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Budapest, Ungheria, 2 Febbraio 2020. Si direbbe difficile che qualcuno possa andare a prendere William Joshua Bolt, in arte “Billy” nella sua corsa al primo Titolo di Campione del Mondiale SuperEnduro. Il pilota ufficiale Husqvarna Rockstar Energy, infatti, sembra tornato al massimo fulgore della sua forma, e modificarne la traiettoria vincente costruita in quattro delle cinque Prove del Campionato in corso sembra una vera e propria impresa.
Eppure quel “qualcuno” esiste, e risponde al nome di Tadeusz Blazusiak, in arte “Taddy”, fermo restando che anche tale Jonny Walker, ovviamente detto “Whisky”, è ancora alla portata del massimo risultato finale.
Ergo, la stagione dell’antico “indoor”, ora gestita dai Blanchard padre e figlio, è avvincente e incerta come non mai, e c’è da rimpiangere soltanto che non ci sia il Campione in carica, Colton Haaker, a difendere il Titolo. Quest’anno l’americano è senza dubbio il grande assente.
Comunque Super Enduro Forza 10. E nel duello ravvicinato Bolt-Blazusiak c’è uno spessore di contenuti che tiene altissimo anche il livello dello spettacolo.
A dire il vero all’origine delle emozioni ci sono le “rughe” della Gare e le caratteristiche dei due Piloti. Non simili. Vediamo quali. Bolt, un metro e novanta per 95 chili, dopo aver vinto la prima stagione del WESS ed aver passato buona parte di quella successiva per rimettersi da un brutto infortunio, sta cercando con successo di mettere da parte il furore giovanile che lo portava spesso all’errore. E Blazusiak, fisico smilzo e nervoso, rientrato da un lungo periodo sabbatico proprio il primo anno del WESS, una volta staccato il casco dal chiodo ha ricominciato, con immutati appetiti, e seminare il panico sulla scena dell’estremo e del Super Enduro.
Ancora. Billy mette al servizio di una enorme statura tecnica la forza progressiva dei crescendo della giovinezza, 23 anni scarsi, mentre Taddy, meno giovane con i suoi 36 anni, risulta spesso imprendibile per talento e grinta alle partenze e ad inizio stagione, ma è meno consistente nei finali, siano essi di gara o di campionato.
Che poi non è detto che le traiettorie “tattiche” dei due fuoriclasse non si incrocino in una simultanea, massima espressione proprio nel finale della stagione corrente che si preannuncia al calor rosso. E qui entra in scena la spettacolare incertezza del Super Enduro.
Il Gran Premio di Ungheria è un esempio abbastanza lampante, anche se le dinamiche non sono del tutto veritiere. Blazusiak ha fatto meglio di Bolt nella manche di apertura della Gara ungherese, vinta da Walker, e Bolt ha vinto le restanti due, tuttavia dopo essere caduto durante la prima. Il grande cambiamento tattico del britannico sta ora nel saper essere più paziente nel recupero e nel controllo della propria forza, mentre Blazusiak sa mettere a frutto l’esperienza micidiale di 6 mondiali vinti e concentrarla in guizzi di bravura praticamente inarrivabili.
Per completare il quadro, Bolt ha vinto in Polonia 1, Spagna e, oggi, Ungheria. Blazusiak ha risposto per le rime in Germania e è verosimile che sia determinato a “vendicare” la sconfitta di Polonia-Cracovia scatenando il suo caratteristico inferno in Polonia-Lodz, caso nel quale i diciotto punti che lo separano da Bolt potrebbero non essere sufficienti a contenerne la furia
Comunque, ci siamo. Il gran finale della corta e avvincente stagione del Super Enduro chiama a gran voce. L’anno scorso il Mondiale Super Enduro aveva chiuso il suo rush invernale a Bilbao, incoronando proprio nell’ultima manche Colton Haaker. Quest’anno, per la sua conclusione, la serie torna in Polonia, non a Cracovia dove è stata disputata la Gara di apertura del Campionato, bensì a Lodz. È più o meno casa di Taddy Blazusiak, che comunque tiene sempre nella massima considerazione la felicità dei suoi fans.