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Marc Coma riprende il discorso del Mondiale 2013 laddove l’aveva lasciato al termine della prova d’apertura. Sceso dal podio di Abu Dhabi lo spagnolo è risalito immediatamente su quello di Doha, ancora sul gradino più alto, e con due prove vinte su due disputate si candida a ripetere il successo finale, ora più che mai sospinto da una “matematica” confortante. Matematico anche il Rally che ha appena vinto, il Sealine Qatar che desta non meno perplessità dell’edizione inaugurale di un anno fa. L’anno scorso era la prima volta (anche se il mai dimenticato Giovanni Cassini ne organizzò uno affascinante negli anni ’90), a cura niente meno che della Federazione motoristica nazionale, la QMMF, ed era legittimo chiamare in causa qualche errore di giovinezza. Quest’anno, invece, pur con una struttura nettamente migliore dal punto di vista del percorso, il Sealine ha “toppato” sotto il profilo della credibilità, con soltanto venti partenti, della durata, soltanto quattro tappe, e di conseguenza dell’agonismo, visto che il successo finale è andato dritto nelle tasche del favorito numero 1: Marc Coma. Il bravo e simpatico Paulo Gonçalves, alla guida di una Speedbrain (la moto ex Husqvarna… ex BMW di Wolfgang Fischer) ha svolto funzioni di sparring partner, e il cileno Francisco Lopez quella di… lepre.
L’andamento del Rally è stato agonisticamente un po’ “claustrofobico”, cioè “matematicamente” prevedibile e inequivocabilmente legato alla regola pratica meno interessante, cioè quella del “trenino”. È un atteggiamento tattico quasi nullo, che impone ai migliori di stare rigorosamente in convoglio, affidando quindi il risultato al gioco delle partenze. Ed ecco il “grafico” che sintetizza le dinamiche della corsa. Giorno per giorno: quattro tappe, due le ha vinte Marc Coma e due “Chaleco” Lopez. Classifica generale: Coma è stato primo dall’inizio alla fine del Rally e Paulo Gonçalves per quattro giorni secondo. Lopez, che tornava a correre dopo il lungo intervallo post-Dakar, non ostante i colpi di “flash” finisce al quarto posto, alle spalle del più regolare Jakub Przygonski e favorito dal peggiore dei colpi di scena, l’esclusione per incidente di Pal Anders Ullevalseter, costretto al ritiro nella terza tappa per la frattura di un femore. Quasi quasi è più interessante il quinto posto assoluto di Juan Carlos Salvatierra, il Pilota boliviano che merita l’indulgenza del tifo, poiché corre con un Team italiano, il Jolly Racing Rally Division, e perché in definitiva ha vinto la classifica riservata alle Open, per moto oltre i 450cc.
Volendo cercare il leit motiv dell’ultima tappa del Sealine Qatar 2013, la più corta di circa 250 chilometri, questo può essere individuato nel rush finale nel quale Paulo Gonçalves ha cercato di rompere le uova ormai nel paniere di Marc Coma. Lo spagnolo partiva per primo, con due minuti e zero-quattro di vantaggio sul portoghese. Teoricamente, a Gonçalves sarebbe bastato riacciuffare Coma, partito due minuti prima di lui, e poi “staccarlo” di cinque secondi per vincere il Rally. Ma chi si aspettava la manche di cross è rimasto deluso, perché Coma ha interpretato il gran finale in modo diverso, o alla sua maniera, di forza. È partito come una fucilata, ha allungato ulteriormente prima del rifornimento, e quindi ha concluso di conserva, consentendo all’avversario di riprendere, sì, i due minuti… ma non i cinque secondi. Il risultato finale è chiaro, Coma ha battuto Gonçalvers per soli 4 secondi, e i due sono ormai staccati, nella generale provvisoria del Campionato del Mondo, da ben 16 punti, 50 a 34. Felici entrambi i Piloti. Coma per aver vinto ancora, Gonçalves per aver dimostrato la competitività della “macchina” Speedbrain, che va ora in produzione in una piccola serie “clienti”.
Nessuna sopresa neanche nelle altre due sessioni d’esame della seconda prova mondiale. Tra i Quad Rafal Sonik partiva per l’ultima tappa con un margine abissale di un’ora e mezza di vantaggio sul Pilota degli Emirati Obaid Al-Kitbe, e il polacco naturalmente non si è lasciato sfuggire il nuovo successo. Tra le auto, altra vittoria a mani basse, quella di Jean-Louis Schlesser. Anche il “vecchio leone”, in testa dal primo all’ultimo giorno, aveva accumulato un buon vantaggio, e la sola cosa che può recriminare è la ferita a un dito della mano, procurata per un violento “ritorno” del volante nell’affrontare una buca.
Adesso il Mondiale delle moto va a riposo per un mese, e tornerà con il Sardegna Rally Race in programma dal 1 al 5 Giugno (verifiche i due giorni prima, quest’anno ad Alghero). Lo scorso anno l’evento di Bike Village fu il Rally dei record, con una serie di primati duri da battere, soprattutto di questi tempi, e torna in una configurazione in grado di rinnovare il prestigio dell’unica corsa europea, e soprattutto italiana, del Mondiale Cross-Country Rally. Riconosciuto dal “popolo” dei rallysti come l’impegno più completo, sicuro e agonisticamente imbattibile l’”SRR”, per incominciare e per fugare la brutta impressione del Qatar, certamente ci farà tornare su quei livelli di spessore e contenuti che sono, e devono essere, pertinentemente obbligatori in una prova Mondiale.