Mondiale EnduroGP-18. Germania. Salvini, finale drammatico… i Titoli a Holcombe e Remes

Mondiale EnduroGP-18. Germania. Salvini, finale drammatico…  i Titoli a Holcombe e Remes
Piero Batini
  • di Piero Batini
Annata incredibile, magnifica, e incredibilmente sfortunata per il Pilota JET Zanardo che, a un passo dal secondo Mondiale, è fermato dal ramo di un albero. In Archivio l’edizione 2018 del Mondiale di Enduro. E ora?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 ottobre 2018

Rudersdorf, Germania, 13 Ottobre 2018. Alex Salvini era arrivato alla finalissima della domenica mondiale di Rudersdorf, un piccolo paese non lontano da Berlino, se non proprio in poltrona, almeno sullo sgabello più alto. Dieci punti di vantaggio e l’ultimo giorno di gara per conquistare il titolo iridato della Enduro 2, secondo Mondiale in vista dopo quello conquistato nell’ormai lontanuccio 2013. Moto diversa, stessa colonna vertebrale del Team. Gli ultimi appuntamenti mondiali, Italia e Francia, non sono stati fortunati, e questo spiega l’impegno extra a cui è chiamato il Pilota per conquistare almeno il Titolo della E2 dopo aver dovuto lasciar sfumare quello della EnduroGP.

Come è potuto accadere che a fregiarsi del Titolo della E2 sia ancora Eero Remes, Mondiale E2 con TM? Niente di immeritato per il piccolo finlandese, nessuna “colpa” da attribuire al poco loquace ma fortissimo pilota ufficiale TM. Per fermare Salvini e creare la situazione quasi grottesca che si è verificata ci vuole un colpo di scena come quello che non si vedeva da tempo, per circostanze e contesto agonistico generale.

Alex Salvini
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Alex Salvini era partito bene. L’ultima giornata dell’Enduro GP categoria E2 si avviava a gratificare per la prima e unica volta il francese Loic Larrieu, grande promessa dei transalpini ma “opacizzato” dalla stagione lucida e brillante, diremmo impeccabile del rilanciato Salvini.

Tutto è programmato su un copione non facile da rispettare, un finale di Mondiale è sempre un grande, delicato finale, ma in “regolare” stato di avanzamento. Il terzo posto di sabato corrisponde perfettamente alla strategia fissata alla viglia del Gran Premio di Germania. Nell’indecisione, Salvini prende in mano la situazione e, per non calare troppo di concentrazione, è sempre un rischio, torna a combattere e supera l’avversario diretto. Remes è alle spalle e siamo al termine del secondo giro. Avanti. Il Pilota dell’Jolly Enduro team si avvicina a grandi falcate a quella che può considerarsi una piccola, ma importante rivincita personale e di Franco Mayr. La riscossa di un talentuoso Pilota insieme a un talentuoso Team Manager.

Il colpo di scena. Neanche in Speciale, che magari sei più “tirato” e qualche rischio in più lo prendi sempre. Tutto succede nel trasferimento alla fine del giro e dopo il secondo Cross Test. A quel punto Alex potrebbe dormire tra due… guanciali, confortevolmente stretto al quarto posto tra Larrieu e Remes. Il controllo nel bosco è “tirato”, poco margine di tempo alla fine, ma Salvini ha già dimostrato di poterci stare dentro agevolmente. Il sentiero è stretto, un ramo si infila tra i cavi dell’iniezione e trancia tutto. La Husqvarna “quasi” Campione del Mondo è costretta a fermarsi.

Inizialmente Salvini pensa che il motore si sia spento perché stava andando troppo piano, sotto coppia. Ma il propulsore dell’Husqvarna non riparte. La mente immediatamente al relais fulminato in Francia, Salvini si accinge a togliere la sella quando vede i resti del ramo e i cavi tranciati. Angoscia, si mette al lavoro. Intanto entra in scena il mondo dell’Enduro, quello vero. Molti dei Piloti che passano si fermano. Qualcuno si dispiace, un altro suggerisce. Steve Holcombe, l’amico diventato avversario scende di sella e si mette al lavoro in aiuto dell’amico. L’avversario è dimenticato. Fino all’ultimo secondo utile, rischiando la penalità di ritardo al CO. Altri fanno lo stesso. Siamo oltre lo Sport. Siamo nell’Enduro.

Il lavoro è quasi ultimato, ma il tempo passa. Non ci siamo ancora, fulminato anche il fusibile che controlla l’impianto. Finalmente la Moto si avvia e il Pilota riparte.

Troppo tardi. Il fuori tempo massimo scende come la mannaia del boia sulla Gara del Pilota, sul Mondiale a un passo dal Titolo. Incredibilmente, improvvisamente allontanatosi fino all’infinito. Salvini è devastato. Vorrei vedere chi non lo sarebbe!

Eero Remes
Eero Remes

Eero Remes raccoglie il regalo dell’ultimo tuffo senza dire una parola. Non perché è abituato a parlare poco. Semplicemente questo genere di epilogo non se lo aspettava, e non è quello che rincorre un Pilota, un Pilota di Enduro soprattutto. Il terzo Titolo della carriera è meritato. Remes, rilanciato da TM, è, e resta uno dei più bravi.

Occasione perduta? No, Salvini è determinato: solo rimandata!

Steve Holcombe conquista sabato il doppio Titolo, il prestigioso EnduroGP, davanti a Freeman e Remes, due Beta sul tetto del Mondo, e l’alloro finale della E3 davanti a Danny McCanney e Christophe Nambotin, sorprendente accopiata Gas Gas. Il “collega” Brad Freeman, più giovane ma non meno tagliato dal punto di vista del talento, è iridato E1, ancora ovviamente Beta, davanti a Jamie McCanney e Antoine Basset. Delle vicende drammatiche della Enduro 2 abbiamo parlato, ma non abbiamo detto del secondo posto di Larrieu, anch’egli davanti a Salvini. La EJ “Italiana” aveva già premiato Matteo Cavallo, Beta Boano, in Francia. La finlandese Sara Karkkainen conquista il Titolo Mondiale femminile davanti alla Lancelot e alla Badia.

Ruy Barbosa, Husvarna, Team JET Zanardo, Mondiale Youth, è il riferimento di quella che poteva, doveva essere la stagione trionfale di Alex Salvini. Pazienza. Tornerà più forte e stupefacente.

Il Mondiale di Enduro 2018 finisce qui. L’anno prossimo che sarà? Cosa succederà in questo piccolo Mondo antico “dilaniato” dalla “guerra di secessione”? Sarà ancora l’EnduroGP del semi scenario mondiale? Non c’è dubbio, il WESS avanza e cerca continuamente di inserire nel suo bouquet quegli elementi che lo portino alla considerazione della Federazione anche in questo ambito. È guerra aperta, anche se nessuno dei contendenti lo ammette o lo da a vedere. Difficile pensare a una soluzione salomonica, piuttosto a un rinvio del “verdetto”. Nel frattempo forse ci guadagniamo noi, con due “Mondiali” che cercano di fare di bene in meglio.

Il podio. Sulla destra, un Alex Salvini sconfitto ma non piegato
Il podio. Sulla destra, un Alex Salvini sconfitto ma non piegato

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