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IL CIOCCO. L’anno scorso in redazione si parlava del talento di Sonny Goggia. Ma io non lo conoscevo neanche. Mi sentivo spaesato, perché sembravano tutti competenti e tifavano già per il Sonny Goggia rivelazione di Hell’s Gate Metzeler 2017, originale in atto unico dell’Estremo che ancora non era andato in scena. Poi ho scoperto l’arcano (e anche il talento). Il fatto era che Sonny Goggia era la scoperta di Marco Rigo, estroso e geniale tecnico di mille avventure, esperienze e glorie. Un genio, con la passione per la novità, per l’inconsueto, e anche per il difficile, soprattutto quando apparentemente impossibile.
Ecco, il “trucco” era quello. Non era tanto il Sonny Goggia che si affacciava al mondo dell’Estremo bussando alla porta principale di Hell’s Gate Metzeler: era il Goggia introdotto da Rigo. E siccome di Marco ci si deve sempre fidare, tutti attenti a Sonny Goggia sin dalla prima esperienza, quella del battesimo del fuoco (quasi letteralmente), e addirittura tifosi quest’anno, ormai scafato ripetente (si può essere tifosi anche noi, no? Se no che passione è?).
Per la verità tifoso, ma anche un po’ preoccupato. Hell’s Gate Metzeler non scherza, lo sappiamo, non è la prima volta e non sarà l’ultima che l’Estremo de Il Ciocco punisce in maniera esemplare. Ma non Sonny, non il Sonny Goggia del mentore Rigo, di fatto uno dei protagonisti di Hell’s Gate dell’era moderna (e terribile) inaugurata quest’anno sulla montagna.
Bene, riassuntino. Goggia Sonny, detto Sonny Goggia, spara la sua prima cartuccia già durante la fase eliminatoria, la gara di Enduro “normale” del mattino. Settimo assoluto, terzo degli italiani. Buono. Si va alla fase cruciale, la sfida del pomeriggio, Hell’s Gate Metzeler infernale, sesto, e poi quinto al termine della finalissima, il delirio apocalittico dell’Arena Hell’s Gate Metzeler che porta dritto come un imbuto nei più profondi gironi infernali, senza ritorno e senza eco, hai voglia di urlare invocando aiuto! Missione compiuta: quinto non è un piazzamento, è una missione compiuta (già detto, sì, ma questa volta con l’intento di ribadire!), ci sono piloti, non solo italiani, che ci hanno messo degli anni ad arrivare a questo livello e che non si muovono da lì. Ora vedremo cosa saprà fare Sonny Goggia l’anno prossimo. Intanto, dall’11° al quinto, quindi se tanto ci da tanto, l’anno prossimo…
Ma perché quinto e non quarto? Già che c’era? Perché non sul podio? Calma, sentiamo Sonny Goggia di Rigo Decouvertes:
«La fase della mattina è andata abbastanza bene. Ho fatto qualche errore al secondo e al terzo giro, ma non sono mai stati sbagli troppo penalizzanti. Questo mi ha permesso di guadagnare la settima posizione e quindi di passare al turno del pomeriggio. Devo dire che il percorso della mattina era ben “caratterizzato” da alcuni tratti con tronchi e sassi, un canale di roccia in salita e qualche discesa piuttosto ripida. Bazzecole, dicevano! La fase del pomeriggio era su un livello decisamente più alto, naturalmente per quanto riguarda le difficoltà. Per la verità è arrivato anche il freddo. Non lo senti quando combatti contro un inferno di gara, ma ti consuma. C'era un tratto di fiume con due cascate molto selettive, e solo qualche tratto scorrevole per tirare il fiato. Il resto era una punizione di salite verticali, discese in picchiata e, già che c’erano, una salita con dei bei tronchi viscidi. Da piangere! Sono partito piuttosto bene e sono riuscito anche a imporre sin da subito il ritmo che volevo. Ma questo fino a quando, purtroppo, ho rotto il parafango anteriore e con quello è partito anche il faro! Non ci voleva! È una circostanza che si è sommata, in negativo naturalmente, alle insidie della “passeggiata”, e mi ha penalizzato soprattutto perché nei tratti veloci il fango sollevato dalla moto mi arrivava dritto negli occhi. Non potevo più andare forte come volevo, ma non sono deluso. Per niente. Bisogna essere onesti e sportivi e, se si dà tutto in una Gara come questa si deve essere soddisfatti prima di tutto per quel motivo. Ho ottenuto il quinto posto, che considero ottimo, vedremo cosa saremo in grado di fare l’anno prossimo!»
Ti è piaciuta la finalissima tipo Super Cross al buio?
«Non troppo, per la verità, troppo… inferno!»
E godiamoci la Gallery di Sonny Goggia, opera dei Drivinglandscape Images Ensemble!