EnduroGP. Holcombe (Beta), Larrieu (Yamaha) e doppio Garcia (KTM) al GP d’Italia

EnduroGP. Holcombe (Beta), Larrieu (Yamaha) e doppio Garcia (KTM) al GP d’Italia
Spoleto ospita la terza prova del Mondiale EnduroGP. Grande spettacolo per gli appassionati e ideale campo di battaglia per i “Master” dell’Enduro. Grandi anche gli italiani, ma alla fine la spunta un gruppetto di ricambio di “stranieri”
28 maggio 2017

Spoleto, 28 Maggio. Terzo Gran Premio dell’Enduro GP (per gli amici il Campionato del Mondo di Enduro) 2017. Italia, Spoleto, e metà dell’opera è già scritta. L’Umbria è una terra incantata, e questo angolo di Mondo lo è ancor di più. Per arrivarci si è già passati per i borghi di Assisi, Bevagna, Trevi, Montefalco, Foligno. Una collana di perle che alla fine o tiri dritto, distratto e fascinato, fino a Roma, o ti fermi a Spoleto. E lì scopri che la Città è a disposizione di Blanchard e del Moto Club, e al termine di una lunga e anche tribolata fase istruttoria offre all’Enduro Mondiale una Gara bellissima.

Il tempo è buono, anzi ottimo, il resto è spettacolo. A iniziare dal venerdì sera allo stadio, perfetto show cittadino e una marea di spettatori. Competenti e curiosi, tutti possono farsi un’idea dell’Enduro “top”, anche quelli che lo vedono per la prima volta “live”. Nel prezzo del biglietto, 10 euro che vanno al Moto Club che così “fa pari”, la vittoria dell’ospite d’onore del Mondiale italiano, l’americano-leggenda Mike Brown che, annunciato alla vigilia dal Team Jet di Franco Mayr e certamente a sorpresa, si impone con il miglior tempo lasciando tutti di stucco. È solo l’inizio e non è pensabile che il 46enne americano, il fuso orario ancora sottopelle, possa continuare così. Ma ci ha provato, e di sicuro ha fatto parlare di questo Sport straordinario. Enduro.

Sabato è battaglia aperta, e “campionario” del miglior prodotto Beta, tra Steve Holcombe e Alex Salvini, con alcuni “intermediari” di lusso e poco concilianti, ma solo a tratti in grado interferire seriamente. L’inglese non si deve far annunciare, e l’italiano, sia pure con una spalla ancora non in perfette condizioni, ha ritrovato sé stesso in una forma strepitosa da offrire in “esclusiva” agli appassionati di Spoleto. Dieci Speciali. Salvini è in testa al temine delle prime due, poi passa Holcombe per le due successive.

Alex Salvini
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Botta e risposta, Salvini ancora al comando alla sesta, il secondo cross test, e Holcombe in risposta puntuale nel successivo Enduro Test. Extreme e Terzo Cross, ancora Salvini e l’entusiasmo italiano va alle stelle, poi il bolognese cala un poco nell’ultimo Enduro e Holcombe chiude la giornata con 11 secondi di vantaggio. Magnifico, fiumi di gente da una speciale all’altra, tutte in fila sulla provinciale, perfettamente accessibili e vicinissime al paddock. Alti e bassi per gli avversari. Larrieu e Redondi subito dietro, ma con un andamento di gara più irregolare, e Charlier. Più costante, e comunque generoso, Nambotin che chiude al quinto posto. Il peggio del sabato, invece, tocca a Matthew Phillips, leader della EnduroGP fino all’Italia, che parte piano, risale fino al terzo posto, poi durante la settima Speciale, il raffinato e infido Enduro Test, impatta sulla roccia, rompe il carter della Sherco con cui è diventato il primo Campione del Mondo della EnduroGP, e si ritira. Holcombe ne approfitta per sottrarre al diavoletto (ingrassato) della Tasmania la leadership del Mondiale.

Sull’altro “versante” dell’Enduro Mondiale, la classe E2, dopo un avvio promettente di Rauchenecker è lo “spagnoletto” Josep Garcia, 21 anni, sessanta chili e un chiaro talento, che sale al comando e, al termine di un bel confronto, si impone su Daniel McCanney, in testa per tre Speciali, Rauchenecker e due Italiani in vena, Oldrati e Monni. Eero Remes, il finlandese Campione del Mondo in carica e leader dopo Finlandia e Spagna, è “assente”. Scivola indietro sin dalle prime battute del Gran Premio italiano, e concluderà all’8° posto. Garcia è il pilota KTM più in “linea con gli obiettivi”, e Remes conserva la testa al Mondiale ma ha le ore contate. Calma, è solo Sabato, e poi la notizia più bella da dare è quella del grande, quasi commovente festeggiamento che il paddock del mondiale ha voluto offrire a Simone Albergoni, che chiude qui a Spoleto, con una “wild card”, il suo impegno con il Mondiale. È un mondo vero, questo. Piccolo, di “nicchia” si direbbe, ma forte, vitale, carico di quella purezza che in altri, anche più evidenti pianeti, è presente solo in tracce!

Josep Garcia
Josep Garcia

Sport di altissimo livello, e per questo anche delicato, poiché ogni più piccolo errore può valere la giornata di gara, e commetterne è tutt’altro che impossibile. Non succede, ma ci si va vicini, domenica, quando già nella prima Extreme Salvini si intrappola sulla salita del finale e regala posizione e vantaggio agli avversari. Non riuscirà più ad emergere dal torrido finale di gara, che questa volta premia e riscatta Larrieu, ma risalirà caparbiamente fino al quarto posto, che vale una promessa per il futuro prossimo del Campione bolognese. Il confronto della EnduroGP, comunque, è più ampio rispetto alla Gara del sabato. Sull’errore, veniale, di Larrieu, sale in cattedra un senatore, Christophe Nambotin, che sembra lanciato verso la sua giornata migliore. Il francese si conferma anche sulla seconda speciale, ma cade al termine del giro e lascia passare Larrieu, che va in testa, e Holcombe. Già alla fine del giro i giochi sono fatti, e solo i distacchi andranno aumentando fino a definire una graduatoria “di ampio respiro” con un vantaggio notevole per Larrieu, primo in sei delle dieci Speciali alla prima di Yamaha.

Nella conclamata latitanza di Eero Remes, che ora sappiamo essere dovuta a una strana forma influenzale senza febbre, l’avvio domenicale della E2 fa saltare in aria Ricciotti che, quasi ingoiando il microfono, urla l’exploit di Barragan sulla Extreme. È solo una proposta, e poco più tardi, mentre sale Rauchenecker, è Fabio Farioli a mangiarsi il cappello, “tradito” anche da Josep Garcia che scivola all’inizio del secondo giro e si separa dall’élite della classe. Per fortuna la “scossa” risveglia prontamente il giovane spagnolo in cui KTM ha riposto la massima fiducia. Quattro Speciali e Garcia butta dalla finestra Daniel McCanney, che nel frattempo aveva approfittato del posto libero in testa alla corsa. Con grande fatica Remes, che aveva navigato attorno al quinto posto, si porta al quarto a una speciale dalla fine. Troppa grazia, il finlandese sciupa tutto nel chilometrino dell’ultimo Super Test, che conclude dopo la banda retrocedendo fino al sesto posto. Remes ha tenuto stoicamente duro, ma il guaio, per il Campione del Mondo in carica della TM, è che questa volta, con quella doppietta davvero da manuale, Josep Garcia lo scavalca in testa alla provvisoria, certamente molto provvisoria, del Mondiale dopo tre Gran Premi. Niente è perduto, Garcia è avanti di sei punti, ma anche Jamie McCanney si è fatto sotto a quattro. Campionato interessante, peccato l’”ombreggiatura” di Remes.

Loic Larrieu
Loic Larrieu

Ma resta interessantissimo anche e soprattutto il Mondiale EnduroGP. Con il passo falso di sabato e con la prova “opaca” di domenica, Phillips passa dall’altare al terzo posto, scavalcato sia da Larrieu che da Holcombe. Entrambi hanno ottenuto la prima vittoria stagionale in Italia, e ora l’inglese di Beta prende il volo oltre venti punti più in alto.

Grande impegno Italiano, e onori in entrambe le classi “minori”. Davide Soreca, con un primo sabato e un terzo nella domenica dell’uno-due Beta Boano con Freeman e Cavallo, conserva la testa della E Junior, e Andrea Verona, con la seconda doppietta consecutiva nella Youth Cup, Spagna e Italia, “rischia” davvero di diventare imprendibile.

Ora tocca al Gran Premio di Ungheria a Paradfurdo, fine Giugno. Ripeto, con qualche alto e basso, con i più (+) e i meno (-) che “storicamente” lo caratterizzano, e con qualche aspetto che merita di essere approfondito, è proprio un gran bel Mondiale. Lunga vita all’Enduro, sport di “veri”!

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