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Torres Vedras, 19 maggio. Dalla Spagna al Portogallo, due Gran Premi vicini, belli e importanti. Quello di Spagna era atteso perché era troppo tempo che il Mondiale non correva in Europa (l’ultima volta era stato per il GP conclusivo della stagione 2012, in Francia), e perché si voleva essere sicuri che la “lente” sudamericana non avesse distorto la fisionomia del Campionato.
Nessun timore, il Mondiale del decimo anno dell’era Blanchard è tremendamente omogeneo e, fatti salvi i consueti colpi di scena che ne modellano i contorni, perfettamente centrato su monopolio detenuto da un pugno di Campioni straordinari. Ma c’era un altro motivo enormemente importante: quell’urgenza, tipicamente da tifosi, di confermare Alex Salvini, se non imbattibile, almeno imprendibile.
Nessuna paura, con una doppietta da capogiro il Pilota di Tramelli e Mayr ha fugato ogni dubbio, e la rosa di candidati al ruolo di inseguitore si va ulteriormente restringendo. A Puerto Lumbreras il Titolo poteva ancora essere un affare a tre con il coinvolgimento del Campione del Mondo in carica, Pierre-Alexandre Renet. Ma a Torres Vedras, una settimana dopo, il Campione diventa più verosimilmente “uscente”, e appare sempre più evidente che il Titolo della E2 verrà assegnato come in Coppa America al temine di una serie di match race tra Salvini e Cervantes. Una doppietta per lo spagnolo a casa sua, una dell’italiano sul terreno neutro del Portogallo. Il duello porta in alto l’Enduro, e Salvini mantiene con una sola settimana di ritardo la promessa di regolare i conti con l’avversario.
Va bene, siamo di parte ma, avanti, esageriamo insieme. Considerate l’escalation di “terrore” seminato dal bolognese. Vittoria in Cile, è la sorpresa. Successo doppio in Argentina, è l’esplosione. Due volte secondo alle spalle di Cervantes in Spagna, è la bomba a orologeria. Finalmente la nuova doppietta in Portogallo. Nessun dubbio: è un killer spietato. Salvini ha affrontato a viso aperto l’Ivan Cervantes rinato con Farioli, mandando in scena insieme allo spagnolo un altro atto indimenticabile di un Campionato epico. Venerdì sera ha vinto il Super Test, sabato sei delle 12 PS, e sette domenica. In totale, 14 successi su 25 possibilità, meglio che a testa o croce. Con una curva di rendimento paurosa, sempre in salita.
Storie che si ripetono nelle altre classi che contano. Sabato, E1. Antoine parte piano, commette qualche errore e sua maestà Juha Salminen vince le prime tre speciali, va in testa e riapre, se non il Campionato, il sogno che sia combattuto da guerrieri ad armi pare. Ma non è vero. Meo rilegge un copione imparato a memoria, si riprende e dilaga, rimonta e va in fuga con 8 speciali vinte su nove, e chiude solo al comando.
Domenica l’Ordigno di KTM è meno isterico. Parte forte, conclude il primo giro in vantaggio, si rilassa mantenendo la posizione nella parte centrale della corsa, quindi inserisce l’overdrive e si allontana con un ultimo giro perfetto, il gomito fuori dal finestrino.
Salminen, secondo sabato, non regge l’urto la domenica, e il vice diventa Anthony Boissiere, un “novellino” del podio che ha portato a termine una giornata impeccabile. Con sette vittorie in otto giornate di GP, agli avversari di Meo nella corsa al Titolo della E1 restano solo le briciole. Seistola, secondo, e Remes, quarto alle spalle di Salminen, salgono a turno sul podio portoghese ma sono sempre più lontani dal francese che vola via con quasi quaranta punti di vantaggio. Thomas Oldrati è quarto, disastroso sabato e ad un soffio dal podio domenica, ma torna ad essere almeno convincente. Black Out stampa su Albergoni. Forse sul rendimento di Simone ha pesato il ricordo dello sfortunatissimo incidente dell’anno scorso.
Nuovo thriller nella E3, anche questo nella rilettura di un copione collaudato ed emotivamente troppo debole per far stare con il fiato sospeso. Christophe Nambotin cade subito il sabato, e lascia passare gli avversari. Ci mette un po’ prima di “riacquistare la memoria”, ma poi è autore di un ultimo giro spettacolare, vince le ultime cinque speciali e mette in cascina i soliti venti punti. Ormai consapevole che alle sue spalle le pallottole sono tutte spuntate, “Nambot” non si sforza neanche di stupire la domenica, ma lo fa lo stesso. Vince tutte le speciali del programma, e con l’inconsueto en plein lascia gli avversari nel deserto. Si complimenta con il connazionale Mathias Bellino, che completamente recuperato dalla serie di incidenti invernali, finalmente può dire la sua tra i “senior” con un bel secondo posto di giornata. Con due quarti posti dignitosamente incoraggianti, Manuel Monni si inventa “regolare” e vede nel futuro un’aria sempre meno rarefatta che è di ottimo auspicio.
Anche il caso della E3, come quello della E1, è quasi archiviato. Il vantaggio di Nambotin inizia ad essere poco dignitoso per gli avversari, che peraltro non fanno, o non possono fare, nulla per invertire la tendenza. Joakim Ljunggren è secondo con 34 punti di ritardo, e non è andato oltre il quinto posto del sabato. Meglio dello svedese l’estone Aigar Leok, terzo con un punto in meno, che almeno sabato è salito sul podio.
Le alternative possono venire dal basso, se abbiamo un po’ di pazienza. Per esempio dal crescendo della pressione autoritaria di Philips e McCanney nella classi destinate ai giovani o promozionali. Matt Philips, il pupillo di Azzalin, torna dall’Iberia con il bottino pieno della EJ, e il giovane australiano comincia ad allungare su Giacomo Redondi, in difficoltà sabato e per fortuna sul podio domenica. Sei, invece, le giornate vinte e messe in fila da Jamie McCanney nella Youth Cup, che non perde dal GP inaugurale in Cile quando fu battuto dal Pilota di casa Benjamin Herrera. Dawid Ciucci, che è ora quarto nella graduatoria provvisoria davanti a Matteo Bresolin, sale sul podio domenica.
Con tutta probabilità anche Laia Sanz avrebbe potuto rinnovare il successo spagnolo con una nuova doppietta, ma la Campionessa del Mondo EW ha vinto solo la domenica dopo aver dato forfait il sabato, appannaggio di Audrey Rossat. Non, non stava male. La bella Eulalia aveva fatto un salto a Barellona per vincere gli X Games, lo spettacolare indoor che ha consegnato a Mike Brown la medaglia d’oro destinata invece ai maschi.
Chiusa la campagna iberica, il Mondiale si sposta verso Est per disputare a Buzau, il 15 e 16 Giugno, il Gran Premio di Romania, quinto della serie 2013 ormai oltre il giro di boa di metà stagione.