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Yas Marina, Abu Dhabi, 5 Aprile 2019. La vittoria di Sam Sunderland all’Abu Dhabi Desert Challenge 2019 non deve suonare come una sorpresa. Il forte Pilota di stanza negli Emirati ha già dimostrato il proprio valore vincendo Dakar e l’edizione 2017 del Rally degli Emirati. La forza del nuovo successo del simpatico inglese è nell’applicazione perfetta della vecchia, ma talvolta difficile da gestire, strategia dell’”elastico”. Vincere e staccare, perdere e contenere il disavanzo, ripartire e vincere allungando. Questo alternativamente giorno dopo giorno, tappa dopo tappa, facendo in modo che l’ordine di partenza sia sempre adatto alla strategia.
In questo modo si spiega come le vittorie di tappa “alternative”, tutte a firma Ignacio Cornejo, Honda, abbiano avuto tutte un basso livello di contenuto, e come mai Sunderland abbia potuto trasformare il vantaggio irrisorio al termine della penultima tappa, 18 secondi appena, in un abissale trionfo finale, oltre otto minuti di distacco. Una Gara da manuale, insomma.
Tutto è iniziato con la Yas Marina dell’avvio, oltre 250 chilometri per prendere le misure con il deserto di Abu Dhabi e affrontare quasi subito una bella due giorni di tempesta di sabbia. Buona la prima, Sunderland vince e va in testa con sei minuti di vantaggio su Andrew Short, Husqvarna, e Ignacio Cornejo, Honda.
Nella seconda Tappa Cornejo, partito per terzo a quattro minuti da Sunderland, vince la Al Ain Water di 222 chilometri davanti al proprio “capitano” Joan Barreda e, ancora, Andy Short. Sunderland si lascia distanziare di cinque minuti, ne conserva quasi uno in testa alla corsa ma costruisce il vantaggio di partire quinto nella successiva Nissan di quasi 300 chilometri.
Inciso Honda, alle prese con un altro Rally decisamente sfortunato. Kevin Benavides parte con alcune costole fratturate o incrinate, e Joan Barreda, analogamente infortunato, deve ritirarsi nel corso della prima Tappa per un problema alla Moto. Il catalano riprende la corsa, ma ormai senza alcuna velleità di classifica. Di fatto è un concorrente, decisamente temibile, in meno per Sunderland & soci KTM.
Sunderland vince agevolmente e “strapazza” gli avversari, quasi tre minuti al redivivo Kevin Benavides, nella Nissan, Speciale centrale del Rally. Cornejo, spinto dal furore dei sudamericani che vedono nel piccolo fantasista del loro Paese il futuro motociclistico del Cile, ci prova e chiude all’ottavo posto. Il compito di aprire la pista per quasi trecento chilometri nello stupendo deserto di Liwa è stato troppo duro, e il gap rispetto al vincitore è importante. Cornejo è superato anche da Luciano Benavides, il fratello di Kevin che corre con KTM e, soprattutto, Sunderland ha raddoppiato il proprio vantaggio volando a oltre dodici minuti dal terzetto di inseguitori sudamericani.
La vittoria di Cornejo nella successiva ADNOC di 286 chilometri sembra rimettere in gioco il cileno e in discussione la strategia, quasi azzerato il vantaggio, di Sunderland. In realtà l’inglese ha affrontato da apripista la Tappa con il maggior quoziente di fuoripista, preoccupandosi solo di non sbagliare strada. La sua strategia è nota e la perfetta conoscenza del territorio gli consente di prendersi una certa forma di distanza dalla tensione agonistica.
È così che si giunge all’epilogo così chiaramente Sunderland-oriented. L’ufficiale KTM risale veloce dalla settima posizione di partenza e riprende a dispensare distacchi. Alla fine della Tappa e del Rally, quando la carovana ridotta a una trentina di Concorrenti rientra a Yas Marina, Sunderland vince la terza tappa e, per la seconda volta dopo quella dell’edizione 2017, il Rally Abu Dhabi Desert Challenge 2019. Ignacio Cornejo è staccato di quasi dieci minuti, e il pur promettente Pilota Honda si fa superare di nuovo da Luciano Benavides, che con il secondo posto offre a KTM l’opportunità di una beneaugurale doppietta.
Fahad al Musallam, Yamaha, vince la Gara dei Quad davanti all’”eterno” Rafal Sonik, Yamaha pure il polacco, e il Mondiale Cross-Country passa adesso direttamente al fenomenale Silk Way Rally, Russia-Mongolia-Cina di metà luglio.