La linea si ispira a quella delle mitiche Li Special degli anni ’60, ma sotto la scocca in lamiera c’è un moderno propulsore 4 tempi da 125 cc. Costa 3.649 Euro
Ferdinando Innocenti, nel 1947, si ispirò alle moto militari per creare la prima Lambretta, storico scooter che prese il nome dal fiume Lambro, che scorreva nei pressi degli stabilimenti di produzione di Milano Lambrate.
Oltre 60 anni dopo Lambretta torna a calcare le strade italiane, e lo fa in abito da gran gala, con un design che richiama quello delle antenate di successo e un progetto nato in Italia e portato avanti da uno staff di tecnici italiani, al quale ha preso parte anche l’ingegner Gian Luigi Sessa, che creò la mitica Lambretta Special 125. Oggi l’idea prende forma attraverso le linee concepite dal designer Alessandro Tartarini (uno dei figli del celebre Leopoldo, che fondò la Italjet).
Certamente qualcuno storcerà il naso all’idea del variatore automatico, ma Lambretta si è inevitabilmente modernizzata e le marce sullo scooter non sono cosa dei nostri giorni.
Quanto alla produzione, avviene in parte in Italia e in parte a Taiwan, il che potrebbe non andar giù ai puristi del marchio, il quale però adotta una filosofia che ci piace: “La qualità è una decisione, non un luogo”.
Colpo d’occhio
Va di moda il vintage, non c’è dubbio. Il mercato delle moto, e ancor più quello delle auto, è tutto un remake di questo o quell’altro modello che ha fatto la storia e che ritorna in voga, di norma prepotentemente modernizzato e con ben poco in comune con quello a cui si ispira.
Di fronte a questa Lambretta, invece, sembra davvero di fare un balzo negli anni ’60: ti immagini il belloccio di turno con la gelatina sui capelli e la fanciulla in ampi gonnelloni seduta dietro alla cavallerizza.
Merito delle fedeli linee retrò (anche se qui l parafango anteriore, purtroppo, non è fisso, ma solidale alla ruota) e delle azzeccate colorazioni proposte, che abbinano il crema o il bianco di base a colori pastello che vanno a tingere la parte centrale dello scudo e delle fiancate.
La scocca è per buona parte in lamiera, come tradizione vuole; lo scudo e il parafango anteriore sono imponenti e forse un po’ pesanti di fronte al piccolo manubrio con il faro tondo e le frecce integrate, ma fa tutto parte del richiamo storico fortemente voluto e ricercato, così come le manopole “bombate”, che sfoggiano orgogliose il logo Lambretta. Anche il profilo laterale, con la lunga coda e il parafango posteriore integrato, ci tiene a mantenere in bella vista il logo cromato. Nulla a che spartire, insomma (e fortunatamente…), con l’anonimo Pato presentato alcuni anni fa, decisamente fuori dai canoni stilistici del celebre marchio milanese.
Mettiamoci comodi
Su questa Lambretta ci si sente davvero in poltrona: abbondantemente imbottita e morbida, la seduta risulta spaziosa sia per il guidatore che per il passeggero. Quest’ultimo ha a disposizione ampie pedane poggiapiedi estraibili ma non un appiglio a cui tenersi, che sarebbe invece utile, vista la leggera scivolosità della sella. Nonostante l’altezza di quest’ultima non sia certo di quelle vertiginose, mettere i piedi a terra risulta un po’ scomodo anche dai 790 mm di altezza, forse per l’ergonomia stessa della seduta; se non siete delle pertiche, però, basterà spostarsi un po’ in avanti e l’approdo a terra risulterà semplice quanto le manovre per spostare e parcheggiare questa Lambrettina che, nonostante la lunghezza importante, risulta leggera e maneggevole, forte anche del peso di soli 111 kg.
Il peso contenuto agevola anche il parcheggio sul cavalletto centrale, ma per i meno forzuti c'è comunque la stampella laterale con rientro a scatto, strumento che richiede una certa dose di attenzione in fase di appoggio, onde evitare di ritrovarsi per terra con lo scooter al seguito.
La nuova Lambretta è ideale per i piccoli spostamenti e bella al punto da non sfigurare nemmeno in salotto!
La posizione di guida è naturale e confortevole, i comandi al manubrio sono completi e sottomano e la strumentazione ben leggibile, con il cruscotto prodigo di tutte le informazioni e spie, compresi livello del carburante, stato di carica della batteria e tachimetro sia in chilometri che in miglia orarie. Utile e discreto (alcuni sono davvero fastidiosi!) il cicalino per non dimenticare le frecce inserite.
Gli specchietti retrovisori tondi e cromati offrono una buona visibilità, cosa che a colpo d’occhio risulta difficile credere, viste le piccole dimensioni.
Unica pecca, i pochi spazi riservati al carico: la pedana non è molto spaziosa e difficilmente si riesce ad appoggiarci qualcosa oltre ai piedi; e il vano sottosella non riesce ad ospitare nemmeno un casco jet. Per le borse o i sacchetti della spesa, però, c’è il sempre utile gancio portatutto nel retro dello scudo.
Quanto ai futuri accessori dedicati, sono in arrivo un parabrezza, i tappetini per la pedana (uno per lato, fissati a pressione) e due tipi di portapacchi: uno poggiato sulla coda, quindi inclinato, e l’altro col piano d’appoggio orizzontale; in alternativaè possibile montare una maniglia posteriore per il passeggero. Inoltre è anche previsto un kit di particolari cromati, tra i quali la cornice del faro ed i fregi sulle fiancate.
Si va!
Ruotando la manopola del gas, Lambretta parte decisa con un "rombo" appagante e sicuramente inaspettato per un 125. E una volta in marcia si assicura gli sguardi di curiosi e appassionati di tutte le età: al primo colpo di un occhio non proprio esperto, la nostra eroina potrebbe tranquillamente passare per un bel conservato d’epoca, invece sotto le vesti vintage c’è un moderno propulsore 4 tempi da 124,6 cc che eroga una potenza di 6,5 kW (quasi 9 cv) a 7.500 giri, con una coppia massima di 8,33 Nm a 6.500 giri.
Nel traffico, con la nuova arrivata ci si districa con disinvoltura, anche se negli zig zag più arditi si fa sentire l’interasse forse un po’ lungo (1.385 mm, su una lunghezza totale di 1.930); inoltre, quando la velocità aumenta, per intenderci intorno agli 80 km/h indicati, le vibrazioni al manubrio si fanno sentire e può capitare che l’avantreno oscilli un pochino. Le doti dinamiche che emergono, della LN, sono quindi prettamente cittadine, (per le gite fuori porta c’è la sorella da 151 cc), per questo alla frenata sono sufficienti un disco da 190 mm all’anteriore, ben modulabile e sufficientemente mordente se strizzato a dovere, con il blando ausilio del tamburo posteriore.
L’infausto compito di attutire i colpi di pavè, strade dissestate e sanpietrini è svolto in maniera efficiente dal reparto sospensioni, ovvero la forcella telescopica tradizionale (no, non sono a biellette oscillanti come ai vecchi tempi) e l’ammortizzatore idraulico regolabile in precarico.
Questione di look
Inevitabilmente, il progetto odierno ha in comune solo un forte richiamo estetico con lo scooter dell’epoca, del quale sfoggia tutta la bellezza che conquistò una grande fetta di pubblico dagli anni ’50 in poi.
La concorrenza però al giorno d’oggi è a dir poco agguerrita, e Lambretta debutta sul mercato con un prezzo poco favorevole: 3.649 Euro per la 125 cc e 3.699 per la 151 cc, quest’ultima creata espressamente per Italia, e distribuita solo qui. Piacerà senz’altro agli amanti del vintage e alle "fashion victim" metropolitane, la nuova Lambrettina, perché è ideale per i piccoli spostamenti e bella al punto da non sfigurare nemmeno in salotto!
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