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Lake Paijanne, 18 Marzo 2018. Più neve, più freddo, più pathos caratteristicamente invernale, un po’ meno Mondiale: l’Enduro della massima serie “federale” prende il via dalla mitica corsa del Lago Paijanne, esattamente come lo scorso anno. Qualcosa, tuttavia, è cambiato. Un po’ meno Mondiale, appunto. Senza KTM e senza Husqvarna, tanto per andare direttamente al sodo senza girarci attorno, questo è certamente un Mondiale monco, un “Mundialito”, ma non nella forma affettuosamente vezzeggiativa.
Che poi ci sia da attribuire colpe e demeriti, o semplicemente focalizzare sui moventi, a me sembra chiaro che si tratti di una stortura, di un qualcosa che crea il pericoloso precedente dell’incompiuta, così contradditorio se si parla di “massima espressione”! Colpa del Mondiale o di KTM? Ci rimette il Mondiale o, ancora, il “Gruppo” austriaco? Hanno completamente torto gli assenti, o sottovalutano la realtà, almeno in parte, anche i presenti? E chi si è avvicinato alla soluzione migliore, i “capi” del Mondiale o i “boss” della Fabbriche “dissidenti”? Non per fare il Salomone (ma nemmeno il salamone), ho già detto che il Mondiale andava “salvato” nella sua forma globale, anche con l’assenso critico delle Marche che si sono indirizzate sulla strada del WESS, e che la situazione attuale appare così grottesca da sembrare più un intermezzo provvisorio che una vera e propria “svolta”. Che la questione, poi, abbia sollevato un vespaio di giuste critiche, è un’altra cosa, non incompatibile con il processo in atto, e certamente tutto, o quasi, è ancora da vedere.
Di fatto, dalla parte della “tradizione”, il Mondiale ci rimette qualcosa, in termini di credibilità e di immagine, di spessore, e dalla parte dell’alternativa al momento ci si aspettano le proprietà dello show e della figura globale, ma ancora non è dato sapere se arriverà anche la “pienezza”, la concretezza della “massima serie”. Divisi tra nostalgie e simpatie, restiamo dunque alla finestra, considerando che la fine della storia lanciata con la “secessione” deve essere ancora scritta, e che non è detto che non possa essere elaborata a “quattro mani”.
Ed ecco il Mondiale di Finlandia, prima prova della stagione sulla formula del Rally finlandese, del tutto particolare. In sella dall’alba al tramonto in un freddo polare (a parte l’arrivo “mite” a Helsinki), 28 prove speciali in linea, una dietro l’altra intervallate da piccoli e micidiali trasferimenti che sono la vera trappola di gelo per i concorrenti. E poi gomme chiodate e paramani, protezioni anti-freddo per Moto e Piloti, dai doppi guanti alle “muffole”, dalle “copertine” per carburatori e iniezioni ai parzializzatori per radiatori e ogni punto da cui possa infiltrarsi la neve per entrare dentro il motore. La Prova finlandese è così unica da rappresentare al meglio l’idea di un’inaugurazione sontuosa, ma i risultati devono tenere conto della matrice atipica del campo di gara, della formula e dei partecipanti (i Nationals, qui, fanno la differenza) e quindi possono benissimo rimanere da verificare in condizioni di terreno più tradizionali, cioè più avanti nel tempo. Non esageriamo, quindi, con entusiasmi e sentenze, perché non possono avere che un valore indicativo e provvisorio.
Comunque un valore i risultati ce l’hanno, e la prima Prova del Mondiale Enduro GP va in archivio registrandone di buoni e a sorpresa, accompagnati dalle solite, provvisorie ricordiamo, piccole delusioni. Intanto, però, facciamo la conta e vediamo chi c’è e chi ha soprasseduto all’idea di andare a cercare fortuna nell’America del WESS per correre dietro a uno dei Titoli in Palio. Ricordiamo anche che nel 2018 si torna alla vecchia, collaudata formula delle tre classi principali con l’aggiunta (o la conservazione) della Enduro GP che equivale al Tirolo della Classifica Assoluta.
Per prima cosa ecco di nuovo Matthew Phillips, ritirato pentito, amorevolmente recuperato da Fabrizio Azzalin e rilanciato in sella alla Sherco con la quale ha vinto il primo Titolo EnduroGP della Storia. Assieme a Phillips, un’altra carta importante nella mani dell’Azzalin figlio, Jack Edmondson. Poi c’è la nuova formazione Gas Gas, nuova anche nella direzione che, come sappiamo, è stata affidata a Giovanni Sala, e che è stata ricostruita partendo da un vecchio fulcro, Christophe Nambotin. C’è immancabilmente TM, la Marca italiana protagonista, insieme a Beta, di un rilancio tutto italiano dell’EnduroGP. TM, via Luca Cherubini, sceglie ancora una volta Eero Remes quale suo emblema, il Team Beta “Ufficiale” di Fabrizio Dini si affida giustamente a The Champ Steve Holcombe e il Beta “Parallelo” di Jarno Boano alla terna Philippaerts-Freeman-Cavallo.
Ancora, un gradito ritorno, quello del Jet Team di Franco Mayr con Salvini, Bresolin e Barbosa, e la conferma dell’adesione del Team RedMoto che schiera Guarneri, Oldrati e Facchetti. Al momento non è chiaro quanto importante possa essere l’impegno del due volte Mondiale Mathias Bellino con il suo nuovo ORC Team Honda, mentre sono molto più chiare le intenzioni del Team Yamaha Outsiders ufficiale, costruito sull’accoppiata Larrieu-Jamie McCanney (il fratello Daniel è approdato a Gas Gas insieme al giovane asso nordico Eemil Pohjola). Non sono tutti qui, i protagonisti, basti considerare che al via della stagione Mondiale “unico” di Alain Blanchard saranno al via poco meno di una ventina di teams, ma lo vedremo strada facendo e man mano che si metteranno in evidenza.
Diciamo allora, per tornare alla questione di cronaca ma senza drammatizzare, che i non-nordici non hanno resistito, neanche parzialmente, alla logica pressione dei padroni di casa. In entrambe le giornate dell’inferno di neve di Paijanne, infatti, i finlandesi hanno occupato le prime cinque posizioni della classifica di “tappa” del Rally, relegando le tradizionali forze del Mondiale a posizioni sin troppo poco dignitose. Holcombe, per esempio, sempre tra i meno “avviliti”, se la cava con due sesti posti, al settimo compaiono, sempre sabato e domenica rispettivamente, Jamie McCanney e Freeman, Salvini non va oltre il 15° sabato per resuscitare al nono domenica e confermarsi concorrente “fidato” nella corsa al Titolo della E2. Phillips non riesce a salire oltre il 14° di sabato e Nambotin è 17° domenica contro un a dir poco “opaco” 23° sabato.
Una sola stella riesce a brillare di luce propria e a trasferire i privilegi di Casa in un consistente suggerimento per il Mondiale, ed è quella di Eero Renes che, quarto sabato alle spalle di Jukola, Ericsson (Toni) e Tamminen, vince domenica e, parafrasando la spettacolare Gara dello scorso anno, si aggiudica entrambe le giornate della E2, classe nella quale è schierato quest’anno. Il mezzo passo falso di sabato, in ogni caso, non “nasconde” l’exploit di domenica di Eemil Pohjola, proponendo il neo-acquisto di Gas Gas tra i big della E1 in una bella prospettiva di contrapposizione con Jamie McCanney.
Bene, in attesa del secondo Gran Premio dell’EnduroGP, ecco il calendario completo del Mondiale 2018, tutto europeo. Qui trovate le classifiche complete del GP di Finlandia.
28-29 Aprile: GP di SPAGNA (Santiago de Compostela)
05-06 Maggio: GP di PORTOGALLO (Castelo Branco)
02-03 Maggio: GP ESTONIA (Tallin)
29-30 Giugno: GP TRENTNO (Arco di trento)
01-02 Settembre: GP D’ITALIA (Edolo)
22-23 Settembre: GP ACERBIS di GB (Hawkstone Park)
12-14 Ottobre: GP di GERMANIA (Rudersdorf)
(Classifiche complete: https://fin-enduro.com/tulokset/paitsi18/)
Foto: Agrati/Miettinen