KTM EXC 300 Rigo Racing. L'enduro estremo su misura

L’ottima base tecnica della 300 due tempi KTM, unita alla meticolosa preparazione curata da Marco Rigo, si fondono in un mezzo studiato specificamente per l’enduro estremo. Una moto incredibilmente facile da guidare e performante, per scalare i percorsi più complicati
18 ottobre 2017

Il livello tecnico della produzione di serie ha ormai raggiunto un livello talmente alto che è facile comprare una moto da fuoristrada e andare a correrci la domenica seguente. Ma se nell’era moderna la standardizzazione è la chiave per fare i numeri, ecco che esistono ancora alcune eccellenze artigiane che nell’intimità delle proprie officine passano le nottate a trovare dei punti di miglioramento per queste moto. Moto che, grazie a una cura esperta, possono con poche ma importanti modifiche diventare ancora più performanti.

La grande occasione di oggi ci permette di incontrare di persona Marco Rigo, fondatore della Rigo Racing che, per il 2017, ha voluto schierare Sonny Goggia al via delle più importanti gare di Enduro Estremo. Marco è partito da una base standard, ovvero la KTM 300 EXC due tempi e l’ha trasformata in un’arma letale, specifica per una disciplina che ogni giorno diventa sempre più tecnica.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli elementi sui quali ha voluto intervenire Marco Rigo

 

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Sospensioni modificate

L’elemento principale che contraddistingue la personalizzazione di Marco è ricercare un setting particolarmente morbido e sensibile. E’ partito con i migliori prodotti disponibili ad oggi sul mercato, montando un mono ammortizzatore WP con tecnologia Trax al posteriore e la forcella a molla tradizionale con sistema Cone Valve all’anteriore. Da questa base ha lavorato molto, andando a diminuire nel mono sia il carico della molla che l’idraulica, accorciando di un paio di centimetri la corsa a vantaggio della distanza da terra, ridotta necessariamente per agevolare la spinta con le gambe nelle situazioni più brutte.

Stesso discorso sull’anteriore, non tanto come molla che rimane quella di serie, ma come idraulica, al fine di assorbire al meglio le diverse asperità che si possono incontrare.

Anche in questo caso è stata ridotta la corsa di un paio di centimetri. Sonny Goggia non è altissimo (1,75 cm) e predilige una moto più bassa, ad ogni modo non è necessaria tutta la corsa di una moto di serie nell’enduro estremo, anche per i piloti più alti perché, dovendo passare la maggior parte del tempo a spingere, essere un pochino più vicini a terra è un vantaggio per tutti!

Gli impatti vengono solitamente presi a velocità inferiore ma comunque rimangono importanti, basta vedere quando si affrontano i new jersey (le protezioni autostradali) alti un metro. Risulta necessario un ammortizzatore specifico che, quando va ad impattare, riesca ad assorbire fino alla massima pressione senza poi scalciarti, e che, contestualmente, con un colpetto di gas, mantiene la trazione e ti porta dall’altra parte.

 

 

Elettronica e rapporti

La qualità migliore del motore è la trazione che riesce a sviluppare, in particolare alle basse velocità. E’ una moto a cui piace andare piano, quasi sotto i mille giri ed appena chiedi gas è subito pronta, ma non con il pronto nervoso che ti dà fastidio, al contrario, una spinta progressiva che a metà di una salita ti dà quel qualcosa in più che ti fa completare l’ostacolo senza problemi. Altro aspetto molto importante è l’implementazione del controllo dell’elettronica.

Marco Rigo collabora ormai da tanti anni con la JD (ditta del Novarese), che gli fornisce oltre che le centraline a bordo con le quali è possibile avere due mappature da selezionare con uno switch al manubrio, anche il software di sviluppo delle varie curve. Mappa due viene dedicata ai terreni dove c’è pochissimo grip e c’è da ricercare la massima aderenza possibile, a scapito anche della potenza massima la quale viene notevolmente ridotta, l’ideale per affrontare quelle salite viscide dove si fa veramente fatica a scaricare i cavalli per terra. Risultato che ti trovi a cavalcare una moto che si arrampica su per i muri con un filo di gas, se carichi bene le pedane ha una trazione incredibile e devi veramente concentrarti per stare attaccato, lei sale e tu devi solo starci sopra.

Mappa uno, invece, è stata ottimizzata per le situazioni in cui c’è un buon grip e si ha bisogno della potenza piena pur rimanendo sempre molto lineare nella curva di erogazione. E’ importante avere trazione, ma quando le salite sono lunghe è altrettanto indispensabile avere un bel corpo. Il grosso vantaggio è che sono due impostazioni profondamente differenti e, con un semplice tocco al manubrio, puoi avere per le mani una moto completamente differente sia come risposta che come carattere.

Sempre per lo stesso motivo, Marco ha voluto adottare un comando del gas marchiato Domino, dove il cavo dell'acceleratore, mentre viene tirato, non segue una circonferenza bensì un ellisse, risultando quindi nella prima fase molto più sensibile e preciso.

Dal punto di vista dei rapporti il cambio rimane quello standard, mentre per le misure di trasmissione finale, troviamo sempre una corona da 48, abbinata però ad un pignone più piccolo, da 12 denti, anziché 13. Di primo impatto potrebbe sembrare strano perché una moto più “corta” di rapporti potrebbe essere più nervosa, in realtà serve a tenere la prima quasi di scorta, avendo un tiro motore cosi corposo già dai primi giri. L’obiettivo infatti è quello di usare sempre dalla seconda in avanti e tenere la prima solo per i casi limite, dove ad esempio, quasi in cima ad un salitone, la velocità è talmente ridotta che la seconda non ce la fa ed ecco allora l’utilità della prima marcia che risulta essenziale per completare l’ostacolo.

 

 

La guida

In sella questa sensazioni sono evidenti e permettono di avere un vantaggio competitivo importante, soprattutto in relazione al crescere delle difficoltà come nelle gare estreme tipo Erzberg o Romaniacs. La verità è che sono frutto di un duro lavoro svolto in officina tra le mani sporche di olio, nottate insonni e gli occhiali da computer sempre al collo, in quanto, oggi come oggi, è necessario sviluppare tutti i fronti. Marco su questi aspetti è una garanzia e sono i tanti anni di successi nelle gare a confermarne la qualità del lavoro svolto.

La grande esperienza di meccanica, fluidodinamica ed elettronica, oltre che anni sui campi gara, vengono messi a disposizione di tutti tramite la Rigo Racing al quale ci si può rivolgere per chiedere tutte le personalizzazioni del caso alla propria moto. Marco ha sviluppato uno storico specifico sulla KTM 300, ma è tranquillamente in grado di personalizzare qualsiasi modello di moto, in base alle specifiche esigenze e stile di guida del pilota.

Rigo racing la trovate a Limito di Pioltello, nei pressi di Milano, in Via Deledda. Email: [email protected], telefono 02.9266487

 

Pregi e difetti

Pro

  • Trazione e potenza scaricata a terra | Sensibilità e precisione di guida

Contro

  • Posizione in sella molto raccolta

Maggiori informazioni:

Moto: KTM EXC 300
Luogo: Castello Dal Pozzo - Oleggio Castello
Meteo: Sole, 25° C
 

Abbiamo utilizzato:

Casco: KYT
Occhiali: Ariete
Maglia: Acerbis
Pantaloni: Acerbis
Guanti: Acerbis
Stivali: Alpinestars Tech 10

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24061 Albano Sant'Alessandro (BG) - Italia
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  • Cilindrata 293 cc
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  • Sella 960 mm
  • Serbatoio 10 lt
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Scheda tecnica KTM 300 EXC E (2017)

Cilindrata
293 cc
Cilindri
1
Categoria
Enduro
Potenza
Peso
100 kg
Sella
960 mm
Pneumatico anteriore
80/100-21"
Pneumatico posteriore
140/80-18''
Inizio Fine produzione
2016 2017
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