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Agile, leggera, potente quanto basta per galleggiare nelle buche, la 125 ti fa riscoprire il piacere di guidare oltre che essere la vera scuola guida per l’off road
Le due tempi hanno motori molto differenti tra loro, ma altamente performanti ed efficaci nelle loro rispettive categorie. La piccola 125 nella sabbia svedese ci ha divertito un mondo, tanto che ne avremmo portata a casa una se ci fosse stata nella valigia.
Agile, leggera, potente quanto basta per galleggiare nelle buche ti fa riscoprire il piacere di guidare, oltre che essere la vera scuola guida per l’off road.
Devi fare tutto giusto, aprire al momento opportuno, staccare più tardi possibile e se sbagli qualcosa, sei subito fermo. Il bello è che non impegna, ma emoziona. La 250 a miscela ricalca le medesime caratteristiche, ma qui di potenza ne hai da vendere. Le condizioni impegnative della pista esaltavano ancora di più le doti di questo modello a conferma che il due tempi non è per nulla morto, anzi è in piena forma.
Passando alle quattro tempi ogni cilindrata ha un carattere ben distinto. La piccola 250 sembra inizialmente legata e dalle marce corte, ma quando ci prendi un po' la mano capisci che è così perché ha un allungo imbarazzante. In parole povere non è fatta per andare piano anche se volendo è perfettamente in grado di fare anche quello. La schiena di potenza infatti è già buona nella prima metà di erogazione, ma se volete conoscerne il carattere a fondo dovete tirare il cordino e lei si scatena come una tigre.
Salendo di cilindrata troviamo un motore più corposo grazie alla maggiore cilindrata (100 cc in più) che dona maggiore potenza, senza cedere a compromessi in termini di peso e guidabilità. La progressione in uscita di curva è corposa quanto basta per tenere una marcia in più rispetto alla sorella minore, ma se si vuole essere efficaci bisogna anche in questo caso tirare le marce.
Per quanto riguarda le “big bore” (450 e 501) l’erogazione è il punto focale della questione e diventa sostanziale il corretto utilizzo del comando gas. Questi motori infatti, se dosati con la giusta intensità sono talmente rotondi e progressivi che ti proiettano dentro e fuori dalle curve come una palla di fucile. Bisogna però tenere sempre a mente la potenza massima che sono in grado di erogare in quanto, se eccedi un poco, rischi di durare uno o due giri al massimo.
Sia in pista cross che nell’anello enduro ci si può quasi dimenticare del cambio, una volta inserita la terza, la coppia è tale da permetterci di fare praticamente tutto.
Husqvarna dunque prosegue per la sua strada e il successo nelle vendite del 2013 conferma che il brand è ancora molto forte e che soprattutto, con i prodotti giusti, è destinata a tornare al top delle performance sia di mercato che sportive.
Husqvarna
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24061 Albano Sant’Alessandro
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