WESS-18. Erzberg Hare Scramble. Enduro, Festa, Mondiale? Erzberg!

WESS-18. Erzberg Hare Scramble. Enduro, Festa, Mondiale? Erzberg!
La 24ma edizione dell’Erzberg Rodeo è una finestra aperta su un mondo a sé di gareggiare, organizzare, partecipare. È l’alchimia di una Gara di Enduro unica, un contesto ambientale impareggiabile, e di tanta buona volontà. Da parte di tutti
3 giugno 2018

Eisenerz, Austria, 3 Giugno 2018. A parte il fatto di scoprire che sono passati 24 anni da quando avevo deciso di seguire l’Erzberg Rodeo, era la prima volta e già mi pareva oltremodo interessante, appena arrivati a Eisenerz, ai piedi della Montagna di Ferro che ospita la Miniera Erzberg, che a sua volta è il “contenitore” icona dell’Enduro Estremo Erzberg Rodeo, la prima impressione è non meno… impressionante dei “timori”. Il piccolissimo comune minerario al centro dell’Austria diventa un punto cospicuo, per tre giorni è una Capitale e il waypoint di riferimento di una mèta di pellegrinaggio collettivo. A fondo Motociclistico. Una moltitudine indescrivibile, proprio perché oceanica, di “pellegrini”, votati, consacrati, dedicati all’Enduro e alla festa che ne rappresenta il massimo riferimento dell’Estremo. Lasciamo stare i giudizi, spesso troppo personali per riflettere la verità quando si tratta di eventi emotivi forti, un unico, primo dato per capire perché l’Erzberg Hare Scramble eccelle e surclassa tutti gli altri. L’affluenza. 1.800 Piloti iscritti in un batter di… click, 25-30.000 spettatori “attivi” durante i tre giorni della festa non-stop, personaggi in giro per l’immenso “parterre”, manifestazioni collaterali e di contorno, occasioni a raffica per un appuntamento lungo un week end senza possibilità di scampo.

Abbiamo, dunque, tre giorni per capire. Non c’è ressa, non un eccesso, pochissime regole, sportive, civili, di partecipazione all’Evento. L’Erzberg Rodeo scorre fluido, pacifico e imponente, avvincente, endovenosamente appassionante.

Arrivano da tutta l’Europa, da tutto il Mondo. Moltissimi dalla Germania e tutti gli austriaci. Quando aprono le iscrizioni alla Gara, quest’anno alla ventiquattresima edizione, il serve internet va in ebollizione, l’accesso diventa critico. Dopo qualche ora appena il tetto è raggiunto, 1.800 entries, e le registrazioni chiudono. Fatto! Molti resteranno fuori, ci riproveranno l’anno successivo. Poco tempo per riflettere, nessuno per essere indecisi. Molti si iscrivono senza ancora essere sicuri di partecipare, senza neanche consultare l’agenda. Una parte di questi, poi, non andrà all’Erzberg bloccata da altri impegni, altri si sono iscritti solo per il pettorale, il numero di gara, la credenziale di partecipazione, diciamo di affiliazione a un evento di cui conserveranno il “certificato” di adesione come un ricordo importante.

Noi arriviamo ad Eisenerz il venerdì pomeriggio, tardi. Mr. Franco e io, Equipaggio vincente e indistruttibile delle grandi occasioni. Abbiamo tutto a bordo, tende, sacchi a pelo, acqua. L’Ezrberg deve essere vissuto così, e non saremmo certo noi a tirarci indietro. Barba, shampo (non io) e doccia rimandati a domenica notte, magari in un’area di servizio. Scoperto e raggiunto il “pueblito”, il traffico è bloccato. L’ingresso al villaggio che in condizioni “normali” neanche avremmo notato è sbarrato da un campion messo di traverso. È un Man 6x6 con le insegne della Dakar e di Red Bull. Pensiamo a un incidente, chiediamo a un poliziotto. No, non è un incidente, è la “Tempesta su Eisenerz”. Vedi che è successo qualcosa? Mi dico.

 

No, non è successo niente di calamitoso, nessun disastro naturale. La “Tempesta su Eisenerz” è il convoglio libero degli iscritti all’Erzberg Rodeo, l’”orda” che scende a valle dalla miniera e ha un salvacondotto di un’ora per scatenare l’inferno tra le vie e le piazzette della cittadina. La parata è suggestiva e rumorosa, scenografica. Ognuno la interpreta come meglio crede, liberando la fantasia e “creando” la messinscena del proprio, indimenticabile passaggio. Per più di un’ora passano non solo Motociclette, anche le ambulanze, le macchine degli organizzatori, monopattini e slitte trainate dalle Moto. Un corso mascherato sui generis, naturalmente, fortemente caratterizzato dal tema. L’Enduro Estremo dell’Erzberg.

La miniera dell’Erzberg, a cielo aperto, enorme bacino a gradoni scavato sull’omonima Montagna di Ferro, è chiusa. Tutti gli anni l’attività si ferma per una settimana per ospitare l’Evento. Il lavoro si ferma, la produttività pure, e così l’area deve essere affittata agli organizzatori dell’Erzberg Hare Scramble per recuperare almeno una parte del mancato guadagno. L’accordo, avviato su base amichevole in un momento critico per la miniera, 24 anni fa, oggi sottintende un rapporto più strutturato e complesso, che coinvolge anche l’amministrazione locale del piccolo comune. Anche per questo si paga il biglietto, all’Erzberg. L’accordo si rinnova anno dopo anno, il vantaggio è che tutte le parti vogliono arrivare al patto di… ferro, perché la Gara è immagine, nome, pubblicità per tutti. Ed è la più grande manifestazione austriaca per “adunata”, orgoglio e attaccamento di tutti, qui attorno e oltre.

Quest’anno l’Erzberg Hare Scramble entra nel circuito del WESS, il World Enduro Super Series che si è proposto di dare la scossa al Mondiale di Enduro e di mandare in scena qualcosa, nello specifico un circuito di Gare, che lo rappresenti meglio e più degnamente. Il messaggio forte è lanciato a un maggior numero di interlocutori e vuole richiamare più attenzione e curiosi, ravvivando la passione per la disciplina che non attraversa certamente il suo momento d’oro.

Singolarmente, dopo la “Tempesta”, dal punto di vista agonistico e nei due giorni che precedono la Domenica di Ferro, non succede molto, anzi. Due volte un prologo di dieci-dodici minuti e that’s it. Il prologo, in doppia esecuzione, serve per “scremare”. Dei 1500 presenti, infatti, solo 500 saranno autorizzati a prendere il via della Gara vera e propria. Con il doppio prologo-qualifica, effettivo per somma dei tempi, si stabilisce in maniera attendibile lo schieramento di partenza, che nello specifico è per linee, “onde” successive nella spianata a valle della Miniera. D’altra parte, per far partire per due volte i 1500 “Scriteriati dell’Estremo” ci vogliono due intere giornate. Il resto è festa, attorno, sopra e sotto, di giorno e, soprattutto, di notte. L’organizzazione è perfetta. Stand, punti di ristoro, negozi, botteghe e furgoncini di tutti i tipi, postazioni pubblicitarie, villaggi vip e media, guide turistiche, tour in SSV, sui poderosi, immensi camion movimento terra della miniera e in elicottero a volo d’angelo sull’area dell’inferno estremo. I servizi sono impeccabili, immaginate “servire” diecine di migliaia di persone, parcheggi, navette, sicurezza, igiene, informazioni, sanità, ristorazione funziona tutto alla perfezione. La notte è lunga, e “liquida”. Soprattutto birra. A fiumi. Medie impressionanti. Anche senza andare troppo lontani con i numeri, solo nell’area a noi più vicina, qualche amico, conoscente, team, la media è di sette birre a notte. Ah, lattine da mezzo litro. A notte, la notte inondata di musica e di ballo, disco, di appostamenti, di grandissimi affiatamento e vicinanza. Fiesta e amicizia. Perfetto. L’alchimia dell’Erzberg ha un effetto straordinario, contagioso, l’amalgama che si crea è il miracolo della società ideale. Per tre giorni, certo, ma è già un record invidiabile. WESS e Organizzatore storico dell’Erzberg, l’Associazione Austriaca Motorsport (MSA) del mitico Karl Katoch vanno a braccetto come vecchi coniugi, eterni amici.

All’Eerzberg si incontrano tutti. Da Stephane Peterhansel che è venuto in Austria far vedere la Peugeot 3008 DKR Maxi che ha vinto la Dakar al vincitore in Moto Mathias Walkner (che prende il via della Corsa con la KTM Detentrice), ma anche intere generazioni di Dakariani. La prima edizione dell’Erzberg Hare Scramble l’ha vinta Alfie Cox. Incontriamo il leggendario sudafricano per le “vie” dell’Erzberg, abbracci all’infinito. I “Kini”, i Kinigadner che sono il monumento del Fuoristrada in Austria sono rappresentati al completo. Heinz, Klaus, Hannes. Pelle d’oca, sì, abbiamo una certa età ma trent’anni di Gente straordinaria, cuori grandi così, intelligenze sovrumane. Piloti eccezionali! Incontriamo uno dei primi Direttori del Marketing di KTM, poi Direttore Sportivo, Capo di una missione Dakar, naturalmente vittoriosa. È Winfried Kershhagl. Altri abbracci. Ricordi indistruttibili di grandi avventure. Scopriamo che è lui l’ideatore del WESS.

Cody Webb
Cody Webb
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Successo garantito. Non si sbaglia.

Ah, sì. C’è anche una Gara. Ne riparliamo un’altra volta, subito, d’accordo? Il prologo lo ha vinto Colton Haaker, davanti a Mathias Walkner e Josep Garcia.

Due notiziaccie. Alfredo Gomez, il Campione in carica dell’Erzberg, non difenderà il suo primato, il ginocchio non è ancora a posto, e Cody Webb si è fatto male nei primo minuti del prologo. Assisterà alla televisione. In tutto, si sono schierati al via del Prologo 1543 Piloti, un centinaio di italiani. 500 i “filtrati”, compreso un terzo circa degli italiani. Pronti per il via. Bellissimo!

Da Eisenerz è tutto, ma solo per il momento. Grazie.

Foto: Future7Media, Husqvarna USA

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