HONDA VFR

Nel campo delle Sport-touring la sigla VFR è decisamente entrata nel mito. È dal lontano 1985 che questa moto rappresenta il top della sua categoria, imitata, copiata, sempre con scarso successo
10 marzo 2003

L'equilibrio che hanno espresso le varie versioni nell'arco di 18 anni di sviluppo è motivo di orgoglio da parte dei tecnici della Honda, che si vedono prendere ad esempio la propria creatura per le sue indubbie doti di equilibrio, ergonomia e facilità di guida.

La VFR del nostro servizio rappresenta l'ultima evoluzione del concetto granturismo secondo Honda.

Il design segue quelle che sono le tendenze attuali: corpo snello, linee tese e spigolose. Tutto ciò è evidenziato soprattutto nella parte anteriore dal cupolino con doppio faro, che sembra inghiottire la ruota, e nel posteriore, caratterizzato dal doppio scarico di sezione triangolare. Lo scarico è posizionato sotto la sella, cosa che alleggerisce notevolmente la vista di tre-quarti e lascia finalmente in bella evidenza il monobraccio posteriore con il cerchio a cinque razze in primo piano. Pregevole il fanale posteriore, sia per il look che per la fattura. Unico particolare stonato, gli snodi a vista degli specchi retrovisori, che mal si sposano con la ricercatezza globale della VFR (siamo a livello di pelo nell'uovo).

Il corpo centrale, rispetto alla serie precedente, risulta visivamente più leggero, anche grazie alla sagomatura della sella e del serbatoio. Nel complesso il design della VFR risulta molto personale e forte. Alcuni potranno trovarlo troppo diverso dal precedente, ma forse, dopo anni di moto perfette ma esteticamente classiche, ben venga una svolta come questa, con uno stile riconoscibile molto personale e "modaiolo".

La strumentazione oltre ad essere esteticamente piacevole è veramente completa, quasi "esagerata". Si va dal contagiri analogico centrale, per poi passare ai due display nei quali vengono visualizzate numerose informazioni. A sinistra, tachimetro, temperatura acqua ed aria. Mentre in quello di destra vengono visualizzati il chilometraggio totale più due parziali, orologio e livello carburante. Inoltre sempre sul cruscotto oltre alle classiche spie è presente il led luminoso che indica l'inserimento dell'antifurto HISS.

Nel complesso le rifiniture risultano ottime, come gli accoppiamenti e le verniciature.
Da segnalare l'accurata realizzazione delle piastre, dei supporti pedane e delle leve a pedale, con quelle al manubrio regolabili.

La posizione di guida, come da tradizione "VFR" è perfetta, anche per i più alti.
Mentre il passeggero non può lamentarsi sia per quanto riguarda la sella con relativi maniglioni laterali, facili da impugnare, sia per l'ergonomicità delle pedane.

Nel complesso le rifiniture risultano ottime, come gli accoppiamenti e le verniciature
Nel complesso le rifiniture risultano ottime, come gli accoppiamenti e le verniciature

Il posizionamento degli scarichi, montati sotto al codone, oltre a rendere più pulita la vista laterale della VFR, facilita il montaggio delle borse laterali, che su una sport-touring sono di rigore, ma allo stesso tempo limitano drasticamente lo spazio sotto la sella. Infatti il vano sottosella è sufficiente solo per un blocca disco, ma di quelli piccoli…

Ma è nella meccanica che la VFR-V-TEC riserva le novità più interessanti. Il propulsore è un quattro cilindri a V di 90° di 781 c.c. raffreddato a liquido a fasatura variabile, con radiatori montati lateralmente e alimentazione ad iniezione elettronica PGM-FI.

Punta di diamante di questo motore è il sistema di fasatura V-Tec, già utilizzato dalla Honda sulle proprie autovetture. Il sistema consente al motore di funzionare con sole 8 valvole sino ad un regime di circa 7000 giri, soglia oltre la quale, grazie ad un meccanismo idraulico, entrano in azione tutte e 16 le valvole, con conseguente trasformazione di carattere del 4V. Altra novità è l'abbandono della distribuzione a cascata di ingranaggi, per una più leggera a catena (-3 kg). Da sottolineare che il propulsore Honda, è già pronto per affrontare le ristrettissime norme Euro 3 in fatto di emissioni inquinanti.

Il telaio a doppio montante diagonale è stato completamente rivisto rispetto al precedente.

Nel reparto freni, ritroviamo il sistema Sport CBS, che in pratica consiste in un funzionamento "misto" dell'impianto frenante. Infatti, agendo sulla leva al manubrio, si azionano due pistoncini esterni della pinza anteriore sinistra, tutti e tre quelli della anteriore destra più uno centrale della pinza posteriore. Mentre il comando a pedale agisce sul pistoncino centrale della pinza anteriore sinistra insieme ai due esterni della pinza posteriore. Da sottolineare la possibilità di montare l'ABS come optional.

Pulsante dell'accensione…ed ecco che il motore si accende senza indugi. Il rumore è quello tipico dei V4 della Honda. Le prime impressioni, sono quelle di essere alla guida della propria moto da sempre, tutto è semplice ed intuitivo.

Il cambio è "corto" e preciso, mentre la frizione idraulica, pur non essendo leggerissima è molto modulabile.

Girando per Milano, la VFR mette in mostra una discreta agilità nello "slalom speciale" (siamo in inverno, ed il richiamo sciistico ci può stare viste anche le temperature durante la prova), ma è nel "gigante", quando le curve si fanno più ampie e i rettilinei più lunghi che la nostra Honda inizia a gioire… e lo fa sentire. Ma in che modo?!
Soprattutto con il motore, infatti non appena si riesce a tirare qualche marcia la VFR subisce uno sdoppiamento di personalità.
Due valvole, per consumare poco fare poco rumore…quattro per "viaggiare" con l'esaltazione da V4 che grida e spinge, forte.

Due personalità e due caratteri ben distinti in una sola moto, il passaggio avviene intorno ai 7.000 giri in un modo che a volte può risultare un poco brusco, per alcuni, ma esaltante per altri.

Infatti oltrepassando questo regime in piena accelerazione c'è una entrata in coppia degna di un motore turbocompresso, che soprattutto sui fondi scivolosi oppure all'uscita dalle curve può, ma solo le prime volte, prendere in contropiede.

Ciclisticamente, la VFR è rimasta fedele alle versioni precedenti, dunque comportamento sempre intuitivo senza mai mostrare segni di nervosismo. Anche spingendo è difficile scomporne l'assetto, sia nella guida "single" che in quella "di coppia", anche perché le sospensioni pluriregolabili possono adattarsi a qualsiasi utilizzo.

Il comfort, considerata l'estrazione sport-touring è ottimo, con una protezione dall'aria discreta (ma che montando il parabrezza alto migliora notevolmente), mentre qualche vibrazione si fa sentire sulle pedane.

Spiccata personalità, ritrovata sportività (in questo ricorda molto la prima serie), propensione ad essere utilizzata in qualsiasi modo

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I freni, sempre prontissimi, non sono mai in difficoltà. Da notare il miglioramento della funzionalità del sistema CBS, ora meno invadente e più progressivo. Questo, unito al sistema ABS, consente di viaggiare con una riserva di sicurezza notevole.

I consumi non sono mai stati un pregio della VFR, e anche quest'ultima versione pur risultando più parca della precedente, non stabilisce certo dei record. Bisogna anche dire che è talmente bello il rombo del motore oltre i 7.000, che spesso ci si trova a farlo frullare in alto, così, tanto per appagare l'udito e le percorrenze con un litro di benzina…calano. Il serbatoio da 22 litri ci viene incontro, dandoci una bella autonomia di viaggio, ben oltre i 200 km.

Il giudizio che diamo a questa VFR è più che positivo. Spiccata personalità, ritrovata sportività (in questo ricorda molto la prima serie), propensione ad essere utilizzata in qualsiasi modo… magari evitando il fuoristrada!

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Inizio Fine produzione
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