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Le Dune di Merzouga, Marocco, 7 Aprile 2019. Ne ha fatta di strada quell’idea di Edo Mossi di allestire il contesto di un Rally-Raid alla portata di un maggior numero di concorrenti, leggi non solo i Pro ma anche Amatori e Appassionati. Oltre la barriera dei dieci anni dalla nascita, e dal 2016 sotto l’ala di ASO, l’odierno Afriquia Merzouga Rally è l’indefinibilmente eclettico evento che sta in mezzo tra l’essere il Salotto buono della Dakar e la sua… Sala d’Attesa. Era naturale che, dopo l‘acquisizione da parte dei “Proprietari” della Dakar, la configurazione del Rally dovesse perdere quel connotato di manifestazione indipendente per diventare in qualche modo complementare alla Regina dei Rally-Raid.
Anche questa mossa, accordata al Rally con la cooperazione di… Mossi, se all’inizio poteva sembrare vagamente promozionale-ricattatoria, oggi è diventata un'altra importante freccia all’arco del Merzouga. Oggi sono molti i Piloti, soprattutto giovani, che considerano il Merzouga come il miglior trampolino di lancio verso la Dakar. Al di là dei concetti di Dakar Series o Challenge, oggi il Merzouga Rally svolge il ruolo basilare di palestra, scuola o… doposcuola non solo per la Dakar ma per la disciplina stessa che sottintende le maratone-avventura. Forse definirlo l’università dei Rally è un po’ troppo, ma il concetto rende bene l’idea.
Bene, da scuola a sala d’attesa, e finalmente a salotto. L’atmosfera che gli organizzatori di ASO, e Mossi, hanno saputo creare è quella di una mini Dakar, nel senso che, eliminata buona parte delle difficoltà incentrando l’azione nella super affollata e iper conosciuta area di Erfoud-Merzouga, più della battaglia è diventato interessante… il bivacco.
Oggi, infatti, i vincitori non sono più degli sconosciuti ma rispondono ai nomi di Adrien Van Beveren e Nasser Al-Attiyah, e naturalmente c’è una buona ragione. Al richiamo di ASO si risponde sempre, vuol dire che qualcuno è presente come ospite di riguardo, ma allo stesso tempo gli è stata offerta l’opportunità di allenarsi, di mettersi alla prova dopo un infortunio, di fare un buon ripasso di navigazione e strategia, o semplicemente sperimentarsi misurandosi in un contesto differente.
Ecco come accade. Van Beveren vince ed è estasiato. Ha vinto tre delle cinque tappe, ha perso per strada l’avversario forse più convincente, Michael Metge, nel corso della terza Tappa, non ha corso particolari rischi italiani, Botturi e Gerini si sono persi già il primo giorno e con un più venti è difficile tornare in partita, e a parte la bella sorpresa Ross Branch e una Squadra ormai di punta, la Hero di compare Volfgang Fischer saldamente con… le ruote per terra di Oriol Mena e Joaquim Rodriguez, è stato sempre in testa. A rendere particolarmente felice il Re delle Sabbie del Nord, Adrien è uno dei grandi specialisti del Touquet, è il fatto di essersi potuto verificare a oltre un anno dal brutto incidente della Dakar, e di aver cancellato con il risultato pieno un’interminabile, dolorosa e frustrante parentesi della carriera.
Non è stato il Rally degli Italiani. Botturi e Gerini al quinto e sesto posto finale sono il riflesso delle incertezze della prima parte del Rally. Jacopo Cerutti, in risalita, è stato costretto al ritiro per un cedimento della mousse a pochi chilometri dal termine della Tappa Marathon. In compenso Mirko Gritti, “allievo” alla scuola di Botturi e ottavo assoluto, guadagna il premio Dakar Series e con il Passaporto Dakar Challenge si indirizza verso la Dakar. Axel Dutrie vince la Gara dei Quad, e David Scott Myers la KTM Adventure (sotto la benedizione di Marc Coma, presente al Rally in qualità di supervisore della partecipazione amatoriale KTM). Anche Gio’ Sala al “lavoro” come “coach”. Un affare serio, poiché tutti i Concorrenti che hanno finito il Rally hanno ora il visto per passare il confine della Dakar.
Se l’affermazione di Van Beveren nella Gara delle Moto non è mai stata seriamente messa in discussione, quasi mezz’ora di vantaggio, un risultato che parla chiaro, quella di Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel una tantum su un SxS Can-Am è stata una passeggiata trionfale. Esperienza, in Gara con questo piccolo e frizzante mezzo di locomozione, non certo molta, ma manico… non mente. Del resto lo sappiamo. Date una palestra di dune e un motore, e alle ruote da corsa ci pensa il “Principe del Qatar”. Ne sa qualcosa Jorge Lorenzo, allibito dalle impennate del Campione della Dakar a bordo del potentissimo Pick Truck sulle sabbie di casa. Nessuna scossa alla corsa del binomio vincitore dell’ultima Dakar con la Toyota Hilux. Solo un’interruzione insignificante del filotto allorché a vincere la quarta Tappa è stato l’Equipaggio Hinojo-Blanco, ancora con uno dei piccoli, indiavolati Can-Am.
Bel Rally, soprattutto bella atmosfera! Tanta bella strada dalla prima vittoria di Helder Rodrigues.