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Per la verità ce lo aspettavamo. Non perché siamo indovini, e neanche per la logica che in questo caso è semplicissima, ma perché non c’è Pilota che lo meriti di più. Dopo dieci Dakar, una bellissima carriera che lo ha portato fino al secondo posto nell’edizione del 2014, un secondo posto anche nel Mondiale Cross-Country Rally e una bellissima, indimenticabile vittoria al Sardegna Rally Race, anche Jordi Viladoms appende il casco al chiodo. Non in maniera così “brutale” come ha fatto il suo ex compagno di Squadra Marc Coma, ma più gentile, appunto, calma e serena. Una decisione perfettamente allineata all’incredibile personalità del 36enne Campione di Igualada.
Dopo essere stato per anni il “subalterno” di Marc Coma, e dopo aver contribuito in maniera decisiva alle vittorie del nuovo Direttore Sportivo della Dakar, Viladoms si è trovato all’improvviso in una posizione molto diversa alla vigilia della scorsa Dakar. Non più “portatore d’acqua” d’eccezione, ma uomo d’esperienza alla guida dei nuovi Assi reclutati e portati in prima linea da KTM: Toby Price, Mathias Walkner, Laia Sanz e Antoine Meo. Sapevamo che i Piloti del Team ufficiale austriaco erano andati a far pratica di road book a casa di Viladoms, ma pensavamo che fosse solo una delle manifestazioni della innata disponibilità di Viladoms. Probabilmente lo era, ma sta di fatto che, al termine della Dakar 2016, una partecipazione sfortunata, minata da un’indistruttibile influenza, anche i “Capi” di KTM si sono accorti che non c’era altro da fare che dare un seguito alla logica maturata sul campo. È un altro anello della catena di trasformazione del Team KTM. Dopo la nascita del Team gemello Husqvarna erano necessari dei cambiamenti, ed anche un ampliamento della struttura. Adesso che Jordi Viladoms ha assunto l’incarico, possiamo anche dire che Alex Doringer, che avrà ora un ruolo più vicino alla supervisione dell’intero schema KTM per i Rally Raid, ha fatto un gran lavoro. Insieme e Pit Beirer, Doringer è l’uomo che ha allargato la Squadra con le scelte azzeccate dei Piloti che la compongono adesso, ma che soprattutto ha saputo gestire da vincente il passaggio dall’era Coma all’era… Viladoms.
Bene, dopo una valanga di meritatissimi complimenti, raccontaci per favore come è andata. Non troppo improvvisamente, vero?
«Grazie intanto per i complimenti, grazie davvero. Un po’ avevamo già parlato, però nessuno aveva idea di quando poteva essere il momento giusto per farlo. Tutto è iniziato dopo che Marc ha smesso. Prima era lui il responsabile dell’evoluzione della squadra, ed era padrone di un grande “know how”. Quando Coma ha deciso di andare da ASO, KTM ha deciso che c’era bisogno di una persona che si occupasse della crescita della nuova squadra, che si occupasse della formazione, degli allenamenti, dei programmi. Soprattuto di passare le informazioni sul come Marc e Viladoms impostavano e correvano la gara. Me ne hanno parlato e, OK, abbiamo cominciato a casa mia. Tutti sono venuti ad allenarsi, a fare un po’ di road book. Abbiamo visto che la cosa funzionava, e così abbiamo iniziato a parlarne più seriamente, per il futuro. A quel punto toccava a me. E in effetti, quando vedi che vincere e stare davanti diventa più difficile, che arrivano altri piloti più giovani e forti, alora è il momento in cui si può pensare a un cambio di traiettoria. E così è stato, dopo la dakar ho sentito che dopo dieci Dakar ero contento di quello che avevo fatto come pilota, e che potevo cominciare su una nuova strada. Con una motivazione buona per me e per la squadra.. e abbiamo fatto!»
È vero, il primo a parlarci del tuo contributo alla sua causa e a quella della Squadra era stato proprio Toby Price. Adesso che cosa farai più precisamente?
«La struttura stessa della squadra è cambiata molto dopo il ritiro di Marc. Prima tutto era “molto lui”, sapeva tutto e non aveva bisogno di nessuno per far bene la sua gara. Era anche più facile. Poi lui si è ritirato e sono arrivati quattro o cinque piloti, giovani, veloci, forti. Non più un solo favorito, ma più concorrenti al ruolo. Uno dall’Australia, l’altro da Dubai o dal Cile, o dalla Francia. La squadra è diventata improvvisamente più grande, con maggiori necessità anche di organizzazione, di programmi. Diciamo che era un po’ una necesità, e che sono arrivato giusto a questa “necessità”. Adesso il mio compito è quello di aiutare tutti insieme a crescere. Una storia naturale. Ancora non abbiamo fatto un programma preciso, sappiamo però come operare. Dobbiamo programmare le gare che faremo e con chi le faremo, dobbiamo aspettare che rientrino Sunderland, che ha già iniziato ad andare in moto, e Walkner, che ha bisogno ancora di un po’ di tempo, decidere come allenarsi. Possiamo lavorare molto a casa mia, nel mio Training Center, sul road book e sugli allenamenti. Il compito è doppio, da una parte quello del manager, dall’altra qualcosa di più simile all’istruttore, al trainer. Avremo moto e meccanici a disposizione dei nostri politi, road book e programmi di allenamento in Spagna e Marocco. Casa mia sarà un posto dove tutti possono venire e trovare tutto pronto per… lavorare, senza pensare ad altro. Adesso sono ancora un po’ in vacanza, ma per poco».
Definisci per favore Price, che ha vinto, e Meo, che arriva da un altro Mondo.
«Toby lo vedo come un talento straordinario, tremendo. Da fuori si vede che lo fa facilmente. Non so come la viva dentro, ma sembra che possa andare fortissimo con grande facilità, senza stress. Ma ha anche una grande testa. Sa essre aggressivo quando c’è bisogno, ma anche calmo quando è il caso. È uno che sa giocare con il fuoco e con l’acqua in maniera giusta! Normalmente i Piloti di Rally spesso sono molto forti, molto fuoco, ma quando arriva il momento di calmarsi spesso non riescono a usare… l’acqua per spegnere il fuoco. Price ha imparato prestissimo e sono certo che starà per molto tempo lì davanti. Meo è un altro tipo di Campione. Ha il carattere del vincitore, e un talento spettacolare di guida. Sta facendo la strada di Toby, che il primo anno era già tra i primi. Anche per lui vedo un grande futuro, e una grande capacità di arrivare lontano. In questo senso, devo dire che il mio lavoro è più facile, perché tutti i Piloti della Squadra sono incredibili. Anche Walkner, è arrivato lo scorso anno, e ha già vinto in Sardegna e un Mondiale, vuol dire che oltre ad andare forte ha un regolarità incredibile. E mi piace anche Sunderland, ha più esperienza degli altri e una grande velocità. Quattro Assi, e non dimentichiamo Laia Sanz che è bravissima, tutti giovani, tutti fortissimi, tutti all’inizio. Vuol dire una grande, lungo futuro per KTM».
E come ti senti in mezzo a loro. Fino a ieri amici, e ora?
«E ora più amici ancora. Un’altra cosa incredibile è l’atmosfera che c’è in questa squadra. Tra tutti, piloti, meccanici, me, c’è una relazione bellissima. Non c’è battaglia all’interno della squadra, ma un forza che porta tutti a combattere insieme una battaglia che sta là fuori. È un tipo di motivazione straordinaria, un altro aspetto che rende più facile e meravigliosa la mia nuova avventura!».
Ti dispiace un po’ aver smesso di correre, vero?
«Certo che mi dispiace, ma non moltissimo. Come dicevamo, si vede che era il momento giusto. Mi spiace, sì, ma allo stesso tempo sento fotte la nuova motivazione, e allo stesso tempo un grande sentimento per quelli mi sono stati accanto, i miei amici, i familiari, gli sponsor, tutti quelli che in questi anni mi hanno aiutato a far sì che potessi vivere la mia passione».
In bocca al lupo!
«Crepi! Grazie».