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Originalità stilistica e design caratterizzano infatti i tratti fondamentali della Mulachén 659, che ha rilanciato sul mercato il concetto di scrambler, genere di moto molto in voga nei primi anni settanta. Il vecchio e il nuovo si fondono in maniera equilibrata in questa monocilindrica, che ha proprio nel look il suo punto forte. Non che il resto sia da buttare, anzi, ma il taglio dell'abito appare riuscito. Il concetto classico espresso dalla Mulachén nel suo complesso, contrasta piacevolmente con gli elementi moderni rappresentati dalla forcella Marzocchi a steli rovesciati, dai dischi Braking Wave, senza tralasciare il forcellone con capriata di rinforzo e mono laterale. Anche il faro posteriore a led e la strumentazione completamente digitale sono due forzature che però ben si sposano al concetto di questa Derbi.
Il livello delle finiture è decisamente buono, così come la componentistica, che pecca solo nella povertà dei due specchi retrovisori. Altro non potrebbe essere, visti anche i 7.000 € che si devono sborsare per portarla a casa, quotazione medio alta ripetto alla concorrenza.
L'impostazione di guida, seppur atipica per gli attuali canoni ergonomici, non è affatto scomoda. La sella posta a 810 mm da terra, quindi più indicata per le persone di statura medio alta, è decisamente poco imbottita. Peggiore in assoluto la situazione per l'eventuale passeggero, la sua porzione di sella è davvero striminzita, in compenso l'imbottitura è soffice…come un ferro da stiro!
Data la conformazione del codino, difficile aspettarsi un vano sottosella…che infatti non c'è.
La strumentazione LCD, spie di servizio comprese, seppur ricca di informazioni (contagiri, tachimetro, contachilometri parziale-totale, orologio) pecca in leggibilità durante le giornate di sole. Quando non ci si mette la luce del sole ci pensano le dimensioni dei caratteri, decisamente XXS.
Il livello delle finiture è decisamente buono, così come la componentistica
La parte meccanica è una garanzia, con il monocilindrico Minarelli – Yamaha, già montato sulle Yamaha MT03 – XT - Aprilia Pegaso, che pur senza impressionare per potenza e coppia (47 cv a 6.250 giri/min con una coppia max di 55 Nm a 5.500 giri/min) si adatta perfettamente al carattere della Mullachén.
Supportato da un cambio a cinque rapporti preciso e discretamente rapido, nonché da una frizione morbida e precisa nello stacco, il monocilindrico bialbero raffeddato a liquido ama girare come gran parte dei mono, ai medi regimi, dai 3.500 sino ai 5.000 giri sono l'arco maggiormente indicato per godere al meglio delle qualità di questo propulsore. Più in basso emerge qualche strappo di erogazione, mentre tirargli il collo fin quasi al limite dei giri (6.800/7.000 giri) è del tutto inutile in quanto la spinta si esaurisce con la soglia dei 6.000 giri/min.
Il settaggio delle sospensioni decisamente soft, se da una parte aiuta ad innalzare il livello di comfort limitato dalla scarsa imbottitura della sella, dall'altra obbliga il pilota a pennellare le curve e ad agire sui comandi sempre in maniera rotonda e composta. Niente forzature sia in frenata che in inserimento di curva, e vedrete che la Mulachén si lascerà condurre piacevolmente. Se appena appena si alza il ritmo, emergeranno i limiti della ciclistica, non tanto del telaio o del mono posteriore, che si può regolare anche nel precarico molla e nell'idraulica, quanto della forcella anteriore, che priva di qualsiasi regolazione, va presa così com'è, cioè morbida.
Decisamente una moto da città o da misto stretto.
Con soli 165 chili a secco la Mulachén si dimostra agile e intuitiva da utilizzare soprattutto in ambito urbano, dove si riesce a manovrare come uno scooter, oppure sul misto stretto, dove si dimostra facile e intuitiva nella guida. Le strade veloci o addirittura le autostrade, sono mal digerite, in primis a causa delle vibrazioni che tutti i monocilindrici regalano in misura copiosa agli alti regimi richiesti da questo genere di utilizzo, secondariamente a causa della scarsa, per non dire nulla protezione dall’aria offerta dal cupolino. Meglio allora allungare i tempi di percorrenza, godendosi le curve di una strada provinciale.
Ottima la risposta dei freni a margherita, l'anteriore addirittura con pinza freno ad attacco radiale Brembo. Difficile metterli in crisi anche dopo parecchi chilometri di strada in discesa, hanno mantenuto intatte le caratteristiche di modulabilità e potenza frenante. L'appoggio fornito dalla coppia di pneumatici semi-fuoristradistici è sempre stato sicuro ed ha permesso di arrivare a limare le pedane senza per altro accusare perdite di aderenza.
Il fatto stesso che la Mulachén sia una scrambler, ci ha "obbligato" a portarla fuori dalle strade asfaltate per un breve percorso off road poco impegnativo.
Tutto bene l'importante è non esagerare.
Fin quando si tratta di sterrati compatti tutto ok, se il percorso diventa particolarmente sconnesso, la limitata escursione delle sospensioni porterà facilmente al fondo corsa sia del mono che della forcella…due le soluzioni: o andate piano e sperate che il terreno migliori; o tornate indietro che fate prima…
Il periodo trascorso insieme a questa singolare due ruote volge al termine, non senza qualche rimorso dovuto soprattutto alla piacevolezza che questo genere di moto, monocilindriche dal peso contenuto, sa elargire soprattutto nell'uso di tutti i giorni… alla faccia delle cavallerie strabordanti e dei variatori!
Derbi
Viale Rinaldo Piaggio, 25
56025 Pontedera
(PI) - Italia
0587272111
http://www.derbi.com/it_IT/
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