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Spagna, sulle colline nelle vicinanze di Barcellona, alla ricerca dell’ultimo caldo annuale che di fatto non c’è stato. Pioggia e freddo hanno caratterizzato una delle prove più attese della stagione, nella quale torna finalmente sotto i riflettori la cross dalla livrea gialla, l’iconica RM-Z 250.
A presentarcela sono arrivati direttamente dalla casa madre i tecnici che l’hanno sviluppata che ci raccontano nel dettaglio i punti focali che hanno caratterizzato lo sviluppo del nuovo progetto. Yamaguchi-san, motorista a capo del modello 2019 ci indica le chiavi del progetto che sono: l’erogazione del motore, la maneggevolezza in curva e la capacità di frenata.
Dal punto di vista termico hanno lavorato assiduamente durante gli ultimi due anni ed infatti, viene incrementato notevolmente il picco massimo di potenza grazie ad un nuovo flusso dei condotti d’aspirazione ed all’inserimento del doppio iniettore che aumenta la potenza espressa di oltre il 5%. Grazie a ciò viene anche ridisegnata la distribuzione del cambio in particolare la prima e la seconda che ora sono più corte. Viene inoltre introdotta un’ulteriore possibilità di personalizzare le impostazioni della centralina, grazie alla partnership con Athena.
Le tre mappe non sono un'innovazione sulla 2019, in quanto erano già presenti sul modello precedente: c'è la classica Standard, la Soft per terreni scivolosi, e la Aggressive per terreni che legano di più; le mappe si modificano intervenendo sugli spinotti opzionali che vengono forniti assieme alla moto, e questi di fatto agiscono sulla centralina modificando semplicemente la quantità di benzina che viene miscelata con l'aria.
E' invece una novità lo strumento di programmazione dell'italiana GET, che può essere montato a bordo della moto e gestito tramite una app sul telefono. in questo caso le personalizzazioni sono maggiori, anche se comunque non è previsto il controllo di trazione al momento. In abbinamento alla gestione della ECU viene confermato il Suzuki Holeshot Assist Control (S-HAC) nelle due possibilità d’azionamento, ovvero A per terreni duro o scivolosi e B per le condizioni normali, entrambi attuabili con il tasto al manubrio.
Non viene ancora introdotto l’avviamento elettrico e questo consente anche una notevole riduzione di peso. Dal punto di vista ciclistico, Yuse-san ci conferma come il maggior lavoro si sia concentrato nella ricerca della massima maneggevolezza e questo è stato ottenuto ruotando il motore all’interno del telaio all’indietro per avvicinarlo al baricentro. Anche il telaio stesso è stato interamente ridisegnato internamente dove ora risulta interamente cavo.
Le forcelle KYB di ultima generazione tornano ad essere a molla mentre per il monoamortizzatore sono state variate le progressioni del leveraggio che si abbina ad un nuovo forcellone da un disegno interamente rinnovato.
A completare le dotazioni di serie è la componentistica di alto livello con una fornitura Nissin per quanto riguarda gli impianti frenanti con un aumento del disco anteriore che passa da 260 a 270 mm. Arriva come dotazione di serie ,ed anche per la prima volta sul mercato, il nuovissimo Dunlop Geomaxx Mx33, un nuovissimo pneumatico medium soft di Dunlop che permette di avere un largo range di utilizzo. Risulta il degno successore del blasonato MX3SF con una serie di accorgimenti nel disegno e nella mescola che le permette di essere ancora più competitiva su una moltitudine di terreni differenti.
Sali in sella ed avverti subito una posizione comoda ed una linea slanciata e sottile tra le gambe. La seduta è bella piatta e sostenuta e l’accoppiamento con i fianchetti ed il serbatoio, ora in plastica, è molto preciso e curato. Il convogliatore dell’aria è in materiale bicomponente, con una parte in simil carbonio ed una gialla che si sposano elegantemente alla copertura del serbatoio di colore blu. Come comandi troviamo a sinistra una leva frizione a cavo, il pulsante di spegnimento, l’attivazione del Launch control, mentre a destra, oltre al comando gas, una pompa Nissin che è stata accoppiata ad un disco oversize.
Per accendere la gialla occorre ancora scalciare, è infatti tra le poche rimaste a non avere l’avviamento elettrico. Ciononostante si avvia molto velocemente, bisogna solo prendere un po’ di confidenza all’inizio con lo stacco frizione e la poca inerzia, per non fargli fare il classico ciuf. Già dai primi metri senti che il motore c’è, spinge forte ed ha voglia di distendersi. Il sound, seppur in linea con le richieste fonometriche è una goduria perché è secco e rabbioso come il carattere del propulsore. Appena la inserisci in curva ed inizi a ruotare la manopola, lei è subito pronta a sostenerti, tanto da richiedere, a volte, una marcia in più. Nella fase centrale della schiena però perde un po’ di spinta, come se fosse indecisa se proseguire o meno, ma appena superi quel punto entri nella zona in alto dove da il meglio di sé. Ha un ottimo allungo infatti e, se la fai cantare a dovere è capace di regalarti grandi soddisfazioni.
Dal punto di vista ciclistico ho avuto l’occasione di lavorare direttamente con i tecnici Kayaba che mi hanno settato la moto a pennello prima di entrare in pista e durante tutto il test. Il primo approccio porta come impressione quella di un ottimo sostegno, che a volte è risultato essere fin troppo duro e nervoso, complice probabilmente anche un prodotto appena uscito dalla scatola e non ancora rodato.
La forcella sostiene bene fino ad un certo punto, poi quando va a lavorare in basso tende a picchiare nelle braccia. Nulla che non si possa sistemare con i registri o al massimo con una molla più dura. Discorso similare per il mono, che lavora bene in abbinamento con la forcella, ma che in alcune occasioni, specie nelle buche secche in accelerazione, tende a picchiare sulle creste, piuttosto che scaricare tutta la potenza a terra.
Pur non essendo tra le più leggere della propria categoria (nonostante non abbia a bordo batteria e motore d’avviamento) in termini assoluti, in ordine di marcia risulta essere leggera da muovere sia a terra tra i canali, che in aria nei salti. Il punto di forza è senza dubbio l’inserimento che avviene in maniera naturale ed istintiva, soprattutto nei canali stretti. A metà, complice la coppia centrale, hai un attimo di esitazione, ma se insisti nell’apertura e la aspetti, esci dagli appoggi come una fucilata.
In conclusione la nuova 250 di casa Suzuki compie importanti passi avanti rispetto alla versione precedente, sia in termini di motore che di ciclistica e sensazioni di guida. Mancano alcuni componenti per avere un pacchetto davvero completo, al passo con la concorrenza e con le esigenze ed i “vizi” del crossista moderno. I tecnici in giallo ne sono consapevoli e ci hanno già anticipato imminenti importanti novità.
Le moto saranno disponibili in Europa a partire dalla fine di gennaio 2019 ed il prezzo al pubblico arriverà a breve.
- Casco: Thor
- Occhiali : Ariete
- Maglia: Thor
- Pantaloni: Thor
- Guanti: Thor
- Stivali: Alpinestars Tech 8
Moto: Suzuki RM-Z 250 MY 2019
Data pubblicazione:28 Novembre 2018
Luogo: Crossodromo di Vallgorguina Barcellona, Spagna
Foto e Video: Steve Bauerschmidt per Suzuki
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
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