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Si comincia con il comunicato ufficiale di un Ufficio Stampa… non ufficiale. Diciamo che l’ufficio stampa di Alessandro Botturi, per questa occasione, è il plebiscito dei suoi sostenitori. Eccoci qua, dunque, in prima linea.
Obiettivi e programmi immancabilmente ambiziosi, e impegni di enorme portata perfettamente in comune, per un iter di trattativa dall’epilogo quasi scontato. Alessandro Botturi è, da lunedì 15 settembre 2014, il nuovo pilota Ufficiale di Yamaha Factory Racing Team Yamalube per la Dakar 2015. L’accordo siglato a Parigi negli uffici di Yamaha Motor France, alla presenza del Direttore Generale Eric De Synes e di Alexandre Kowalski, Direttore Marketing e Comunicazione, è la conclusione di un “negoziato” iniziato al termine del Sardegna Rally Race, quando Alessandro Botturi è salito sul gradino più alto del podio di una Prova del Mondiale Cross-Country Rally.
Contattato direttamente dai responsabili della Squadra francese, Botturi e lo stato maggiore di Yamaha France hanno rapidamente raggiunto l’accordo di massima, rimandando alla fine degli impegni stagionali del Pilota la definizione dei dettagli e la firma per una logica questione di “savoir faire”. Il fatto che anche noi “usciamo” con una leggera differita dipende esclusivamente da questo fatto e dal desiderio di lasciare andare avanti Yamaha con la sua comunicazione ufficiale. Questione di correttezza.
Botturi e Yamaha Racing hanno sottoscritto un accordo di collaborazione, con decorrenza 15 settembre e con un programma di un anno, il cui fulcro è la partecipazione alla Dakar Argentina-Bolivia-Cile 2015. Una proiezione del programma sul Mondiale 2015 è ancora da definire.
Botturi parteciperà ai Rally in programma prima della partenza da Buenos Aires della Maratona di ASO, e all’intera pianificazione di test pre-Dakar della sua nuova Squadra. Si parte dunque con il OiLibya Rallye du Maroc di NPO, in programma dal 3 al 9 Ottobre, e con il successivo Merzouga Rally. In totale, per il Gigante di Lumezzane, sarà un mese di lavoro “pieno”.
Alessandro Botturi avrà a disposizione la nuovissima WR450F Rally. La moto è ultimata e farà la sua prima apparizione al OiLibya Rally del Marocco. Si tratta di una moto completamente nuova, che condensa la storia vincente del Marchio e introduce tutte le ultime esperienze tecnologiche, e specificamente studiate per i Grandi Rally, della Casa giapponese. L’adeguamento alle nuove soluzioni regolamentari ha imposto ai tecnici Yamaha Factory di approntare una Moto estremamente compatta e leggera, dotata di un propulsore di nuova generazione progettato per ottenere la massima affidabilità pur in presenza di grandi valori di potenza e di coppia. La nuova Yamaha WR450F Rally è completata di una serie di nuove soluzioni funzionali e da sovrastrutture completamente ridisegnate e realizzate in fibre composite.
Con la partecipazione all’ultima prova dell’Italiano Motorally disputata al Ciocco, che Botturi ha vinto, si chiude anche il rapporto di collaborazione tra Botturi e il Team di Fabrizio Carcano. Non è stato soltanto un legame “tecnico”. Dal Team italiano Alessandro ha avuto tutta la collaborazione necessaria per progredire nella carriera iniziata solo tre anni fa, e Carcano non si è mai risparmiato nel mettere a disposizione del Pilota non solo la necessaria dotazione tecnica, ma anche e soprattutto il suo invidiabile bagaglio di esperienza.
Ed eccoci in “diretta” con il Protagonista. La Moto è giapponese, il Pilota italiano. Ma quando si parla di Dakar, come per incanto sono sempre i francesi che mettono insieme le storie più belle. Yamaha e Alessandro Botturi, la ricetta di Yamaha Motor France per la Dakar Argentina-Bolivia-Cile 2015.
Alessandro, una grande novità!
«Sì, una grande, una bellissima novità. Sono molto contento, perché alla fine, secondo me, è un po’ che me la meritavo. Ci ho creduto tanto, ci ho soprattutto lavorato molto. Penso che ho dimostrato di poter battagliare anch’io insieme ai grandi, e adesso penso di avere una grande occasione. Non posso recriminare assolutamente nulla, ma quest’anno finalmente credo di avere a disposizione un’occasione enorme».
Sono tre anni che corri nei Rally. Tre anni di opportunità ufficiali.
«Sì, diciamo che anche nel 2013 ho avuto la bella opportunità, con SpeedBrain, di correre con una moto ufficiale. Purtroppo il penultimo giorno è andata come è andata, ma fino all’ultimo ho cercato di battagliare, certe giornate magari con dei risultati, terzo, quarto, quinto, inaspettati e ottenuti nel gruppo. Adesso mi sento molto più sicuro, non temo più di dover partire per primo e, se possibile, andare all’attacco».
Yamaha, secondo me, ha puntato, vedi anche Olivier Pain e Michael Metge, su Piloti che non si fanno notare troppo ogni giorno ma che alla fine sono molto redditizi
Ricostruiamo la cronistoria di questa grande occasione.
«Devo ringraziare per primo Enrico della Innteck. È stato in contatto con Yamaha già prima del Sardegna Rally Race. Però non mi aveva voluto dire niente per non distrarmi dall’obiettivo di vincere in Sardegna. Il Sardegna Rally Race mi ha dato, evidentemente, qualcosa di più e il contatto è diventato diretto. Ho aspettato a definire l’accordo per rispetto a Fabrizio Carcano, con il quale mi sono trovato benissimo e che sperava in un ingresso ufficiale alla Dakar di un progetto Husqvarna. Ma sapevo che quella che mi offriva Yamaha era un’occasione troppo importante, e al momento opportuno l’ho presa ovviamente al volo. Riflettendo, penso che sia anche oggettivamente la scelta migliore, perché gli uomini Yamaha sono i più motivati. KTM ha grandi Campioni, negli ultimi anni della Dakar ha vinto tutto, e Honda ha puntato su Piloti dalle caratteristiche diverse dalle mie, e quindi magari più su risultati giornalieri che complessivi. Yamaha, secondo me, ha puntato, vedi anche Olivier Pain e Michael Metge, su Piloti che non si fanno notare troppo ogni giorno ma che alla fine sono molto redditizi».
Sei il migliore Pilota italiano di Rally Raid, e questo penso che sia indiscutibile. Hai fatto la prima Dakar nel 2012 risultando il miglior rookie, sei diventato Pilota ufficiale Husqvarna-SpeeedBrain lo scoro anno, e quest’anno ufficiale Yamaha. Paradossalmente, migliore Pilota italiano ma, Honda ha uno “zampino” italiano, KTM ha sempre avuto una tradizione italiana, ti vengono a cercare dalla Francia o meglio ancora dall’Europa. Come spieghi questo fatto?
«Una spiegazione reale non ce l’ho. Sicuramente Yamaha ha una persona molto esperta, che fa la Dakar con un altro progetto, e qualche consiglio che giudico pertinente lo ha dato. Di KTM non si può dire nulla perché ha vinto tutto e ha molti Piloti grandissimi. Da Honda, sì. Mi sarei aspettato qualcosa di più. Ho lavorato con entrambi i manager che dirigono adesso il Team, e secondo me conoscevano il Pilota ma soprattutto la persona. Sono uno che si impegna molto e che sta bene nel gruppo, che non discute mai e che si adegua senza difficoltà alle esigenze della Squadra. Ma, alla fine, non si può dire nulla, probabilmente loro hanno una diversa strategia e una diversa visione di gara, e hanno scelto di conseguenza. Poi, vai a sapere, sono stato in contatto con loro, ma non mi hanno mai dato una spiegazione».
A proposito di visione della Dakar. Per vincerla un Pilota deve avere una somma di qualità notevoli, che vanno dal potenziale tecnico a quello fisico, dalla capacità di controllare mentalmente un lunghissimo e difficilissimo impegno alla perizia nella navigazione. Tu hai dimostrato di aver imparato molto più che alla svelta. Ti sei trovato immediatamente a tuo agio in tutte queste situazioni, soprattutto con il rebus della navigazione. Vero?
«Sì, diciamo che sin dal primo road book che ho affrontato con Jordi Arcarons per imparare mi sono trovato benissimo. Dopo venti chilometri di “scuola” con lui, mi sono fermato e gli ho detto: “Ho capito che questo diventerà il mio sport futuro, perché mi piace già”. Alla fine ho concentrato tutte le mie energie sull’apprendimento, ritrovando immediatamente tutte le motivazioni che nell’Enduro degli ultimi anni avevo un po’ perso. Stare ai vertici nel Mondiale non era facile, nell’Italiano era quasi routine. Qui è stato subito diverso. Per farti un esempio, nell’Enduro del Mondiale partivo sconfitto. Sapevo che c’erano grandi Campioni inarrivabili, adesso nei Rally quando parto sono convinto di potermela giocare anche con i più bravi. La differenza è mentale, mi trovo bene nella navigazione, che è il mio punto di forza e che mi piace, più della velocità pura. Mi sento completo, insomma. La Dakar, certo, è una gara particolarmente complessa e difficile, ma penso che quest’anno parto per far bene, e per farla sudare a tutti. Poi, naturalmente, vedremo cosa succede a Buenos Aires alla fine. Non posso dire che parto per vincerla, sarebbe già troppo difficile pensarlo a priori, ma di sicuro parto per far bene e per farla sudare!».
È chiaro che questo grande impegno di Yamaha presuppone il desiderio di imporsi, il più in fretta possibile. Ti hanno fato sentire delle responsabilità particolari, ti hanno, insomma, messo pressione?
«No, assolutamente no. Anzi. Mi hanno solo detto che l’importante per loro è arrivare al traguardo e stare con il gruppo dei migliori. Mi hanno fatto capire che per loro è certamente un obiettivo salire sul podio, ma che può essere un grande risultato anche fare un quinto o un sesto».
Mi hanno solo detto che l’importante per loro è arrivare al traguardo e stare con il gruppo dei migliori
Quindi nessuna pressione ma, evidentemente, il massimo della fiducia.
«Sì, mi hanno dato il massimo della fiducia. Mi sono piaciute molto le loro prime parole: “Abbiamo già valutato come corri, vai avanti così!”».
Con chi sarai in Squadra?
«Sarò alla Dakar con Olivier Pain e Michael Metge, e ci saranno anche dei Piloti assistiti. Sulla carta non siamo noi la Squadra da battere, però stai certo che gliela faremo sudare».
E parliamo di questa nuova Moto. L’hai vista, provata? Che impressione ti ha fatto?
«L’ho vista! L’ho vista e l’ho anche provata sul piazzale di Yamaha Moto France. È stato un test sui generis, non c’è dubbio, ma mai una prima presa di contatto poteva essere più entusiasmante. La Yamaha WR450F Rally è bellissima! È completamente nuova e totalmente diversa da quelle che abbiamo visto sinora. Senz’altro sfrutta le esperienze recenti della Factory, ma basta guardarla per rendersi conto che la moto è tutta un’altra cosa, e non appena ci sono salito sopra la sensazione di grande novità è ulteriormente accresciuta. Il profilo è compattissimo, l’abitabilità eccezionale. Me la sono sentita addosso come in un sogno, perfetta, anche se non è ancora nel suo layout completo e definitivo, quello lo vedremo al OiLibya del Marocco. Lasciatemelo dire: una moto straordinaria. Ma non avevo dubbi!».
Come vedi la Dakar di quest’anno?
«Quest’anno penso che sarà ancora una Dakar molto difficile, come lo è stata lo scorso anno. Partiamo e arriviamo in Argentina, e lì le tappe sono state sempre molto selettive. Sono le tappe che hanno fatto la differenza, molto navigate e con molte differenze di altimetria, un fatto fisicamente e mentalmente molto impegnativo, che incide pesantemente sulla lucidità nella navigazione. Io penso che la strategia da adottare sia quella di partire subito bene, non perdere il contatto con i Piloti di testa e stare con il gruppo di quelli che contano. Sarei contento, inizialmente, di stare sempre nei primi dieci».
Chi sono i Piloti favoriti per il successo finale?
«Secondo me in questo momento il favorito è uno solo: Marc Coma. Poi ci sono piloti che sono cresciuti molto, come Paulo Gonçalves e lo stesso Helder Rodrigues, anche se sta sempre un po’ in ombra. E infine ci sono dei piloti forti, come Barreda, Sunderland, lo stesso “Chaleco” Lopez che, quando va loro tutto bene, è quasi impossibile tenere dietro. Però fare tutto bene per quindici giorni non è facile».
E il tuo obiettivo, invece, è fare tutto bene tutti i giorni…
«Sarei più contento di fare bene tutti i giorni, sul podio o anche più indietro, piuttosto che vincere due o tre tappe e in altre essere fuori dai trenta».
Nato il: 12 luglio1975 a Lumezzane (BS)
Residente: Lumezzane
Debutti agonistici: 1988 rugby, 1995 motocross, 1993 enduro, 2012 Rally Raid
Rally (dal 2012) |
Enduro (dal 1993) |
2014 Dakar Argentina-Cile (rit. 2a tappa) Sardegna Rally Race (Campionato del Mondo C-CR) (1° assoluto) Campionato italiano Motorally (2° assoluto) Campionato Italiano Raid TT (1° assoluto e di classe) Rally Transanatolia (1° assoluto) 2013 Dakar Argentina-Cile (rit. 12a tappa, 1° podio) Sardegna Rally Race (Campionato del Mondo C-CR) (5° assoluto) Campionato italiano Motorally (1° assoluto) Campionato Italiano Raid TT (2° assoluto e di classe) Rally Transanatolia (2° assoluto) Rally OiLybia Maroc (9° assoluto) 2012 Dakar Argentina-Cile (8° assoluto, Best Rookie) Sardegna Rally Race (Campionato del Mondo C-CR) (2° assoluto)
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2011 Assoluti d’Italia classe (1° 250/300 2T 2010 Campionato Mondiale (6° assoluto E3) Assoluti d'Italia classe (1° 500 4t) 2009 Campionato Mondiale (9° E3) Assoluti d'Italia (2° 500 4T) 2008 Campionato Mondiale (9° E3) Assoluti d’Italia (1° 500 4T) 2007 Sei Giorni Internazionale di Enduro, Cile (1° assoluto) Campionato Mondiale (5° E2) Assoluti d’Italia (1° 500 4T) 2006 Campionato Italiano (3° 450 4T) Campionato Mondiale (10° E2) Extreme Lumezzane (2° assoluto) 2005 Sei Giorni Internazionale di Enduro, Rep. Slovacchia (1° assoluto) Campionato Italiano (1° E2 450 4T) Campionato Mondiale (3° E2) 2004 Campionato Italiano (1° E2 450 4T, 3° assoluto) Xtreme Lumezzane (1° assoluto) Campionato Mondiale (4° E2 450 4T) 2003 Campionato Italiano (1° E2 450 4T) Campionato Mondiale (3° 450 4T) Campionato Italiano (2° assoluto) 2002 Campionato Italiano (1° 400 4T) Campionato Mondiale (6° 400 4T) 2001 Campionato Italiano (3° 400 4T) Campionato Mondiale (5° 400 4T) 2000 Campionato Italiano (3° 500 4T) Campionato Mondiale (5° 500 4T) 1999 Campionato Europeo (5° 500 4T) 1998 Campionato Italiano (1° 500 2T) 1997 Campionato Italiano (3° classe Junior)
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