Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il capitolo finale dell’Abu Dhabi Desert Challenge era già stato scritto alla fine della penultima tappa, quando l’inglese che vive a Dubai, vincitore della Speciale e leader della generale con tre minuti di vantaggio, veniva penalizzato di dieci minuti per aver saltato una parte del “corridoio” regolamentare che separa la fine della PS dall’inizio del trasferimento finale. Una stupidaggine, che ricorda la penalizzazione subita tra Dakar fa da Cyril Despres per una circostanza analoga. In questi casi il problema non è la leggerezza del difetto, quanto la… pesantezza della sanzione, dando per scontato, e questo è un punto a favore degli organizzatori (della Dakar quella volta e dell’ADDC questa), che le regole non possano essere negoziate in sede di applicazione.
Così Marc Coma, fermo da sei mesi all’indomani dell’incidente in Marocco, senza vincere una sola tappa, ma stando “attaccato all’osso”, come sua consuetudine, dall’inizio alla fine della corsa, ha vinto per la settima volta il Desert Challenge e prenota il posto in business sul volo del Campionato del Mondo. Naturalmente è un piacere sapere che lo spagnolo è tornato in piena forma, e fa sempre piacere quando un grande Campione riesce ad imporre e rinnovare il suo patrimonio di superiorità.
Sam Sunderland merita un discorso a parte, neanche collegato alla gara e alla vittoria di Coma. Il giovane inglese è stato molto bravo, ha sfruttato in pieno il vantaggio di correre nel deserto di casa, e ci ha messo su anche il “carico da 11” di un indubbio talento. Ha vinto due speciali su quattro disputate (La Super Special è stata appannaggio del Quad di Abu-Issa, e una a testa l’hanno vinta il polacco Przygonski e il portoghese Gonçalves), ed è stato in testa dalla seconda giornata di gara fino alla vigilia dell’ultima, offrendo alla Honda l’illusione di poter vincere il suo primo Rally di Mondiale dal momento del rientro in Marocco, dove ad illudere era stato il suo “capitano” Helder Rodrigues.
Se il terzo posto sta discretamente stretto a Sunderland, il secondo premia la gara molto intelligente ed equilibrata di Paulo Gonçalves, che per trenta secondi, a sua volta, non ha dato alla neonata Marca Speedbrain (il risultato dell’inverno di rivoluzioni che ha travolto la Squadra del bravo Wolfgang Fischer) la soddisfazione piena di una vittoria a inizio di traiettoria. Il portoghese ha “limato” una parte della sua tradizionale aggressività ed ha potuto lottare ad armi pari contro un pluricampione del Mondo ed un “autoctono” particolarmente a suo agio nel suo deserto, rivelandosi un perfetto “backup” del compagno di Team Joan Barreda costretto al ritiro all’inizio del Rally.
La rappresentanza italiana ad Abu Dhabi era ridotta all’osso. Un Team e una… Pilotessa, ma tutti e due portano a casa il risultato. Il Jolly Racing Divisione Rally, Team Manager Jordi Arcarons e “padrone” Alessandro Tramelli, debutta portando al sesto posto assoluto e alla vittoria nella categoria Open il boliviano Juan Carlos Salvatierra, e Camelia Liparoti, unica donna in gara, è ventunesima assoluta e ottava della categoria Quad vinta dal Pilota del Qatar Mohammed Abu-Issa. Anche la forte e simpatica livornese prende il volo sulla rotta di un nuovo Mondiale.
Il Rally degli Emirati è stato breve e concitato. Poche tappe, caratterizzate dalla tattica del “plotone” poiché era impossibile per chiunque tentare la sortita e andare in fuga, colpi di scena e un ritmo più da “cross” che da… country. Adesso si volta pagina, per affrontare l’altra faccia del deserto del petrolio, il Sealine Rally del Qatar assai discusso lo scorso anno che si disputa tra una settimana soltanto. I concorrenti impacchettano le loro cose e le trasferiscono via terra poco lontano, per dar vita alla seconda prova del Mondiale. Alcuni tornano a casa, come il polacco Tadeusz Blazisiak, Campione del Mondo di Super Enduro, che chiude con un ottimo settimo posto la sua estemporanea apparizione sulla scena dei Rally. Al suo posto sulla KTM in Qatar rientra Francisco “Chaleco” Lopez, terzo alla Dakar, e sulla Speedbrain tornerà in sella l’americano Quinn Cody. Chiusa la guerra dei Golfi, si riprenderà a fine maggio, finalmente con il Sardegna Rally Race.
Ma in Sardegna, dove si corre solo in moto, non potrà tornare a gareggiare Joan “Nani” Roma, ex motociclista e “dakariano d’oro” nel 2004, che ha vinto con autorità e con una certa facilità la corsa delle auto, scrivendo per la prima volta il suo nome sull’albo d’oro per sette volte “inciso” da Jean-Louis Schlesser, oggi secondo a circa mezz’ora dal Pilota Mini All4 Racing.