprio per questo", vi sento rispondere da casa, "la moto non ha mai corso come è stato scritto nell'annuncio". OK, ci può stare. Magari Neill, Dunlop e i ragazzi della squadra, una sera al pub dopo una Guinness di troppo hanno pensato "ma se corressimo con la Race?". Poi, passata la sbronza, ci hanno pensato seriamente e hanno pensato bene di desistere.
Il punto però è un altro. Come potete leggere nella prova, l'Hp4 Race è una moto (lo dice il nome stesso) già pronto gara - al netto dei cerchi in fibra di carbonio che, con i regolamenti attuali, la rende inaccettabile in qualunque serie tradizionale. E la HP4 Race di Dunlop sembra, giustamente, mantenere tutto quello che c'è sulla moto... di serie. Forcella Öhlins pressurizzata, pinze Brembo GP4, cerchi e telaio in fibra di carbonio, mono Öhlins TTX, forcellone Suter in alluminio, elettronica SBK 2D, pulsantiere, serbatoio racing. Difficile immaginarsi che sia stato toccato il motore, che è un ibrido fra la configurazione Superbike e quella Endurance - sostanzialmente perfetta per l'uso al TT.
Viene quindi da chiedere: dove starebbe la preparazione TAS? Facciamo che si tratta di una splendida HP4 Race, nuova-come-appena-estratta-dalla-cassa, con una meravigliosa livrea Tyco replica Dunlop?
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