Enduro Mondiale. Cristian Muresan: "Il Mondiale per noi è una prova d’orgoglio e di passione"

Enduro Mondiale. Cristian Muresan: "Il Mondiale per noi è una prova d’orgoglio e di passione"
È la volta del Presidente della Federazione Motociclistica Rumena. Senz’altro una posizione di rilievo e una grande responsabilità, quella di promuovere uno Sport che fa fatica a farsi largo nel Paese | P. Batini
20 giugno 2013

Punti chiave

 
Il Campionato Mondiale di Enduro era arrivato in Romania due anni fa, e due stagioni più tardi vi fa ritorno. Nella stessa città, Buzau. L’impegno della Federazione Motoclistica Rumena può sembrare sproporzionato, visto che i praticanti, nel Paese, non sono poi molti. Nondimeno per gli organizzatori locali e per la Federazione è una sfida gigantesca.

Come mai una piccola Federazione continua a credere e profondere così tante energie in una manifestazione virtualmente più grande della realtà oggettiva che la ospita?

«Innanzi tutto bisogna ricordare che la Federazione Motociclistica Rumena è la più antica del Mondo, e festeggia quest’anno i suoi 86 anni di attività. Molti si chiedono come mai un Paese con non troppe tradizioni ha avuto così presto la sua Federazione, e per rispondere bisogna ricordare che la nascita della FRM ricalca la storia originale di tanti Moto Club, nati spesso senza una ragione pratica precisa ma per la ferrea volontà di un gruppo di grandi appassionati. Più tardi sono nate anche alcune fabbriche, come la Mobra o la Torpedo, ma prima degli ani cinquanta non c’era nessun legame tra l’esistenza della Federazione e una produzione. Passione, solo una grande passione che “importava” le gesta dei grandi Piloti dei Paesi confinanti, o anche più lontani, la cui eco arrivava fino a da noi».


Quale è l’attività motociclistica, e fuoristradistica in particolare, in Romania?
«Diciamo che in Romania sono quattro settori principali nei quali la Federazione è coinvolta: la velocità, il Dirt-Track, il Cross e l’Enduro. Alla nostra Federazioni fa capo anche l’attività dello Snowmobile e delle Moto d’Acqua, ma questo solo per una questione di economia, visto che i praticanti non sono molti».


Un Presidente giovane mi pare… ancora in “attività”?
«Beh, sì, ho 43 anni. Sono Presidente da otto e per cinque anni, prima di essere eletto, sono stato Vice-Presidente. Non sono mai stato un praticante agonista, mai Pilota, se intendiamo questo, ma sempre molto vicino all’attività degli altri. All’inizio mi sono interessato agli aspetti più vari legati all’attività di mio figlio Robert, che ha iniziato molto precocemente a correre nella velocità e che potrebbe prossimamente schierarsi con un Team italiano. All’inizio dunque era una scelta personale, o familiare, ma la cosa mi ha “preso” subito. Ben presto il coinvolgimento è diventato totale, con ruoli di responsabilità crescenti che mi hanno portato fino alla vice-Presidenza».


Quanti praticanti ci sono in Romania?
«Se parliamo di Enduro, in Romania abbiamo contato circa 800 praticanti nel 2008, la punta massima registrata. La crisi ha colpito duramente anche da noi, e i costi per praticare il fuoristrada sono diventati proibitivi. Oggi quel numero si è ridotto di due terzi, e per correre ai ripari abbiamo elaborato un progetto per lo sviluppo dell’attività regionale, con i costi ridotti al minimo. In questo modo speriamo di superare la crisi e di rilanciare il fuori strada».


E in questo contesto cosa significa aver ospitato in Romania, per ben due volte, il Mondiale di Enduro?
«Per noi, per tutti gli appassionati rumeni e per il Paese significa innanzi tutto aver organizzato un evento straordinario. Dopo molti anni siamo riusciti a coinvolgere la televisione nazionale, la TVR, che ha trasmesso su un canale HD l’intero evento, e che lo riproporrà più volte nel corso delle prossime settimane. Ci siamo impegnati a fondo su tutti i fronti possibili per dare al Mondiale il massimo risalto. Peccato che non abbiamo Piloti in grado di competere con i “mostri” che abbiamo ospitato, ma sono sicuro che l’effetto Mondiale avrà ripercussioni positive. Aver organizzato un evento Mondiale come il Gran Premio di Buzau è una prova d’orgoglio e di passione. Adesso speriamo che il “rumore” che la manifestazione ha fatto in tutta la Romania risvegli la passione dei Piloti romeni e… di qualche sponsor che ci consenta di andare alla ricerca di nuovi talenti e di dare ad un maggior numero di praticanti la possibilità di competere a livelli sempre più alti».

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