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Mi chiama Alain Blanchard, il Promoter: “Ricordati, per favore, che non è più Campionato del Mondo, ma EnduroGP”. Come MotoGP invece di Campionato? Gli ricordo che ci sono casi in cui non essere “Campionato del Mondo” è declassante, e altri in cui ci si aspetta in gloria che lo diventi, e invece è ancora, per esempio, Coppa del Mondo Cross-Country Rally FIA. Comunque, sempre Mondiale è, e contento Alain, contenti tutti. EnduroGP.
Ed eccoci alla seconda prova del Campionato del Mondo di Enduro. Ops! EnduroGP atto secondo. OK?
Gouveia, Portogallo. Da noi è quasi estate, invece all’estremo, atlantico Ovest Iberico si inizia con la pioggia. Vero Enduro, si dice allora. Ma l’Enduro ha, tra le sue qualità più spiccate, proprio il fatto di essere ancora necessariamente “vero”, autentico. È una delle sua caratteristiche, e di spettacolo ne produce solo in presenza di livelli elevatissimi dell’atto agonistico. Ma, tranquilli, sotto questo aspetto i Campioni dell’Enduro sono davvero stratosferici, capaci di cose che voi umani…
Super Test del venerdì, Mathias Bellino, 12 secondi di bonus, Alex Salvini, ottimo, 10 secondi, Lorenzo Santolino, otto, poi via via tutti gli altri fino a quasi 150 partenti, con molti “nazionali” al via. Un buon numero. La crisi c’è, il livello altissimo del Mondiale è già di per sé, per molti, un deterrente, ma i Gran Premi, tra l’altro difficili e onerosi da organizzare, sono affollati. Dopo il Super Test Spettacolo si salta direttamente alla prima giornata di gara sotto un cielo plumbeo. Si dice che si è talmente vicini al mare che potrebbe cambiare da un momento all’altro. In effetti… la pioggia diventa un temporale storico, non accadeva non so da quanti anni al Mondiale, e non smette più. Si avanza, ma tra enormi difficoltà, l’ultimo dei quattro giri viene alla fine cancellato, i Piloti tirano il fiato e, tutto sommato, i valori in campo restano “proporzionali”, non influenzati da particolari colpi di scena.
La grande rivelazione del Mondiale di Enduro è Steve Holcombe, il ventiduenne inglese di Plymouth scoperto da Fabrizio Dini e portato nel Team Ufficiale Beta. Holcombe, per la verità, era già stato parzialmente “svelato” alla fine della scorsa stagione, conclusa al terzo posto della Junior con un impressionante crescendo finale. Quest’anno Holcombe è stato lanciato direttamente nella mischia della E3, ma l’inglesino non si è fatto sorprendere. Anzi, non fosse per una caduta nel finale, nell’ultima Estrema di Sabato, l’Assoluta, leggi EnduroGP Class della prima giornata di Gouveia potrebbe essere stata sua. Poco male, competitività dimostrata, Holcombe vince comunque il sabato della E3, davanti all’altra “verità” del Mondiale 2016, Antoine Basset, KTM, e al compagno di squadra, Maestro Johnny Aubert, che dopo un inizio fulminante “accusa” l’avanzata del giovane, ormai avversario numero 1.
La battaglia della prima giornata sotto il diluvio dell’EnduroGP Class si conclude, quindi e in parte secondo le previsioni, sull’esito del duello tra Matthew Phillips, Sherco, e Mathias Bellino, Husqvarna, che finiscono nell’ordine. Cresce Alex Salvini, Beta, che solo un finale sbagliato relega al sesto posto della EnduroGP, e si fanno avanti anche le “reclute” della rinnovata armata KTM, Taylor Robert e Antoine Basset. Eero Remes, settimo, domina con la TM la E1 di cui è Campione in carica, davanti ad un’altra strepitosa performance di Jamie McCanney, Yamaha Team “Miglio”, e l’incoraggiante inserimento di Nathan Watson, KTM. Il vincitore tra gli Junior, “Giacomino” Redondi, Honda, è la grande, migliore conferma italiana, soprattutto dopo il raddoppio della domenica che vale al Pilota Honda una leadership concreta.
Il secondo giorno potrebbe andare meglio, dal punto di vista meteo, ma il tempo è variabile e isterico, il fango c’è ancora, e sulle spalle dei Piloti grava la fatica extra accumulata durante la prima giornata del Gran Premio del Portogallo. Inaspettatamente, molte situazioni trovano una nuova via e portano a un risultato, globale e di dettaglio, per molti versi inedito, e comunque sorprendente. I giri sono ancora tre, di poco più di 50 chilometri, e quasi tutte le Speciali sono state modificate per consentire alla “macchina” di andare avanti anche dove le fangaie avevano reso impraticabile il terreno.
A salire in cattedra sono un pilota e… una classe, accompagnati da una bordata di esplosive novità. Il pilota è il promesso, dalla prima giornata di gara, Steve Holcombe, che questa volta non sbaglia e vince tutto, l’EnduroGP Class davanti a Remes e Watson, e la E3 davanti allo strepitoso Manuel Monni, TM, e a Basset. La Classe “rivelazione” di cui si parla, invece, è la E1, che produce risultati strabilianti spedendo i suoi dominatori, Eero Remes e Nathan Watson, direttamente sul podio della EnduroGP, l’Assoluta, e definisce nel fango di Gouveia i contorni di una sfida a tre tra Eero Remes, Jamie McCanney e Natan Watson. Il finlandese al momento è inarrivabile, e per gli inglesi c’è l’opportunità e il dovere di migliorarsi ulteriormente, se intendono puntare al numero 1 o non vogliono vedersi insidiare il podio dal nostro Martini o dall’altro McCanney, Daniel. Dal nostro più “nazionale” punto di vista, la certezza è nella doppietta di Giacomo Redondi, che raddoppia anche a Gouveia, trova nel portoghese Diego Ventura una nuova, più che probabile insidia e perde momentaneamente per strada l’avversario dichiarato Josep Garcia. Ma non è solo il giovanissimo Garcia a lamentare una giornata difficile. Non va per il verso giusto nemmeno la domenica di Mathias Bellino, fino a ieri l’antagonista di Phillips, “colpevole” di una serie di errori che l’hanno escluso dal “giro” che conta, e dello sfortunato Johnny Aubert, che cade e si infortuna a un gomito, soffre e conclude alla ricerca disperata di quei punti di Campionato che lo mantengono in contatto con gli obiettivi della vigilia.
L’altra bella sorpresa è il rimescolamento della E2, con la salita al vertice di Taylor Robert, KTM, che vuol dire la prima volta di un americano vittorioso in una giornata di Mondiale Enduro. In negativo la E2 registra, oltre alla “cessione” dell’Assoluta ad un Pilota della E3, Holcombe, anche il crollo momentaneo di Bellino. Se l’Enduro è la vecchia Regolarità, il più… regolare è, per ora su un livello più basso, Alex Salvini, che conquista un quarto e un terzo posto e si installa al terzo anche nella graduatoria provvisoria della sua Classe, alle spalle di Phillips e Bellino.
In generale, dopo due Gran Premi, si assiste ad una situazione di grande equilibrio caratterizzata da poche certezze assolute e da un elevatissimo livello agonistico. Campioni in Marocco si sono dovuti fermare in Portogallo, dove si sono affrettati alcuni ritardatari della prima ora che rischiavano di perdere il treno. Tra i Piloti, corrono decisamente spediti Phillips, Remes, Holcombe e Redondi, e sono in vistoso ritardo Piloti del valore di Cervantes, Barragan, Nambotin suo malgrado, e gran parte degli italiani. Tra i team di marca, dimostrano di aver fatto un lavoro strepitoso Beta, Sherco e TM, e di segnare il passo (loro malgrado o no) KTM e Husqvarna, che non hanno nessun pilota in testa ad una qualsiasi classifica. Ma non c’è da fidarsi. A parte i segnali dell’ascesa portoghese di Robert e Watson, è impensabile che Fabio Farioli non metta in riga i suoi.
Campionati interessanti, Enduro mondiale strepitoso, e si passa al Gran Premio di Grecia, che si terrà a Grevena il 21 e 22 Maggio.