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Jerez de la Frontera, 10 Maggio. Dopo la trasferta oltreoceano e la disputa del Gran Premio inaugurale in Cile, il Campionato del Mondo di Enduro torna nella sua “culla”, l’Europa, e manda in scena un’occasione inedita in quel luogo che è uno dei templi della velocità, Jerez de la Frontera. L’estremo Sud-Ovest spagnolo, a un passo dalle “colonne d’Ercole”, accoglie sui terreni dell’Andalusia un Gran Premio novità che risulta non particolarmente difficile, se non per il gran caldo, ma molto riuscito. Che poi “facile” e “difficile” diventano parametri del tutto relativi quando si tratta della moderna espressione di una disciplina che, sotto la guida di Alain Blanchard, ha raggiunto i suoi massimi livelli. E lo stesso vale per i suoi campioni, i suoi fuoriclasse in grado di esprimere incredibili livelli di talento e di specifica bravura.
Uno su tutti, in Spagna, Christophe Nambotin, il pilota ufficiale KTM che ha fatto del GP spagnolo il palcoscenico sul quale interpretare la difficile parte del dominatore assoluto. In sella alla KTM del Team di Fabio Farioli, il tre volte Campione del Mondo ha infatti imperversato sulle “facili” speciali spagnole, aggiungendo al pur prevedibile successo i contorni di una supremazia inarrivabile e assoluta, un’autentica forma di egemonia insomma, ben oltre i confini della classe E1 che lo cita immancabilmente come protagonista fisso e ormai storico. Descrivere la doppia giornata di gara del Gran Premio di Spagna di Cristophe Nambotin è di una facilità agghiacciante, ed è presto detto. In ambito E1 “Nambot” ha vinto venerdì il Super Test, e abato e domenica dieci delle dieci prove speciali di ogni giorno.
Non una sbavatura, non un errore che potesse aprire un varco agli avversari, non un solo attimo di tregua concessa, per esempio come in occasione del passo falso della domenica di Talca. La gara della E1 si è divisa in due, dunque. Da una parte la corsa in solitario del fuoriclasse francese, all’inseguimento di un obiettivo personale, dall’altra la battaglia più “umana” per la conquista dei restanti posti sul podio di Jerez, risoltasi con l’identico risultato sia sabato che domenica: il finlandese Eero Remes (TM) davanti allo spagnolo del Team Miglio Yamaha Yamalube, Cristobal Guerrero, che conquista così, con la nuova Squadra italiana, il suo primo Podio stagionale.
Come sempre Nambotin è pilota superlativo ma personaggio discreto, quasi schivo, mai alla ricerca della luce dei riflettori. Il manifesto della sua contentezza è limitato quasi sempre ad un sorriso di autentica soddisfazione, questo sì, ma mai un urlo di entusiasmo. Per richiamare l’attenzione sulla sua impresa spagnola ci vuole un altro fuoriclasse, Antoine Meo. Fuoriclasse come “Nambot”, ma anche compagno di squadra nel Team KTM ufficiale, amico e avversario a… distanza. È Meo, infatti, che si incarica di sottolineare la “vera” impresa di Nambotin, quella migliore sommatoria dei tempi di giornata, l’antica e ufficialmente ripudiata Classifica Assoluta che gira sottobanco, riferimento ufficioso e incrociato tra le classi che Meo non è riuscito a far suo.
A proposito di Antoine Meo, dopo il ritorno esplosivo e perentorio del quattro volte Mondiale in Cile, era chiaro che il favorito numero uno alla vittoria in spagna era ancora lui. Nella E2, peraltro, la pausa del rientro in Europa è stata sufficiente per livellare un po’ di più la classe che da qualche stagione è la più combattuta e tecnicamente più elevata del Mondiale. In un contesto circoscritto a quattro Campioni del Mondo, e ferma restando la nuova, doppia vittoria di Meo, infatti, il “gruppetto” degli inseguitori è più compatto e vicino alla testa della corsa.
Pierre-Alexandre Renet, partito molto bene, ha senz’altro qualcosa da recriminare al termine di un week end non perfettamente lineare e all’altezza se non delle aspettative almeno dei propositi, e ben più che soddisfatto appare, invece, Alex Salvini. Il Campione del Mondo 2013 sta ripetendo, in un certo senso, l’avvio della stagione scorsa, con la differenza che l’anno scorso Alex partiva praticamente sconfitto a causa dei postumi di un infortunio invernale aggravato da una recrudescenza di inizio Campionato, mentre quest’anno il lieve ritardo di preparazione sembra poter rientrare rapidamente. Intanto, rispetto alla prova di apertura in Cile, Salvini è dunque salito di un gradino invertendo la tendenza che lo vedeva in sofferenza rispetto a Renet. E poi, è ancora una “testimonianza” di Meo il termometro dello stato di “salute” agonistica Salvini.
Domenica specialmente, nonostante il crescendo del francese nel finale di giornata, Salvini è andato all’attacco, è riuscito a vincere alcune speciali chiave, due Enduro e un’Extreme Test e, soprattutto, a ridurre lo svantaggio rispetto a Meo fino alla tutto sommato misera entità di dieci secondi. Vista dal punto di vista del “trend”, la soluzione di una vittoria di Salvini non dovrebbe farsi attendere troppo, e magari realizzarsi già dal prossimo Gran Premio del Portogallo. Quotazioni stabili, dunque, per Meo e Renet, in rialzo per il Pilota italiano del team Honda-Red Moto, e di nuovo stabili per Johnny Aubert che, apparso lievemente stanco e demotivato, situazione peraltro non eccezionale nella torrida fornace dell’Andalusia, non si muove di un millimetro dal quarto posto.
Ancor meno scontata nella sua evoluzione, e lo si era già visto in Cile, è la classe E3, vera fucina di proposte per il prosieguo della stagione. A Talca, ridimensionata per un week end la prospettiva Phillips e registrata la certezza di una nuova stagione-calvario per lo sfortunato e… infortunato Ivan Cervantes, erano state introdotte le “tesi” Mathias Bellino e Matti Seistola. A Jerez de la Frontera Seistola, arrivato da leader, ha sbagliato sabato costringendosi ad una difficilissima gara di inseguimento, risultato poi vano, mentre alla vera e propria battaglia di domenica hanno partecipato Barragan, Seistola (a un solo secondo dalla vittoria!) e ancora Bellino, vincitore su un gruppo di scalmanati separati da appena cinque secondi in un’ora di prove speciali. Il risultato finale esce non tanto da un errore o da una debolezza, quindi, quanto dall’incredibile determinazione di Mathias Bellino, l’ufficiale Husqvarna che ha dapprima assorbito i “colpi” iniziali degli avversari, per poi sviluppare sia sabato che domenica un’azione così potente, continua e micidiale da non potersi risolvere che con un KO. Bellino passa così al comando del Mondiale, ma la strada davanti all’ennesimo francese in voga al Mondiale è tutt’altro che in discesa, e tra le imprevedibili “varianti di valico” ci metterei anche il bellissimo Gran Premio di Manuel Monni, terzo e quarto con la TM.
Secondo copione le EJ e EW, i cui presupposti erano, rispettivamente, le condizioni di salute di Jamie McCanney e il nuovo assetto di Laia Sanz. Ne un’influenza, il caso dell’inglese, né il debutto con il fiammante programma KTM, il caso della Regina, hanno influito minimamente sulle rispettive tabelle di marcia. McCanney ha vinto entrambe le giornate sulle sorprese Ventura e Holcombe, Laia Sanz ha iniziato a punteggio pieno il Mondiale delle “femmine” battendo in entrambe le giornate Jessica Gardiner.
Mentre bilici, camion e furgoni si rimettono in marcia per passare il confine a due passi e spostare la carovana del Mondiale a Gouveia, Portogallo, sede tra una settimana della terza Prova, una piccola riflessione sull’andamento dell’ufficioso Mondiale “Marche”. Il duopolio KTM-Husqvarna, ovvero un monopolio di Gruppo, imperversa in tutte le classi, non in una soltanto infranto. L’una o l’altra Marca hanno vinto in tutte le classi del Gran Premio di Spagna, e stiamo parlando di ben 12 assegnazioni, e l’una o l’altra sono in testa ai rispettivi Mondiali. Rispetto a tanti Golia, pochi, eccellenti Davide. La TM di Remes e la Yamaha di Guerrero in E1, la Honda di Salvini e la Beta di Aubert in E2, la Sherco di Seistola e ancora le TM di Monni e Leok in E3.
Foto: Future7 Media