ISDE 2017 Francia. Né miracoli, né magie. Intanto, grazie “Nambot”!

ISDE 2017 Francia. Né miracoli, né magie. Intanto, grazie “Nambot”!
Forza Italia “J”! Giornata “stabile” nonostante le paure della vigilia. Nambotin eroico e gigantesco resiste e mantiene la Francia sotto i riflettori. Nell’ombra è sparito il minuto di penalità a Larrieu e il “giro” di domenica: qualcuno li ha visti?
2 settembre 2017

Brive (La Gaillarde), 1 Settembre. Quinto giorno di Sei, Giorni. È l’ultimo giorno dell’Enduro, ora manca solo la grande, spettacolare (e un po’ noiosa) sarabanda del Motocross finale. È, prima di tutto, il giorno degli Eroi. Lo sono tutti, gli “olimpionici” dell’Enduro, ma qualcuno è speciale. Non certo Daniel Sanders, che sembrava avesse già un piede nella fossa e invece non aveva un bel nulla. Parliamo dell’Eroe che sta una panna sopra a tutti, e che ha salvato la propria nazione dal disastro. Super Christophe Nambotin. The Incredible, o meglio, come traducono i francesi, l’Indestructible. Tre giorni in testa, da solo e con la Squadra, il penultimo con il freno in bocca, a mordere un dolore normalmente insopportabile. L’ultimo giorno sarà sofferenza dolce, immagino, nel conforto della compiutezza. Poi si vedrà, ma oggi, a dieci giri di Cross dalla fine, la prospettiva è questa.


A Brive si grida al miracolo. Il miracolo Nambotin. No, nessun miracolo, eventualmente un capolavoro, quello fatto dalla sua mamma. Di miracoli non si parla più in Terra, e tanto meno nell’Enduro. È un modo di dire, la ricerca di una definizione all’impresa del Campione. Nessun miracolo, Nambotin ha fatto una cosa esagerata attingendo dalle sue risorse, quelle sì enormi.


Ma pensiamo ad altro, più importante. In fondo se la Francia vince tra i “grandi” non ci cambia la vita, né passeremo la notte in bianco per festeggiare. Anche se lo meriterebbero perché sono stati… grandi, gli atleti francesi si badi bene. Invece siamo pronti a una baldoria extra per i Ragazzi del Trofeo Junior. Soreca, Verona e Cavallo sono andati come fucilate e hanno vinto la giornata, limato un’altra fetta del ritardo che hanno rispetto ai francesi e, con una prestazione corale di altissimo livello, anche e soprattutto mentale, sono all’assedio della fortezza dei Galli. Inarrestabili. Potrebbero correre tutta la notte. Cristian Rossi, bravo e silenzioso, ha smesso di amareggiarsi per la sfortuna degli Azzurri del Trofeo, per le disgrazie di Redondi o di Oldrati, ed è ora concentratissimo all’angolo dei tre Assi a filo di Titolo Junior. Certo, il motocross finale può essere una lotteria, e anche un pericolo, ma ormai siamo in corsa e trenta secondi, addirittura qualcosa meno, sono un obiettivo che si può considerare concreto.


Torniamo alle “liste elettorali”. Penultima giornata. Ha vinto l’Australia, al primo successo in questa 6 Giorni, di mezzo minuto sui francesi. È il valore reale dell’handicap di Nambotin, che resiste ma, con la mano destra fratturata, deve pur concedere qualcosa. Hanno vinto Josep Garcia, Loic Larrieu e Taylor Robert. Niente di nuovo, diremmo “i soliti”, tanto che due delle tre classi sono praticamente assegnate ai vincitori di giornata, E2 e E3, così come lo è la EW Femminile in mano alla solitaria Laia Sanz. La E1 è una faccenda diversa, molto interessante comunque vada a finire. Le dita bene incrociate. Davide Guarneri è tornato all’assalto, e ha concluso la quinta giornata, altra prestazione strepitosa, a una manciata di secondi dal fenomeno Garcia. Davanti a Sipes, Remes e Tarroux, per intendersi, e per trovare un’altra performance di alto livello straordinario nella E1 bisogna riferirsi al settimo posto di Soreca, locomotiva degli Junior italiani. Guarneri è secondo di classe, alle spalle di Garcia. Beh, quasi un minuto, niente e nessuno possono vietarci di credere a un miracolo legittimo. Tuttavia, è vero che se Guarneri è grande, Garcia è grandissimo. Lo spagnolo è un ”animale” da Sei Giorni, e proprio sul palcoscenico dell’”Olimpiade dell‘Enduro” trova la consapevolezza della sua arte.


Assai più complessa è la situazione della famosa Categoria 1, quella che riunisce le tre Classi regine e che sottintende l’altrettanto famosa, anzi di più, classifica “Assoluta”. È importante, perché la Sei Giorni la vince la Nazione, ma il meglio di tutti è sempre un Titolo basilare. In testa c’è Larrieu, secondo è Garcia…


Come? In testa Larrieu? Vediamo di capirci qualcosa. Ricapitoliamo. Il terzo giorno, quando il re indiscusso della Sei Giorni era ancora Nambotin, Larrieu era settimo. Garcia era terzo dietro anche a Robert. Bene, si va al quarto giorno. Nambotin e Robert si perdono per strada, sappiamo. Garcia e Larrieu finiscono nell’ordine, due secondi a favore dello spagnolo che, avendo vinto la giornata passa al comando. Andiamo a controllare la classifica, per sicurezza, e no, in testa c’è Larrieu, Garcia a quasi quaranta secondi.


Magia. È quel tipo di cose che ti consumano la nottata e non ci capisci niente. Finalmente, ecco il bandolo della matassa. Il primo giorno il bravo Larrieu entra in ritardo al Parco Chiuso. Un minuto, ricordate? Un minuto che uno si porta dietro il secondo giorno, il terzo giorno, il quarto… no. Alla sera del quarto giorno la penalità è spa-ri-ta. Non so perché, e non vedo come una penalità possa “consumarsi”, evaporare completamente in tre giorni. È una magia, o una dimenticanza. Stai a vedere che è colpa dei greci!


No, nell’Enduro non si fanno miracoli, Nambotin ce l’ha dimostrato, e non si fanno neanche magie, ce lo dimostra lo stesso Larrieu che non riesce a sistemare la gomma e il freno in tempo, e entra in ritardo all’ultimo controllo, si becca il minuto e se lo tiene. Ma poi quel minuto sparisce!


Nessuna magia, solo furbacchioni, i piloti non hanno colpa. È un gioco di prestigio che mette in gioco il prestigio. Un’imposizione di potere e di disprezzo che non favorisce ma umilia i Piloti che intende favorire, e nell’abuso fa comunque un torto a Garcia!

Dai, un giorno ancora, tra l’altro accorciato. È saltato, infatti, anche il “giro”. Cancellato. Sparito anche quello. Si va direttamente alla pista da Cross.

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