Yamaha inizia il 2011 con una prova che è una fuga tra i sogni: nel deserto del Marocco, per testare l’affidabilità e le doti offroad della XT1200Z. Tre giorni di viaggio indimenticabili, alle porte del Sahara | Prova con video
16 febbraio 2011
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Già avrete sicuramente letto alcune brevi pillole dell'esperienza unica ed assolutamente indimenticabile a cui ho avuto il piacere di partecipare, in occasione del test della Yamaha XT1200Z Super Ténéré in Marocco, alle porte del deserto del Sahara.
Un'avventura ai confini del... sogno!
Allora saprete altrettanto che i
margini di questa pagina Web stanno decisamente stretti a questa avventura che parla di libertà e forti emozioni già dalle prime sillabe del titolo.
Immaginatevi la circostanza: gennaio, Lago Maggiore, un freddo bischero che mischiato all’umidità del lago non saprei quale preferire. Arriva la telefonata dalla redazione: “c’è da andare in Marocco 3 giorni a provare una moto". Dove scusa? “Sì in Marocco su uno dei tratti storici della Dakar”.
Non ci credo! Mi state prendendo in giro...
E invece no, tutto vero, domenica 6 febbraio si parte! Posato il telefono incomincio a sognare, gli occhi mi si incrociano sul pc dell’ufficio dove, per un attimo, nulla ha più la priorità sulla mappa del Marocco… si parte da lì, poi si va là, ma come saranno i posti, ma farà freddo o caldo e via dicendo.
Marocco, pianeta Terra?
In poco più di 3 ore di volo, mi ritrovo su un altro pianeta, a volte pare Marte, a volte non so cos’altro, ma di sicuro difficile pensare di essere sul pianeta Terra.
Gli spazi, le distese infinite, dove incontrare qualche altra forma di vita al massimo accade una volta ogni mezz’ora, tutto questo mi ha fatto provare sensazioni mai vissute prima: è
come se i polmoni si riempissero di più ossigeno.
Tutto il contrario della giungla metropolitana dove tutto è controllato, tutto è monitorato, statisticamente valutato, e maledettamente vietato.
Deserto: il contrario della giungla metropolitana dove tutto è controllato, tutto è monitorato, statisticamente valutato, e maledettamente vietato
Durante questo viaggio ho potuto dare sfogo all'anima del motociclista… ecco uno sterrato , mio! E via che lo percorro fin dove finisce. Velocità e distanze, diventano tutte relative in spazi dove anche la più grossa bicilindrica è considerata una bicicletta per bambini.
Con questa moto ho potuto apprezzare questo senso di libertà che solo lei, e poche altre, sono in grado di esaltare con questa intensità.
Non si tratta di un modo di guidare, di un’impostazione tecnica, di una geometria matematica, bensì di un’anima che poche moto hanno o sanno trasmettere. Sapere che, nonostante la vita impegnata e stressante che purtroppo ognuno di noi vive ogni giorno, esiste una compagna di viaggio per poter, anche solo per un giorno, evadere dagli schemi, trasmette un senso di forza indescrivibile.
Una prova decisamente atipica
Ed eccomi qui
con la prova integrale, dove potrete cogliere, tra le descrizioni delle avventure affrontate, le foto di repertorio e i filmati, il carattere pionieristico della nuova maxi enduro stradale.
Eh si perché la missione di questo viaggio è stata proprio quella di
portare la grossa bicilindrica su terreni e tracciati in teoria a lei decisamente poco indicati, scoprendo, al contrario, che non solo ha retto la sfida, ma che la XT1200Z Super Ténéré è capace di regalare e trasmettere quelle sensazioni che un motociclistica ha dentro l’anima e che ha bisogno di provare.
Il primo approccio... non conta!
Partiamo dall'inizio. Il primo approccio non è stato dei migliori... sebbene questa 1200 dimostri una certa dinamicità anche di ergonomia, nonostante la sua imponenza, già al primo approccio sul cavalletto centrale, per chi scrive che è solito guidare moto decisamente più piccole e leggere,
non è stato propriamente istintivo adattare i propri parametri di guida alle sue dimensioni ed alla stazza in ordine di marcia. Già in configurazione sport, condizione sine qua non per affrontare il deserto, senza quindi alcun accessorio in eccesso, la “piccola” pesa la bellezza di 260 kg, cosa non da poco quando ti trovi immerso nelle dune, in particolar modo quando ti tocca rialzarla da fermo dopo una scivolata non preventivata, ve lo posso assicurare. Il primo trasferimento su asfalto del primo giorno, per fortuna, è stato ottimo ed indispensabile per acquisire la necessaria confidenza e reattività prima dell'inferno di sabbia.
Una 1200 amichevole
Presa la necessaria confidenza infatti, è facile apprezzare il carattere mansueto di questo 1200. Pur essendo un motorone di prima categoria infatti, grazie alla tecnologia degli scoppi differiti, una mappatura soft (touring) ed il controllo di trazione a 2 stadi, non è per nulla esuberante, anzi, per assurdo,
a volte pare essere più tranquillo di quanto ci si aspetterebbe da una cubatura tale. Gli attuali 110 cavalli infatti, non sempre le danno giustizia. Allo studio ci sono già altre mappature più spinte, che saranno eventualmente disponibili in un prossimo futuro presso i concessionari.
Via il traction control: iniziano le danze
Cambia notevolmente carattere se la si vuole settare per una guida più aggressiva, levando il traction control e selezionando
la mappatura S (sport) viene fuori in maniera più evidente la schiena di potenza caratteristica di questo bicilindrico. Rimane solo, a mio avviso,
una leggera incertezza nella sezione centrale della spinta, in quanto all'apertura del comando del gas la risposta è pronta e concreta, ma poco dopo tende a calare leggermente, per poi riprendersi a metà gas e tirare in maniera progressiva e lineare fino alla fine.
Su asfalto è quindi consigliabile la prima configurazione (che si inserisce di default ogni volta che si toglie la chiave) che, unitamente
al sistema di frenata integrato UBS, mediante il quale con la pressione sulla leva del freno anteriore si aziona automaticamente in percentuale anche la pinza posteriore, e l'ABS sempre inserito, permette di
viaggiare in totale sicurezza e tranquillità. Per chi invece vuole tirare qualche marcia consiglio vivamente il setting sport.
Come si comporta nei trasferimenti su asfalto
Il terzo giorno poi, ovvero la tappa conclusiva nella quale abbiamo nuovamente percorso tratti stradali, prese per bene le misure e capiti i pesi, le lunghe lingue di asfalto che si disperdono all'orizzonte tra una d'una e l'altra, sono diventate una vera conquista da rincorrere.
Marcia lunga e motore appena in tiro e via che viaggi a 140/150 senza nemmeno accorgerti tanto ti senti tranquillo e comodo. Allo stesso tempo i passi tortuosi dei monti dell'Atlante non sono un problema, basta una minima fiducia nella gomma per pennellare le curve con pieghe memorabili.
Per le lunghe tratte sarebbe ottimale
una minima di protezione in più dal vento, facilmente ottenibile con l'acquisto del pacchetto optional Touring (euro 972,8) comprensivo di schermo frontale maggiorato, deflettori aria e borse laterale da viaggio. Per i più esigenti è disponibile anche un ulteriore pacchetto optional, il Touring plus, disponibile a euro 805,6 e comprensivo di baule centrale, profilo anteriore completo paracolpi e manopole riscaldate.
Ciao ciao elettronica. Comincia l'avventura offroad
Passando all'offroad invece, punto forte di questa trasferta, il vantaggio dei supporti elettronici viene meno, per lasciar spazio alle capacità e sensibilità del pilota.
Togliendo il traction control con un semplice tasto sulla strumentazione è possibile infatti trasformare in poco tempo la
XT1200Z Super Ténéré in un giocattolo davvero divertente. Con un po’ di malizia
è possibile anche escludere il funzionamento dell'ABS, così da massimizzare le sensazioni. Basta un minutino in prima sul cavalletto centrale infatti per mandare in palla la ruota fonica di rilevamento della centralina, disabilitando, in sostanza, il controllo di frenata assistita fino alla prossima riaccensione.
Una moto dall'indirizzo stradale, che si trasforma in pochi istanti in un'ottima compagna di avventure offroad
Ed ecco fatto che una moto dall'indirizzo stradale si trasforma in pochi istanti in un'ottima compagna di avventure offroad.
Certo, non si potrà avere la confidenza che si ha alla guida di un KTM 990 Adventure, studiato appositamente per questi utilizzi, ma la XT1200Z Super Ténéré è in grado di regalare vere emozioni.
Il motore progressivo permette di raggiungere velocità importanti senza perdite di controllo e derapate eccessive, ma allo stesso tempo le accelerazioni controllate sul brecciolino delle distese infinite del deserto sono un godimento allo stato puro.
Basta premere lievemente su una delle pedane e dare gas progressivamente per dare inizio ad una derapata in accelerazione degna da record dei Guinness dei primati. E non serve nemmeno una grande tecnica perché la dolcezza di questo propulsore ti aiuta in maniera molto naturale. Medesimo discorso per le piste battute, sulle quali basta un attimo per viaggiare a velocità sostenute (120/130) con il minimo sforzo.
Nella sabbia e tra le pietre dell'Atlante
Nella sabbia profonda il discorso è un po’ diverso in quanto la distribuzione dei pesi tipicamente stradale, rivolta principalmente sull' anteriore, tende a caricare molto
la ruota davanti che facilmente sprofonda e sparisce nel fesh-fesh africano.
Agendo sul precarico molla della forcella (che ho chiuso praticamente tutto) e
ammorbidendo il mono ammortizzatore, sono riuscito a migliorare in parte l'assetto per far si che la moto galleggiasse di più, ma di certo non posso pretendere che diventi di colpo un prodotto specialistico. Tolte queste mancanze dovute ad un setting dedicato ad altri usi,
il comparto sospensioni, sebbene morbido, è stato in grado di far fronte alla maggior parte delle sollecitazioni subite.
Buono il comportamento anche nelle pietraie, dove le velocità più contenute e la stabilità data dal peso importante, fanno sì che questa
Yamaha si comporti come una nave rompighiaccio tra le pietre, trasmettendo grande sicurezza al manubrio di chi è alla guida.
Sono rimasto davvero
sorpreso anche nella guida "enduristica" di qualche sentierino di montagna, dove, nonostante la mole e gli ingombri che ben si conoscono, si è districata con una certa disinvoltura tra le pietre piantate e gli scoli dell'acqua.
Pedane intelligenti
La posizione in sella è comoda e spaziosa, ideale per i lunghi viaggi, con in più alcune accortezze degne di nota. La sella regolabile su due altezze infatti è, a mio avviso, un elemento tanto semplice quanto utile. Con il rovesciamento di un supporto plastico sotto alla spugna è infatti possibile accontentare la quasi totalità degli utenti, dal più basso al più alto e questo particolare, sulle lunghe distanze, può fare davvero la differenza. Anche
per le pedane Yamaha ha sviluppato un concetto innovativo: all'interno della pedana dentata classica, è stato posizionato
un elemento in gomma modulabile che, in posizione seduta assicura il giusto appoggio del piede sulla gomma, eliminando eventuali vibrazioni, ma nella guida in piedi, con il peso del pilota, l’inserto si stressa e cede, lasciando che lo stivale si appoggi in maniera uniforme ai denti della pedana.
Nota negativa per la loro resistenza in quanto, su una moto del convoglio, un supporto-pedana si è rotto a seguito di una forte sollecitazione nell'affrontare una compressione in velocità.
XT1200Z Super Ténéré: come si guida in piedi
La distanza pedane/sella come detto sopra è regolabile in 2 differenti configurazioni, mentre quella sella/manubrio è adeguata, considerando anche l'importante serbatoio che li separa.
Per chi ha le gambe lunghe è facile venire a contatto con le ginocchia sui convogliatori. Leve regolabili, strumentazione digitale dettagliata (trip, temperature, odometro, consumo istantaneo), buona leggibilità e discreta protezione al vento completano la plancia di comando, ottima per la guida da seduto. Leggermente più costretta invece la guida in piedi necessaria per l'offroad, in quanto il serbatoio largo e le protezioni a sinistra del silenziatore di scarico impediscono di potersi muovere in completa libertà avanti e indietro. Lo stivale sinistro incontra in poco spazio la protezione del silenziatore rendendo difficile se non quasi impossibile la pozione arretrata.
La dotazione della nostra moto
In dotazione sulla versione provata anche
alcuni allestimenti extra. Queste 1200 africane erano infatti tutte preparate in
configurazione Sport, ovvero munite di paramotore, fari supplementari e frecce a Led (prezzo di vendita 445,6 euro) Altra chicca importante, sulla mia in particolare,
lo scarico Akrapovic in titanio e la relativa protezione in carbonio (non ancora in vendita) acquistabile a parte al prezzo di 859 euro.
Complemento essenziale anche il treno gomme offroad, per l'occasione delle
ottime Metzeler Karoo che, montate sui cerchi a raggi a T, hanno retto alla grande il confronto con gli asfalti accidentati marocchini e le pietraie del deserto africano.
Per concludere, la spesa di 14.290 euro necessaria per posteggiare una di queste XT1200Z Super Ténéré nel proprio garage è giustificata, soprattutto se cercate
una moto trasversale che sia in grado di stupirvi ed affascinarvi ogni giorno di più, chilometro dopo chilometro.
Versatile, robusta e affidabile: sono gli aggettivi che maggiormente la contraddistinguono e la rendono una valida alternativa alla BMW. Disponibili già dal 2010 le colorazioni blu e nera, gli allestimenti sopra descritti e gli optional di rilievo, c'è da attendere invece fino ad aprile per l'inedita e caratteristica colorazione bianca che richiama il carattere più corsaiolo della casa Giapponese.
Purtroppo la mia avventura nel deserto con la Yamaha, per ora, termina qui: ho avuto modo di portare la mia anima a toccare il cielo con un dito, e sono tornato a casa sano e salvo. Ora tocca a voi scrivere la vostra!
Pregi
Stabilità ed affidabilità | Elasticità del motore
Difetti
Peso eccessivo sull’anteriore | Sospensioni morbide
Yamaha XT1200Z Super Ténéré