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“L’Armata Honda perde un altro soldato”. “Più di un pilota (e di quelli buoni) non dorme bene stanotte”. “Più di Michelle Mouton!” Potenza irriverente del social. Laia Sanz correrà “almeno” due Dakar e due Campionati del Mondo di Enduro con KTM. Tanto è bello il contratto che la fuoriclasse spagnola ha firmato con Pit Beirer in rappresentanza di KTM, che il termine temporale sembra posto solo per dare un senso compiuto ad ogni dettaglio dell’accordo.
“Almeno fino a” vuol dire molto di più, vuol dire augurarsi di portare l’intera carriera sportiva della più forte pilota del mondo sotto quei colori. Un accordo, insomma, che si esalta da solo nei termini del matrimonio del secolo. Sembra di esagerare, ma non è così. Nessun’altra pilota è mai riuscita a fare quello che ha fatto Laia Sanz. Non solo nel Trial, che con i tredici titoli acquisiti l’ha consacrata come mito inarrivabile al femminile, ma anche nei Rally-Raid, specialità che ha proiettato la Sanz oltre i confini della categoria validando un valore assoluto e non più circoscritto a quella “W” che indica la categoria femminile.
Di questo pare che, tutto d’un tratto, si siano dimenticati Honda e il Team HRC. Ma non è solo una questione di valenza sportiva. C’è l’immagine. In Spagna Laia ha un seguito incredibile, orgoglioso, e la sua icona si è ingigantita oltre misura proponendo l’eroina di Uyuni, la donna e atleta capace di “rischiare” di andare a podio alla Dakar. La Spagna ha eroi e protagonisti sul palcoscenico di tutte le categorie più amate del motorismo, Laia sanz li rappresenta tutti e porta l’entusiasmo e la passione spagnola su un piano diverso, più alto. E non certo perché è anche bella e solare.
Vi avevo suggerito di guardare la lista degli… assenti alla prova di apertura del Mondiale Rally-Raid a Abu Dhabi. Uno dei nomi mancanti era quello di Laia. E sì, ce ne sono altri di cui parleremo a breve, senza scoop, aspettando il momento in cui il rispetto per la vita privata degli attori di cui siamo interfaccia mediatica sia… rispettato.
Ci eravamo preoccupati per l’assenza di Laia, e abbiamo immediatamente cercato una causa inappellabile. Ma non c’era, la Sanz era stata semplicemente lasciata a casa. Imperdonabile. Non tanto per l’episodio, quanto per la distonia con quello che la Campionessa aveva fatto alla Dakar (se proprio non vogliamo andare indietro nella sua carriera) e con quello che sembrava dovesse essere ovvio, e cioè che proseguisse sull’… onda di quel successo per migliorarlo. Al contrario, era arrivata una battuta d’arresto.
Che i “pour parler” con KTM siamo venuti di conseguenza o che fossero eventualmente già in atto, o che siano attendibili le voci secondo le quali alla Sanz era stato proposto di fare il “portatore d’acqua" a Paulo Gonçalves sono fatti o ipotesi che non hanno molta importanza. Tra gli elementi che tutti possono conoscere di Laia semplicemente basandosi sulla sua carriera ne appaiono costantemente due che la Campionessa ha sempre ritenuto prioritari, la qualità dell’assetto tecnico e la stabilità.
Soprattutto, negli ultimi anni di turbolenze e di cambiamenti obbligati, quest’ultimo elemento, che si traduce nella tranquillità necessaria per disegnare un programma e per lavorarci a fondo. E per dare ai risultati quel fenomenale crescendo che tutti abbiamo avuto modo di ammirare tra il 3 e il 17 del gennaio scorso.
Acqua passata, adesso Laia Sanz ha quello che tutti i piloti “maschi” sognerebbero di avere. La squadra più collaudata ed esperta, un programma a lunga scadenza, la possibilità di correre ai massimi livelli la Dakar, e la certezza di portare su quei livelli anche la sua partecipazione al Campionato del mondo di Enduro con la squadra di Farioli.
A cose fatte, per “alleggerire”, una supposizione e un pettegolezzo anche da parte nostra. Il primo. Si parla di KTM, ma perché non ipotizzare di dipingere almeno una delle due Dakar di Laia con quei toni Husqvarna che colorano le chiacchiere nell’aria già da un po’? Il secondo. È davvero geloso il Pluricampeon della Dakar, come si ironizza in giro, a vedersi rubata una parte della sua scena, sul campo di battaglia e in Casa? Nah, secondo me dietro, o a fianco del progetto KTM-Sanz c’è anche l’intelligenza di Marc Coma.
Laia Sanz, sedici volte campionessa del mondo (tredici volte nel Femminile Trial, tre nell’Enduro) è la protagonista di una mossa sorprendente. Fresca della sua miglior prestazione di sempre alla Dakar 2015, dove in sella alla Honda ha conquistato il nono posto assoluto, ha infatti annunciato il suo passaggio a KTM.
Oltre a prendere parte al Mondiale Enduro femminile, Laia prenderà il via in alcuni Rally del Mondiale, compatibilmente con il calendario agonistico. «Sarà incredibile correre con piloti del calibro di Coma e Cervantes» ha commentato dalla Spagna la Sanz. «Posso imparare molto da loro, e credo che per me sarà un’esperienza molto importante. So che posso ancora migliorare, e la KTM è la Casa migliore con cui farlo. Sono cresciuta con la passione del Trial, uno sport più tecnico che mi ha dato le capacità necessarie per svettare anche nell’Enduro. Adesso la mia passione è la Dakar – la guardavo in TV da ragazzina e non avrei mai immaginato che sarei stata in grado di correrci. E’ una grande avventura – bisogna impegnarsi al meglio, ma conoscendo il proprio limite».
«E’ un piacere accogliere Laia nel Team ufficiale KTM Rally e per il Mondiale Enduro» commenta Pit Beirer, capo del reparto corse KTM. «Si tratta della prima donna a correre per noi da ufficiale. Laia è una pilota incredibile – i suoi tre titoli iridati nell’Enduro e il suo nono posto assoluto alla Dakar 2015 parlano da soli. Con il nostro supporto siamo sicuri di poter vedere Laia crescere ancora».
«Per noi è una notizia meravigliosa» ha fatto eco il Team Manager del team Enduro KTM Fabio Farioli. «Si tratta di una nuova sfida – da quest’anno possiamo puntare anche al titolo iridato femminile, e sicuramente Laia è la miglior pilota che potessimo aggiudicarci per farlo. Sarà bello lavorare con lei per ottenere questo obiettivo».
Il Mondiale Enduro femminile 2015 è composto da otto gare, articolate su quattro weekend:
9-10 maggio: Jerez, Spagna
16-17 maggio: Gouveia, Portogallo
11-12 maggio: Saint Hubert, Belgio
3-4 ottobre: Requista, Francia