Sardegna Rally Race 2016: Pedrero domina, De Soultrait sbaglia

Sardegna Rally Race 2016: Pedrero domina, De Soultrait sbaglia
Il catalano prende la testa del rally, il rivale della Yamaha commette un errore di percorso assieme a Benavides
7 giugno 2016

Il livello del Rally-Raid si è alzato a dismisura, e sono gli dei della navigazione che oggi sfrecciano nel labirinto della costellazione del Goldentyre Sardegna Rally Race, alla ricerca del portale del sole. Ma attraverso i cancelli impietosi del Rally passa uno soltanto, il più veloce, il più intelligente e abile a districarsi tra le trappole del road book. Oggi, a un giorno dalla fine, il più forte è l’erculeo Juan Pedrero, il dio catalano che regala alla nuova era di Sherco un successo che è consacrazione della sua portentosa forza.

Anche non volendo, il richiamo all’epilogo epico dell’interminabile battaglia della PS dei Tacchi è inevitabile. È stato, infatti, un lunghissimo, tiratissimo confronto. Sette piloti, facilissimo l’assist che li definisce “magnifici”, volano sullo scenario del Supramonte dell’Ogliastra, tra nuvole basse e profumo di armidda, il timo selvatico che è l’essenza della macchia mediterranea e dell’Isola. Tre Marche: Sherco, KTM e Yamaha, per due spagnoli, Pedrero e Monleon, tre francesi, De Soultrait, Pain e Van Beveren, un italiano, Alessandro Botturi, e un Argentino, Kevin Benavides. Un “bouquet” stellare.

La speciale è lunga, contorta, troppo navigata per poter essere risolta di forza. Ci vuole l’azione paziente e controllata di un’intelligenza tattica in grado di dare ragione alla forza. Juan Pedrero parte per primo. Ha vinto la tappa precedente e questa è la “condanna”: aprire la pista, per sé e per gli altri che lo seguono, ad intervalli di partenza di 2 minuti. Nel confronto diretto tra Pedrero e De Soultrat è in ballo la leadership della corsa.

La prima parte della Speciale si conclude dopo settanta chilometri in corrispondenza del punto di assistenza volante, fine anche della Tappa Marathon del Rally di Bike Village. Padrero viaggia da solo in testa, De Soultrait non lo raggiunge, ma i due corrono virtualmente appaiati. Alla sosta di Semida i tempi di percorrenza coincidono perfettamente, al secondo. Nella seconda parte, azzerati i problemi eventualmente emersi durante le due frazioni marathon, il Rally riprende “democraticamente” uguale per tutti, e tocca ai Piloti e non più alle meccaniche fare la differenza. Il risultato, tuttavia, non cambia, perché Juan Pedrero si è trasformato, ha messo le ali. La sua avanzata è inarrestabile, “letale” per le velleità degli inseguitori.

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Al traguardo, posto nelle vicinanze di Tertenia, si celebra l’epilogo di una tappa stellare. Cinque piloti: Pedrero, Monleon, Van Beveren, De Soultrait e Banavides, “tagliano” nell’ordine, raccolti e ravvicinati in un fazzoletto di appena un minuto. L’impresa di Juan Pedrero è “titanica”, ha vinto nonostante l’handicap di apripista.

Subito dopo, il colpo di scena: due piloti del plotone dei battistrada vengono penalizzati. Le tracce dei loro percorsi, registrate, rivelano che per qualche centinaio di metri De Soultrait e Benavides hanno percorso una “variante”, ovviamente non autorizzata. La sanzione è un minuto per ogni waypoint “saltato”. Sono cinque note di road book, cinque minuti. Doccia fredda per i due piloti, nel frattempo tra i primi a complimentarsi per l’impresa di Pedrero, salito così al primo posto della classifica generale. Sicuro che la decisione, apparentemente ovvia, farà discutere.

Il Goldentyre Sardegna Rally Race cambia i nomi in testa alla corsa, ma non la fisionomia incerta e avvincente. Pedrero, a un giorno dalla fine, è in testa. Alle spalle del “Colosso”, Monleon e De Soultrait, praticamente appaiati a poco più di due minuti di distacco. Ancora in corsa, ma più indietro, Botturi e Pain.

Alla vigilia del gran finale la situazione è questa. De Soultrait è parzialmente scusato dal fatto che il tripmaster della sua Moto, il contachilometri, era guasto dall’inizio della tappa marathon. Pedrero racconta di dovere la vittoria e la leadership alle… gomme consumate, che gli hanno portato attenzione sul percorso e calma nella navigazione. L’impresa del campione iberico non è ridimensionata, anzi!

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Foto: APphotosport, Antonio Ammiragli, Andrea Belluschi, Niki Martinez, Paola Picone

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