HUSQVARNA Gamma 2005

Ad un anno di distanza dai festeggiamenti del centenario, la Husqvarna si ripropone sul mercato in una veste decisamente rinnovata, e lo fa alla grande!
9 luglio 2004

Fresca fresca dalla firma del nuovo contratto con la società malese Proton, già produttrice della Lotus e ora anche detentrice delle quote di maggioranza dell’azienda di Castiglioni, la ditta varesina, che fa capo al gruppo Mv Agusta, esce finalmente dalla procedura di amministrazione controllata grazie al nuovo accordo e al conseguente aumento del capitale sociale di 70 milioni di euro, che le consente di poter produrre l’adeguato quantitativo di moto richieste dal mercato nazionale ed internazionale.
La crisi annunciata a fine 2002 è dunque in via di estinzione e, grazie all’importanza del marchio e alla validità tecnologica dei vari prodotti, sul tavolo ci sono ordinativi per un anno abbondante di produzione, con ritmi previsti di oltre quattordicimila moto all'anno.

Husky Day: tutto è in grande, a partire dalla location, che solo il mese scorso ha ospitato i campioni del mondiale cross, per non parlare poi dello spiegamento di forze dei mezzi adibiti alla hospitality ed officina, e delle nuove moto varesine gialle e blu, talmente numerose e disseminate per tutto il tracciato da sembrare uno sciame d’api in costante movimento.
Solo il fatto di poter provare queste moto sullo stesso campo su cui si sono dati battaglia i migliori piloti del mondiale, mi genera giù per la schiena incredibili scosse di adrenalina.
Alcuni pezzi saranno gà in vendita da luglio, la commercializzazione entrerà a pieno regime da settembre.


La nostra prova è programmata nel primo pomeriggio per lasciar la mattina alla stampa straniera. Questa attesa inizialmente mi provoca grande sconforto, perché vedere tutte queste moto e non poterle ancora toccare non mi fa stare “tranquillo”, tanta è la mia curiosità Però, considerando le condizioni precarie del tracciato, ancora ricoperto di fango e pozze d’acqua (a causa del maltempo della giornata precedente con pioggia, nebbia e grandine), penso che attendere il pomeriggio non è poi così una brutta idea!
Ore 14.00, si inizia finalmente. Il lavoro è tanto e la scaletta di prove prevede ben dieci turni, ognuno con una moto diversa.
Per le moto da cross c’è a disposizione il mitico e rinnovato impianto del “Ciglione” con i suoi numerosi salti spettacolari, mentre per le enduro, è stato tracciato ad hoc un bellissimo fettucciato nella parte alta del crossodromo. Soluzione questa davvero interessante, perché permette di valutare tutte le moto nell’utilizzo per cui sono state concepite. Specialmente nel caso delle Husqvarna, le moto da enduro non sono semplici trasformazioni dei modelli da cross, ma godono di caratteristiche specifiche che sono particolarmente apprezzabili quando ci si trova in situazioni critiche.

Passiamo ora ad analizzare le caratteristiche principali dei nuovi gioielli nostrani.
Tutta la gamma 2005 a 4 tempi gode di un rinnovamento stilistico importante, già intravisto e prefigurato dalla mitica Centennial, anche se in questo caso il materiale utilizzato è la plastica…e non il carbonio.
Sono state inserite numerose piccole ma importanti novità, per rendere le moto sempre più “pronte gara”, che donano alle nuove Husky ancora più originalità. Per tutta la gamma è stato sviluppato un nuovo sostegno per il parafango anteriore e una nuova pompa freno anteriore che migliora decisamente la modulabilità della frenata. I modelli cross montano già di serie il gancio sullo stelo forcella per le partenze, un nuovo disco del freno posteriore ventilato da 240 mm di diametro ed un nuovo supporto pinza alleggerito ed irrigidito. I modelli enduro hanno i perni ruota dotati di gancio per lo sfilamento rapido, il disco del freno posteriore pieno (eccetto la 510) ed una vaschetta per il recupero dei liquidi di refrigerazione.
Anche per i materiali di consumo sono stati adottati prodotti di alta qualità, come i pneumatici Pirelli (MT 32) per le cross e i Michelin (Enduro Competition 3) per le enduro, le catene DID Racing ed i filtri dell’aria Twin Air.
Le due tempi sono state ritoccate esteticamente e montano un nuovo parafango posteriore, ora di colore giallo, con la punta rivolta verso l’alto, dal design molto ricercato; nuove tabelle porta numero laterali, nuovo porta numero anteriore “aggressivo” per le versioni cross e nuova mascherina porta faro per le enduro, più piccola della precedente.
Le quattro tempi ereditano per intero l’impostazione stilistica della Centennial e sostituiscono: serbatoio, sella, fianchetti porta numero laterali, mascherina porta numero anteriore (cross) e porta faro (enduro), parafango anteriore e posteriore. Le sovrastrutture donano alle quattro tempi non solo un aspetto più slanciato, ma offrono un’impostazione di guida decisamente più confortevole, dovuta alla larghezza leggermente aumentata del complesso sella / serbatoio / fianchi e alla maggior facilità di avanzamento sulla sella, ora meno “infossata”.

Ma il rinnovamento di queste moto non si è solo fermato solo all’aspetto estetico.

CR-WR 125 2T
Tutte le volte che salgo su questa moto rimango ben impressionato dalla potenza del motore e dalla sua schiena che è veramente incredibile, se si pensa che è un motore completamente di serie. La guida è facile ed intuitiva e in un ambiente dove ormai le quattro tempi la fanno da padrone questa 125 emerge dal coro ed è decisamente ancora in grado di contrastare la concorrenza. E’ leggera, reattiva e veloce, non a caso ha vinto 4 titoli mondiali e 6 titoli italiani negli ultimi sei anni. L’esperienza accumulata alle gare ed il grande lavoro del “collaudatore” Alessandro Puzar, hanno portato questa moto ad essere la più performante della casa Varesina. I nuovi componenti, come il tubo di scarico per la WR, garantiscono miglior erogazione di potenza. Il setting rivisto delle sospensioni dona alla ottavo di litro più stabilità e a chi guida, molta più sicurezza. Anche il nuovo ammortizzatore, adottato sull’intera gamma, contribuisce notevolmente a stabilizzare la moto, e la rinnovata vaschetta del mono evita il surriscaldamento dell’olio ed il mal funzionamento dell’elemento ammortizzante.

CR-WR 250 2T
Anche se equipaggiata ormai da parecchio tempo con lo stesso motore, questa duecentocinquanta rimane, a parer mio, sempre una delle più gestibili tra tutte le quarto di litro. Nella versione cross è stata dotata di maggiore brio e cattiveria, per il 2005 viene montato già di serie il pacco lamellare V Force che dona ancora maggior linearità e progressione in accelerazione. L’impostazione delle sospensioni è adeguata alle potenzialità della moto ed anche girando in un impianto impegnativo come quello della Malpensa non ho accusato comportamenti strani.
Il motore “made by Marco Lucchina” è ancora più apprezzabile nella versione enduro, dove le condizioni di scarsa aderenza e di equilibrio limite sono più comuni. Questo propulsore è in grado di fornire una buona dose di potenza anche quando il regime di rotazione è ridotto. In questo caso la potenza massima è inferiore alla concorrenza, ma in molte occasioni l’esplosività degli altri motori a due tempi penalizza maggiormente rispetto alla progressività di questa 250. Sempre sull’enduro viene ancora adottato il serbatoio da 10,2 litri, che sebbene porta notevoli vantaggi in termini di autonomia, toglie slancio e penalizza lo stile.

TC-TE 250 4T
L’importante novità introdotta su questi modelli è l’utilizzo di un nuovo carburatore, il Keihin FCR di ultima generazione da 37 mm di diametro che migliora la carburazione, specialmente le partenze a freddo e le ripartenze a caldo. E’ stata inoltre data grande attenzione all’erogazione, con lo scopo di migliorare la distribuzione della potenza già ai bassi regimi (e si sente). Rispetto alla versione 2004 ho riscontrato un netto miglioramento, l’alleggerimento dell’albero motore e dei cuscinetti di banco ha giovato particolarmente alla prontezza del motore, ma ritengo che questo propulsore necessiti di altre cure prima di poter essere veramente competitivo anche nei confronti della sorella minore, la 125 2T.

TC-TE 450 4T
Le nuove sovrastrutture dalla connotazione centennale cambiano completamente l’impostazione di guida della nuova Husky 450. Il serbatoio e la sella più larga consentono di sentirsi più aggrappati alla moto, ed entrare in simbiosi con il mezzo meccanico diventa un gioco da ragazzi. Tra tutte quelle provate questa 450 mi è sembrata la più equilibrata sia a livello ciclistico, il nuovo ammortizzatore con la contro molla svolge un lavoro egregio, sia a livello termico. Le novità motoristiche riguardano l’albero a camme che gode di nuovi profili di alzata, la campana frizione in ergal lavorata dal pieno come per la sorella maggiore (la 510), il perno biella maggiorato da 30 a 34 mm per consentire maggior resistenza, l’utilizzo del nuovo carburatore Keihin da 41 mm di diametro e la diversa equilibratura dell’albero motore, indispensabile per ridurre le vibrazioni un po’ eccessive sulla versione dell’anno scorso.

TC-TE 510 4T
La sorella maggiore delle moto varesine ha una coppia davvero impressionante. I 5 ingranaggi delle marce vengono praticamente inutilizzati: in terza e quarta è possibile affrontare qualsiasi ostacolo senza particolari problemi. Il motore è veramente elastico e il nuovo carburatore, sempre il Keihin da 41, rende l’erogazione più dolce. Alla guida di questa mezzo litro si risente però del peso, che seppur contenuto, rende la moto lenta negli spostamenti e poco agile. Anche l’inclinazione dello sterzo appare troppo chiusa, perché, anche se è uguale a quella del resto della famiglia, porta sovente al sottosterzo, rendendo difficile la guida. Su questo modello comunque non sono state introdotte grosse novità per migliorare le già generose prestazioni, ma i tecnici di Schiranna si sono impegnati principalmente per migliorare l’affidabilità e la funzionalità.


Husqvarna dunque, a meno di due anni dalla dichiarazione dell’amministrazione controllata, è passata, attraverso un forte impegno tecnico e stilistico, a potersi riaffermare sul mercato con i Model Year 2005 in maniera forte e valida. Questo conferma più di ogni altra cosa la qualità di uomini e prodotti “nostrani” e ci da la certezza di poter sentir parlare ancora per molto tempo delle vittorie nazionali ed internazionali del “made in Italy”.

 

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Husqvarna TE 510 TC
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