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Valpaços, Portogallo, 5 Maggio 2019. Dopo la Germania se n’era avuto il sentore. Dopo il Portogallo si può averne certezza: il Mondiale di Enduro, o EnduroGP che più correttamente dir si voglia, è salito di tono e va acquistando una sua nuova, folgorante identità. Sarà che per far maturare le idee ci vuole il tempo, sarà che una certa aria di sfida non fa mai male agli ambienti e alle atmosfere in crescita. Forse al Mondiale di Enduro, di anno in anno sempre più tirato e di alto livello, ci si andava abituando, salvo poi rendersi conto che gli “enduristi” di oggi fanno cose che voi umani non riuscite neanche a immaginare, e in ogni caso oggi è in pieno rilancio (ammesso che lo si volesse considerare in una vera fase di stanca).
A Valpaços è andato in scena un Gran Premio con i fiocchi, che ha vissuto del sognato bel tempo italiano, caldo e secco in Portogallo, e fondamentalmente sulla guerra “fratricida” tra Steve Holcombe, l’Imperatore di Barnstaple, e Brad Freeman, il Principe Ribelle di Rugeley. E questa da tutta l’impressione di essere la novità di grande caratura del GP di Portogallo e del Mondiale in generale. Freeman ha dimostrato che il quattro volte Campione del Mondo può essere battuto. E per di più con… le sue stesse armi, o ad armi pari. È la fantastica congiuntura che porta in primo piano sullo stesso palcoscenico le Squadre Beta Factory di Fabrizio Dini e l’“alternativa” Beta Boano, in uno spettacolo di incredibile levatura tecnica interpretato nel battibecco da sogno tra due fuoriclasse della stessa scuola.
Holcombe aveva vinto la Gara del Sabato, dopo essersi imposto anche nel Super Test del Venerdì, e con quel successo netto, sei vittorie parziali e oltre venti secondi di margine finale su Freeman, sembrava aver chiarito che il trend stagionale non si sarebbe scostato troppo da quello delle precedenti stagioni. In questa ottica la risposta lapidaria di Freeman, vincitore la Domenica, è arrivata un po’ come un colpo di scena, anche se non è corretto dire che fosse del tutto inaspettata. Di straordinario c’è che il contesto dell’EnduroGP è ora straordinariamente compatto e combattivo, e vede almeno cinque-sei Piloti in grado, oggi e in futuro, di mettere il bastone… fra le ruote degli illustri duellanti. Magari sarà difficile che la metà di questi possa stare al passo dei battistrada, ma il risultato di giornata, ovvero lo spettacolo dell’Enduro, è assicurato. E poi, ecco il bello, sarà comunque tutta da vedere.
La “sconfitta” di Holcombe non può essere considerata un passo falso, ci mancherebbe che dopo tre vittorie al primo secondo posto uno venga lapidato, e l’avanzata di Freeman, che al contrario viene da un avvio contratto, è ancora tutta da verificare, ma è un fatto che il potenziale espresso dai due inglesi è, come direbbero gli spagnoli, tremendo, totale! Il vero peccato, se vogliamo dire la nostra da tifosi, è quello sfortunato “zero” dell’inizio di stagione di Alex Salvini, perché il bolognese faticherà, pur giurando che il suo è ancora status in ascesa, a recuperare il vantaggio concesso suo malgrado ad avversari così forti. Salvini torna dal Portogallo con due terzi posti che in assoluto sono una promessa, peraltro in parte da considerarsi già mantenuta se si guarda al risultato della E1, largamente dominata dall’asso italiano con una eloquente doppietta ai danni dell’ascendente collega Charlier, stessa Honda.
Del resto la battaglia delle E2 è in un certo senso l’unica alternativa spettacolare al senso unico delle Classi E1 ed E3 dominate… senza pietà da Freeman e Holcombe, rispettivamente, a punteggio pieno dopo quattro Prove. Freeman sta mettendo in seria difficoltà il “ricavato” di valore di Davide Guarneri e di Matteo Cavallo, che si alternano alle spalle dell’inglese, e Holcombe va riducendo alla frustrazione il pur fenomenale Daniel “Danny” McCanney, apparentemente “a muro” con quattro secondi posti.
Per riprendersi con il morale giusto bisogna volgere lo sguardo altrove. Ecco, dunque, la nuova doppietta di Andrea Verona, TM, mattatore della Junior e ancora una volta imprendibile dai vari Francisco, Ruprecht, Espinasse e Edmondson, ed ecco il secondo episodio della sorprendente stagione dello Youth neozelandese Hamish MacDonald, che non lascia un solo varco aperto agli Spanu o ai Pavone che siano.
Personalmente, continuo a trovare commovente e grandioso David Knight, TM, che, con la sua generosità istintiva e un po’ “naif”, altre volte sfortunatamente anche un po’ “pericolosa”, vince ancora nella Coppa del Mondo Open sacrificando a un ruolo da secondo protagonista il sempre talentuoso Andrea Belotti.
Archiviati Germania e Portogallo, il Mondiale si muove adesso verso il GP di Spagna, 10-12 Maggio, e Grecia, 14-16 Giugno in sostituzione del Corsica, ma… è già in grande movimento per il successivo Gran Premio d’Italia, 21-23 Giugno, che riporta in un colpo solo a Rovetta, dopo 4 anni di “astinenza”, Mondiale e Storia. La data italiana dell’EnduroGP, infatti, coincide con la celebrazione del centesimo anniversario del Moto Club Bergamo, e va da sé che la 43ma edizione delle Valli Bergamasche non potrà essere qualcosa che passa e va…