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Los Arcos, 14 Ottobre. L’importante è portare bene, portare fortuna, e in questo caso sostenere la squadra di Cristian Rossi. Fenomeni individuali si nasce ma, salvo rare eccezioni, il fenomeno squadra è un’alchimia che attinge dalla bravura dei singoli ma ha bisogno di un enzima speciale per schiudersi in un successo. Indovinate qual è questo detonatore.
Comunque, la Sei Giorni spagnola ha virato alla boa di metà programma, e concluso anche il lato di bolina che precede il gran finale. Quattro giorni di gara sono andati, e con essi mille chilometri e 24 prove speciali, ma la situazione resta molto fluida, aperta. Si potrebbe dire che, al momento, è la Sei Giorni dei “trascinatori”. Tra questi, tre formidabili piloti. L’americano Robert, KTM Farioli, l’italiano Redondi, Honda RedMoto, e l’australiano Sanders. Quest’ultimo, poveraccio, non ha più una squadra da trascinare, l’Australia campione in carica fatta fuori in due giorni, e ci sarebbe uno spagnolo, tale Garcia, che sta facendo fuoco e fiamme ma milita nella impotente squadra del “Vaso”. Restano Taylor Robert e Giacomo Redondi. E infatti gli Stati Uniti e l’Italia vincono alternativamente e si giocano la leadership della gara, non in questo momento così ”saldamente”, “definitivamente”, nelle mani degli americani.
Prendiamo allora il giorno “quattro”. Giacomo Redondi l’ha fatto suo per la seconda volta, dopo la vittoria nella giornata di apertura della Sei Giorni che l’ha promosso sul campo Capitano degli Azzurri. Alla forza e alla costanza di rendimento del Red, che continua a stupire per la rapidità con la quale consolida un talento d’autore, si è affiancata la giornata sfortunata del suo avversario unico, Taylor Robert, che ha lasciato una ventina di secondi nel fango spagnolo per una caduta. Tanto è bastato perché Redondi potesse portare a casa un risultato eccezionale. Alle spalle di Redondi e Robert, l’australiano Sanders, il forte, irriducibile, commovente Daniel Sanders. Garcia, l’altro autore di questa Sei Giorni e di cui si parlava, è soltanto sesto, e i suoi colleghi “grandi "hanno fatto un passo falso e si sono fatti riprendere dagli inglesi tornati sul podio provvisorio del Trofeo Mondiale.
L’altra metà della vittoria degli Italiani, tuttavia, è da attribuire alla prestazione “corale” della squadra, che ha “piazzato” Monni, Philippaerts e Balletti a distanza ravvicinata nei primi 15, e questo è uno dei fatti che rimandano all’alchimia di cui dicevamo in apertura. In questo modo l’Italia si aggiudica la quarta giornata del Trofeo Mondiale e recupera una dozzina di secondi agli americani. Non resta molto tempo per completare l’opera comunque difficile, un minuto e 22 secondi da riprendere - con le buone o con le cattive! - ma se fosse successo il contrario, gli americani davanti agli italiani, oggi forse la partita sarebbe da considerarsi chiusa.
Mentre l’Italia del “Club Team Award” di Macorito, Facchetti e Verona continua nella sua campagna di testa, un’altra notizia non meno importante che riguarda Laia Sanz. La spagnola, infatti, in un giorno solo ha recuperato un minuto, e passa al comando della classifica femminile individuale. Non abbastanza, tuttavia, per portare le spagnole a ridosso delle australiane, così come non corre pericolo la leadership degli svedesi nella provvisoria del Trofeo Junior, con l’Italia terza.