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Sorprendente lo stile, assolutamente non banale ma forse troppo rigido anche per un pubblico che non vuole apparire, ma vuole la concretezza unita alla discrezione. Molto caricata sull'anteriore, con una carenatura che priva com'è di prese d'aria, nulla fa per dissimulare le proprie dimensioni, mettendo subito in chiaro che rispetto alla precedente GT, le velleità sono maggiormente turistiche e molto meno sportive.
Completamente celato dai metri quadrati della carenatura, il quattro cilindri in linea da 1.157 cc è lo stesso montato sulla più sportiva versione S. 152 i cavalli erogati a 9.500 giri/min. dal muscolosissimo motore tedesco, ma soprattutto 130 Nm a 7.750 giri/min di coppia, sulla quale poter contare come jolly per trarsi rapidamente d'impaccio in tutte le situazioni.
Il particolare telaio perimetrale a travi orizzontali in alluminio e le sospensioni anteriori e posteriori, che senza essere delle novità assolute strappano sempre sguardi di ammirazione, caratterizzano la ciclistica della K1200 GT.
La possibilità di regolare elettronicamente (sistema ESA optional) attraverso un comodo pulsante montato sul manubrio, sia il Duolever anteriore che il Paralever EVO posteriore, sommati alla presenza dell'Integral ABS, pongono la GT tedesca come punto di riferimento nella sua categoria per quel che riguarda la dotazione tecnica.
Se poi si vuole mettere mano al portafogli, nessun problema, si può arricchire la K1200 GT a oltranza, portandola ad essere regina anche nelle dotazioni di optional più o meno necessari.
Il taglio dell'abito è di quelli sartoriali, preciso e "cucito" con materiali di ottima qualità, e ci mancherebbe visto l'assegno da 18.200 Euro che si deve staccare per parcheggiarsela (nuda e cruda senza optionals) nel garage di casa.
Il ponte di comando è di quelli che imbarazzano, primo per la quantità di pulsanti presenti sui blocchetti al manubrio, secondo per la quantità di informazioni visualizzate dalla strumentazione. C'è davvero tutto quello che può servire ad un guidatore…anzi pure troppo.
La posizione di guida è comoda e personalizzabile grazie alla regolazione in altezza del manubrio e della sella, con il solo appunto delle pedane che risultano troppo arretrate e obbligano il guidatore a caricare il peso del busto sulle braccia.
Tale posizionamento è obbligato dalla conformazione del propulsore quattro cilindri, che è largo di fianchi nella zona carter e dunque non ha permesso di avanzare le pedane quanto sarebbe stato necessario.
Degna di un re…o di una regina, l'accoglienza riservata al passeggero. Sella ampia e imbottita abbondantemente, nel nostro caso anche dotata di riscaldamento separato (il passeggero ha a disposizione un pulsante di accensione separato da quello del guidatore) due maniglioni comodi da afferrare e due pedane ergonomicamente ineccepibili, mettono al sicuro da qualsiasi lamentela.
Basta con la teoria, facciamo un po di pratica.
La K 1200 GT come logico aspettarsi, è una signora da strada veloce, non troppo dritta però, altrimenti non si potrebbero apprezzare appieno le capacità e l'efficacia della ciclistica messa a punto dai tecnici di Monaco di Baviera.
L'utilizzo quotidiano non pone alcun problema, l'uso cittadino men che meno. Non pensiate di poter zigzagare in tranquillità tra le auto, ma i 282 chili in ordine di marcia fanno più impressione sulla carta che nella realtà.
La forza del quattro cilindri tedesco è quella di saper essere vellutato e morbido alle basse velocità, di saper rispondere in maniera pronta e precisa ai medi regimi e di essere graffiante agli alti.
Assecondato al meglio da una frizione discretamente leggera da manovrare e da un cambio che seppur non silenziosissimo è abbastanza rapido e preciso negli innesti, il quattro cilindri sembra quasi sovradimensionato per una gran turismo quale la GT. Provare per credere…
Sorprendente lo stile, assolutamente non banale ma forse troppo rigido anche per un pubblico che non vuole apparire, ma vuole la concretezza unita alla discrezione
Non appena il traffico e soprattutto la strada, lo permette, provo a cambiare tirando le marce sino al limitatore. Semplicemente spaventosa, un vero missile da autostrada, sì ma tedesca, con il quale si possono tenere medie decisamente elevate. Forte di una protezione aerodinamica molto buona (anche se non scevra da qualche fastidioso vortice) con la possibilità di variare l'altezza del parabrezza a piacimento (+ o - 10 cm) e di settare le sospensioni in tempo reale, la K1200 GT è veramente una compagna di viaggio ideale.
Le vibrazioni sono praticamente assenti sino ai 150-160 km/h, limite oltre il quale si presentano all’altezza del serbatoio, nulla di particolarmente fastidioso.
La possibilità di regolare il settaggio delle sospensioni su tre posizioni (comfort – normal – sport) in funzione del peso caricato (solo guidatore – guidatore e bagaglio – guidatore e passeggero – guidatore, passeggero e bagaglio) permette di avere sempre la ciclistica giusta al momento giusto. Vantaggio non da poco rispetto a qualsiasi altra rivale.
Discretamente agile nel misto, dove richiede solo di essere guidata in maniera pulita e lineare, la Kappa va fatta curvare in parte anche con il "corpo". Il pilota deve accompagnare l'inserimento in curva ed i cambi di direzione con il proprio peso.
Notevoli gli angoli di piega raggiunti in curva, così come sono sempre elevati stabilità e tenuta di strada, anche alle alte…e altissime velocità.
La frenata è da 10 e lode. Agendo sulla leva del freno al manubrio, la coppia di padelle da 320 mm anteriori viene chiamata a rapporto insieme al singolo posteriore da 294 mm. Aiutati nel duro lavoro dal servofreno, i freni della GT sono al top per potenza e resistenza all'affaticamento. Saranno i 285 chili ad influire, ma l'attacco del servofreno, che su altre BMW risulta troppo brusco, su questa moto si annulla quasi totalmente.
Dopo aver macinato una bella quantità di chilometri, mi appresto a riconsegnare le chiavi...insieme alla moto naturalmente! Un vero peccato.
Con questa K1200 GT tempo e spazio acquistano un significato diverso e decisamente piacevole.
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