Enduro, GP di Francia. Phillips (Sherco) il sovrano “assoluto”

Enduro, GP di Francia. Phillips (Sherco) il sovrano “assoluto”
Cahors cala il sipario sul Mondiale 2016. Ultimi Titoli assegnati a Eero Remes (E1, TM), Laia Sanz (EW, KTM), e a Matthew Phillips, il pupillo rilanciato da Azzalin che con la Sherco si aggiudica la E2 e la Enduro GP, classe regina del nuovo Mondiale di Blanchard
11 settembre 2016

Cahors, 11 Settembre. Il timore era che a Cahors, capitale dell’Enduro mondiale per l’ultimo week end della stagione, potesse intervenire anche un solo colpo di scena in grado di rivoluzionare, in questo caso a partire da un danno, la lenta e avvincente maturazione della magnifica serie iniziata in Marocco. Ma non è stato così, per fortuna. Il colpo di scena a metà stagione ci sta, ma alla fine diventa un dramma, e a Cahors Alain Blanchard, Promoter leggendario che ha il merito di aver rilanciato l’Enduro, voleva mandare in scena una festa. E così è stato.

Rapidamente, i Titoli assegnati al termine dell’ultima giornata dell’ultimo Gran Premio della stagione. Così, freddamente. Eero Remes, con la TM, vince anche nel 2016 e si conferma Campione del Mondo della E1. Laia Sanz, con la KTM, vince nuovamente e, anche lei, si conferma Campione del Mondo della EW, che sta per Women. E Matthew Phillips, con la Sherco, vince la propria categoria di appartenenza, la E2, e la nuova sintesi dell’eccellenza dell’Enduro di Alain Blanchard, la Enduro GP che ha rispolverato a furor di popolo l’antica classifica Assoluta. Phillips è il Re dell’Enduro Mondiale, il numero 1.

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Agli allori iridati assegnati dalla domenica di Cahor, naturalmente, bisogna aggiungere quello vinto sabato da Steve Holcombe con la Beta, E3, e i due Titoli andati già dal Gran Premio d’Italia di Fabriano a Giacomo Redondi, Honda, EJ, e a Jack Edmondson, KTM, Youth Cup. Il quadro è completo, e surclassa la cronaca della giornata conclusiva del GP di Francia, che in realtà non ha avuto molto da dire, proprio perché l’”incarico” della Gara di Cahors era quello di chiudere i bilanci agonistici della stagione.

Cominciamo da Eero Remes, che con l’italianissima TM ha vinto ancora, doppiando il successo ottenuto l’anno scorso, la E1. Se alla fine del 2015 Remes era stato un po’, ammettiamolo, una sorpresa, al termine della corrente stagione il piccolo finlandese ha dato conferma della propria… grandezza. Freddo e potente ormai in ogni frangente tecnico, l’a volte trascurato Remes è stato imbattibile per otto giornate consecutive, e solo a partire dalla domenica del GP di Svezia ha dovuto misurarsi con l’avvento di Nathan Watson, la scoperta del Team Farioli che intanto cresceva a dismisura. Dopo tre sconfitte consecutive Remes, che aveva toccato il fondo con lo “zero” della domenica di Euskadi, Grecia, è ripartito e, vincendo entrambe le giornate mondiali italiane di Fabriano, ha ripreso il largo e potuto gestire il Gran Premio di chiusura della stagione, vinto ancora da Watson, con relativa tranquillità.

Nessuno si sorprende, invece, che a vincere il Mondiale delle Femmine sia ancora Laia Sanz, ma quando mancava una giornata alla fine, ovvero sabato, la tensione era cresciuta di un pelo a causa della vittoria della tedesca Franke, terzo incomodo nel confronto tra la Spagnola e l’inglese Jane Daniels. Il Campionato della EW è più corto, si disputa su metà delle prove del Calendario Mondiale, la classifica della vigilia era logicamente corta, e addirittura cortissima dopo il successo della Franke. La situazione quasi ideale, insomma, per accendere il fuoco di un colpo di scena. Ma bastava rendersi conto di chi stiamo parlando e non avremmo avuto più paura. Così, ripresasi dallo spavento, la Sanz ha levato il vin dai fiaschi vincendo l’ultima giornata di gara, metà delle prove disputate sono appannaggio della fuoriclasse spagnola, ri-allineandosi alle previsioni e alle attese e conquistando il 18° Titolo Mondiale della sua carriera, un bouquet di record nel quale sono inclusi i successi nel Trial, nell’Enduro e nel Super Enduro.

Ed eccoci al successo planetario, che dico, galattico di Matthew Phillips, che conclude la stagione vincendo tutto quello che era possibile, ovvero la classe E2, non a caso la più combattuta, almeno sulla carta, e la neonata classe Enduro GP, che da quest’anno dà lustro alla vecchia classifica Assoluta e cambia la struttura gerarchica dei Campioni dell’Enduro dando anche un nuovo nome al Campionato. Matthew Phillips non doveva dimostrare niente a nessuno, era già stato Mondiale Junior e E3, ma è stato lo “strumento attivo” di uno spettacolare show di talento, determinazione e supremazia, condito con quel pizzico di sale che viene dalla voglia di riscatto. Ma questa è una storia più complessa, che coinvolge anche e soprattutto Fanrizio Azzalin, che può ben essere considerato l’artefice principale della nuova vittoria del Campione australiano e della Marca che rappresenta, Sherco, che non era mai andata a segno al bersaglio grosso. Avremo occasione di parlarne. Phillips ha iniziato bene, ma non benissimo. All’inizio lo spauracchio era, sia nella E2 che nella EGP, Mathias Bellino, e quando nella fase centrale del Mondiale il francese è calato vistosamente e anche psicologicamente – la vecchia, insana pressione psicologica?- è arrivata la forza dirompente di Steve Holcombe, uscito allo scoperto nella E3 e di conseguenza protagonista anche della Enduro GP. Ma la task force di Sherco, spinta e caratterizzata dalla forza di Azzalin, non ha mai ceduto o segnato il passo. Phillips si è adattato magistralmente all’evolvere della situazione, ha superato senza traumi l’impasse dello “zero” di Fabriano e ha guidato, alla fine ottenendo 7 vittorie nella E2 e tre nella EGP, l’intera stagione di entrambe le classi. Adattarsi significa, in questo caso, vincere quando serve, e non lasciarsi distrarre o condizionare dalle giornate storte o non perfette. In altre parole, gas, a grandi mani, quando serve, e controllo perfetto, quando basta.

In entrambe le classi, ovvero E2 e ancor più nella Assoluta, Phillips ha incontrato sulla sua strada Bellino, che è stato in grado di sostenere l’impeto del Diavolo della Tasmania all’inizio e alla fine del Campionato (Bellino ha vinto tre volte in E2 e quattro in Enduro GP), e nella EGP se l’è vista con Holcombe, che conta addirittura una vittoria in più rispetto al Diavolo della Tasmania. In entrambi i casi, tuttavia, Phillips è stato più costante e redditizio, e questa non è una scusa ma un’altra grande qualità dei grandi Campioni.

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