Mondiale Enduro. Remes (TM) e Redondi (Honda) Supereroi in Grecia

Mondiale Enduro. Remes (TM) e Redondi (Honda) Supereroi in Grecia
Terzo Gran Premio dell’Enduro Mondiale a Grevena, ma il meteo non è da Grecia: pioggia, fango e freddo devastano la Macedonia e la prima giornata di gara, e influenzano la seconda, favorendo l’exploit delle piccole cilindrate
23 maggio 2016

A qualcuno la trasferta greca del Mondiale Enduro, che di solito è una festa già di mezza estate, è apparsa subito almeno “strana”. Il Team Miglio Yamaha Yamalube del nostro amico Migliorati, per esempio, che già giovedì aveva perso uno dei suoi assi, il campione del mondo Junior in carica Jamie McCanney da poco rientrato da un infortunio invernale, nell’area training. La gara vera e propria, a partire dal Supertest spettacolo del venerdì sera, poi, si confermava più adatta ad un’ambientazione nordica, tipo Galles o Francia autunnale. Pioggia e vento, fango a volontà e, soprattutto quel disagio che dipende dal fatto che proprio non te l’aspetti.

La gara ne risente, ma non c’è dubbio che esalta quelle figure degli specialisti che, tirata una riga sulle snervanti condizioni meteo, si rimboccano le maniche e partono, incuranti degli elementi, all’attacco. Tali figure sono i supereroi dell’Enduro, gli attori protagonisti della difficile e purissima disciplina del fuoristrada, la più “originale” e storica.

Dalla Grecia i segnali sono subito molto chiari. Tutti eroi, ma due in particolare davvero stratosferici: Eero Remes e Giacomo Redondi. Non solo perché entrambi si aggiudicano l’intera posta in palio con due doppiette spettacolari, anzi, per quanto riguarda Remes diremmo che è una doppia… doppietta storica, ma perché per entrambi la trasferta greca si conclude con il rilascio di una sorta di certificato di “eternità”, ovvero la prospettiva di longevità agonistica sui massimi livelli della competitività degna dei migliori. Diciamolo, sia l’uno che l’altro sono stati, in passato, tutt’altro che delle garanzie. Talentuosi, fortissimi se in giornata sì, ma anche volubili, a volte fragili, in una parola incostanti. Che è il peggio che possa accadere a chi conta su di te per vincere un campionato, Come sempre non si sa mai se è una questione personale oppure ambientale, di entourage e di stimoli. Sta di fatto che, a un certo punto, TM raccoglie Remes e Cherubini ne fa un campione del mondo, e Honda Redmoto rilancia sul piatto di Redondi e ne fa un “martello”.

Eero Remes
Eero Remes
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È così che Remes, partito in condizioni perfette quest’anno ma non così clamoroso al debutto stagionale in Marocco, è diventato il piccolo grande uomo da battere. Il ruolino di marcia del finlandese è impressionante, e ancor di più lo è il modo con cui riesce ad impadronirsi delle corse. Vista da fuori è una serie totalmente chiara. Va bene che lo schieramento è parzialmente rinnovato e ci sono giovani come Watson che crescono rapidamente, ma il campione del mondo è capace di raddrizzare anche una gara difficile come il GP di Grecia delle prime battute e portare la TM 250 a un successo che diventa un riferimento per le gare “umide”. Alla fine il conto torna ed esalta. Ancora due vittorie di classe, la E1 che Remes domina a punteggio pieno, e due successi anche nell’élite della Enduro GP, che si traducono nella prima, reale minaccia per l’attuale leader Matthew Phillips, vincitore della E2 di sabato e terzo domenica alle spalle del sorprendente francese Loic Larrieu, Yamaha, e del crescente americano della KTM Taylor Robert.

Matthew Phillips
Matthew Phillips

L’altra sponda del campionato del mondo degli eroi è quella della E Junior, classe sormontata dal talento di Giacomo Redondi che Honda Redmoto ha fatto non solo rinascere, ma che ha consolidato in un tabella di marcia umiliante per gli avversari. Anche in questo caso l’inizio non è perfetto, ma il seguito della gara è la conferma che Redondi non solo è una spanna al di sopra, anche del compagno di squadra Davide Soreca, due podi, ma che non c’è situazione incerta o sfavorevole che il giovane leader della Junior, sei gare, sei vittorie, non sappia oggi gestire o recuperare alla perfezione.

Dalla Grecia, 72 ore di pioggia battente e solo una domenica parzialmente indulgente, altri segnali. Come quello lanciato dal parziale recupero di Ivan Cervantes, terzo sabato, o dall’ascesa innegabilmente efficace di Nathan Watson, ormai oltre il “limite” della classe verso un ruolo da protagonista anche nella EGP, o dalla bellissima gara di Johnny Aubert nella E3. Secondo sabato e primo domenica, Aubert inverte una tendenza e “sbugiarda” i critici, che lo vogliono irrimediabilmente in calo nel corso del week end, con una prestazione, come si dice? Ah sì, maiuscola! Imprendibile sabato, il compagno di squadra Beta, Holcombe, paga domenica le conseguenze di una forte contusione alla mano di sabato, che in fondo “umanizza” il giovane marziano inglese e riapre, ma sempre in casa Beta, la sfida della E3 che applaude anche il secondo posto domenicale di Monni.

Taylor Robert
Taylor Robert

Se la E1 è dominata da Remes senza scampo, oggi, per gli avversari, non c’è dubbio che la classe più aperta, e sorprendente, è la E2. Phillips è pilota sornione, non esagera se non c’è necessità. Dopo aver vinto sabato, tuttavia, l’australiano non si è accorto dell’esplosione del francese Larrieu, o non è stato abbastanza tempestivo nella reazione, cosicché oltre a doversi inchinare all’inedito Larrieu, il leader dell’”Assoluta” ha dovuto cedere il passo anche a Taylor Robert. Ma il vero mistero della E2 è nelle “delusioni”. Come spiegarsi il crollo di Matthias Bellino, campione del Mondo della E3 in carica e incredibile mattatore del Gran Premio inaugurale della stagione, ad Agadir, ma in Grecia inesistente? E come spiegarsi il lento cammino di Alex Salvini, che a Grevena non riesce a portare a casa niente di meglio che due quarti posti?

Le risposte, speriamo positive per entrambi, arriveranno ora dal Nord Europa, dai Gran Premi di Finlandia e Svezia, Heinola e Enkoping.

Foto: TM, Honda RedMoto, KTM/Future7 Media, Sherco

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