ISDE 2016 Spagna. Day 3. Gli USA allungano, ma l’Italia...

ISDE 2016 Spagna. Day 3. Gli USA allungano, ma l’Italia...
Cambio di percorso e di meteo. Piove, il terreno sempre più pesante influisce in modo variabile. Gli americani ne approfittano per guadagnare sugli Azzurri, che devono guardarsi ora dall’avanzata degli spagnoli
14 ottobre 2016

Los Arcos, 13 Ottobre. Ieri avevamo maledetto le… maledizioni, e ce la siamo presa con le Sei Giorni secche e inevitabilmente polverose, e oggi quasi quasi ci lamentiamo del i-drastico cambiamento delle condizioni meteo. Oggi ha fatto sul serio, e le nuvole di polvere immobili sulle prove speciali (sotto i video highlights della seconda giornata, NdR) sono un ricordo. Non è più polvere, ma terra e acqua creano quelle condizioni che non mancheranno di pesare sulla fatica delle meccaniche. Comunque il terzo giorno della ISDE spagnola offre ancora una volta lo spettacolo quasi unico di un confronto talmente ravvicinato da tenere davvero con il fiato sospeso.

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In Spagna è la Formula 1 dell’Enduro, e anche se metà dei piloti del Mondiale hanno, per una ragione o per l’altra, disertato, l’altra metà più quelli che hanno deciso di dare alla propria carriera una svolta non stanno facendo rimpiangere i giorni migliori del torneo iridato. Anzi. È il caso di direi che l’Olimpiade dell’Enduro si esalta offrendo il meglio della disciplina e della formula. È spettacolo e massima tensione agonistica, sospensione da thriller e risultati costantemente in bilico. È difficile immaginare uno spettacolo migliore, più avvincente o più ricco di contenuti.

O sarà l’Italia finalmente in partita che ci esalta? Onestamente, sì. Non mi piace quando si cerca a tutti i costi, quasi fosse un dovere, di celebrare imprese inesistenti o piloti bolliti, quando si cerca il contentino per mantenere viva la fiammella dell’inconsistenza. Quando uno è un brocco, o non ci mette l’impegno, o semplicemente non ci arriva perché gli altri sono… inarrivabili, pazienza, ma bisogna essere convinti che è meglio dire la verità. E la verità di oggi è che questa Nazionale sta facendo più del suo dovere e “rischia” di farci una bellissima sorpresa. Credo che il volubile e, in passato, ipercriticato Redondi abbia, per così dire, messo la testa a posto e trovato, nella consapevolezza del suo talento, un orizzonte di obiettivi non più limitato dall’accettazione passiva dei suoi mezzi. Credo nel dono della straordinaria generosità di Monni, e ho sempre creduto nel talento ruvido di Balletti. Credo che il taciturno Cristian Rossi sia riuscito a trovare la formula della sveglia e dello spirito di Nazionale. Credo, che così facendo e senza mollare, l’Italia farà una bellissima figura.

Oscar Balletti
Oscar Balletti

Credo in tutto questo anche se non è stata la giornata esemplare per la squadra, per metà inchinata alla variabilità delle condizioni del terreno, sempre più “ammollato” dalla pioggia e, fortuitamente, critiche per gli italiani. Redondi se l’è vista brutta in partenza, e non è stato l’asso di perfezione nel finale, ma resta il pilastro della squadra con un quarto posto che continua a pesare tantissimo.

Il rovescio della medaglia è un’altra grande giornata degli americani, che hanno vinto con Robert, al primo successo davanti al portoghese Correia e all’australiano Sanders, ma non con la squadra, preceduta da quella degli spagnoli. Questo non impedisce gli americani di condurre con una certa sicurezza sia la provvisoria individuale con il pilota ufficiale KTM Farioli, sia la graduatoria del trofeo mondiale con il team, davanti agli italiani in giornata di sfortune. Il risultato complessivo della giornata penalizza più di tutti proprio gli Azzurri, che concedono altra strada agli americani, il divario è salito a un minuto e mezzo, e lasciano avvicinare i padroni di casa, ormai a meno di dieci secondi in scia. Fuori gioco, invece, gli inglesi, che hanno perso lo smalto di Jamie McCanney e non hanno mai trovato quello vero di Nathan Watson.

Un minuto e mezzo da recuperare sugli americani è molto, a giudicare da come sono serrate le battaglie quotidiane della Sei Giorni di Navarra, ma non un traguardo impossibile, se solo consideriamo l’estrema variabilità delle circostanze. Domani, dicono, terreno vergine e meteo rassicurante. Che vorrà dire? I ragazzi del Vaso, intanto, recuperano parte del terreno perso. Gli svedesi sembrerebbero difficili da riprendere, ma non gli “americanini” che sono di nuovo a tiro.

Andrea Verona
Andrea Verona

Foto: Future7Media

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