Enduro Mondiale. Gran Premio di Romania. Parola ai protagonisti

Enduro Mondiale. Gran Premio di Romania. Parola ai protagonisti
Facciamo il punto del Mondile di Enduro, a due gran premi dalla fine, con le dichiarazioni di Antoine Meo, Laia Sanz e Johnny Aubert | P. Batini
20 giugno 2013

Punti chiave


Antoine Meo


«Sabato non ho guidato bene, non sono stato contento. Forse un po’ di tensione, non mi sentivo dentro la gara. Sabato ho guidato male. Domenica, invece, molto meglio. Ho guidato meglio e sono riuscito a fare delle belle cose. Ho fatto anche un paio di piccoli errori, e Juha Salminen mi è rimasto sempre addosso, ricordandomi che devo stare attento. È un bel Campionato, e Juha ed io ci divertiamo giocandolo tutta la giornata per tutti i Gran Premi. Questo è interessante».


Laia Sanz


Nuova moto, nuovo team.
«Ho cambiato tutto, e per finire la stagione ho costruito il mio Team. Per ora sono molto contenta, e le cose stanno andando molto bene. C’è gente che ha lavorato molto con me, che mi ha aiutata. Jordi Granei, il mio meccanico Alberto, Virginia. Siamo riusciti a fare tutto da soli. È chiaro che sono impegnata su diversi fronti, l’Enduro, il Trial, e spero di fare ancora la Dakar, di riuscire a trovare i mezzi per farla con un buon Team».

Come si vive un Campionato e delle corse fatte per i “maschi”?

«Dico che possono essere un Campionato e dei Gran Premi fatti anche per le donne. Penso che sia solo un problema psicologico. In Romania si è visto che, a parte l’ultima Speciale, anche noi donne abbiamo fatto la stessa gara, e ci siamo riuscite. Magari un po’ più piano ma ci si riesce bene».

Fatica, impegno?

«Penso che gli uomini siano in generale molto ben preparati, ma se anche una donna lo è non vedo perché non possa riuscire a fare quello che fanno gli uomini. Ripeto, sicuramente più piano, però si può fare».


Johnny Aubert


Bella sorpresa, Johnny.
«Sì, lo è stata un po’ anche per me. Non che non ci credessi, ma negli ultimi tempi non sono mancate le situazioni in cui le cose non sono andate come potevano andare, e come mi aspettavo che andassero. Diviamo che anche per me la vittoria del sabato in Romania è stata una bella iniezione di fiducia, ed un modo di ritrovarsi che riaccende la consapevolezza delle proprie capacità».


Sarebbe stato meraviglioso ripetersi anche domenica.

«Sì, certo, ma forse sarebbe stato pretendere un po’ troppo, e insieme alla consapevolezza della ritrovata competitività è venuta anche quella che obiettivamente mi metteva di fronte ad una situazione difficile la domenica. Intanto non bisogna trascurare l’”effetto” Salvini, un fenomeno dirompente che ha trasformato le previsioni della stagione della E2 in una grande e bella sorpresa. E poi non bisogna dimenticare che in Portogallo mi sono rotto una costola, e che non ho potuto allenarmi per tutto il mese prima del Gran Premio di Romania. La domenica sono arrivato stanco, e alla fine della giornata sono “scoppiato”, non ce la facevo più. Non ostante questo è arrivato un altro bel risultato, e con esso la conferma delle buone sensazioni del sabato».

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