BETA Enduro RR 4T

Ad un anno dall’ingresso nel mercato dell’enduro, Beta ripropone la sua gamma di fuoristrada in veste 2006
20 aprile 2005

Alla prima presa di contatto si nota subito che la ditta Fiorentina è rimasta fedele al principio e alla filosofia che la contraddistingue, ovvero serietà e semplicità, ma allo stesso tempo si percepisce che, “le rosse nostrane”, sono profondamente migliorate dal punto di vista dei particolari e dell’affidabilità.
Beta infatti ribadisce il concetto di divertimento, secondo il quale una moto deve prima di tutto entusiasmare, essere semplice da gestire e non essere necessariamente impostata a ricercare la massima prestazione possibile, anche se comunque l’aspetto competitivo non viene trascurato. 

Profondamente migliorate dal punto di vista dei particolari e dell’affidabilità

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I numerosi test infatti, effettuati dai piloti Jarno Boano, Jari Mattila e Maurizio Magherini nel corso della stagione di Campionato del Mondo ed Italiano, hanno permesso di collaudare per bene le RR Enduro e fornire tutte le informazioni necessarie per migliorare la gamma 2006.

Per toccare con mano questi progressi dichiarati, Beta, in collaborazione con il Motoclub Bosisio Parini, ha allestito per l’occasione un tracciato enduristico all’interno del rinomato circuito da cross e ci ha messo a disposizione per l’intera giornata la flotta rossa.
Montando in sella alle nuove RR appaiono evidenti già dai primi metri alcune caratteristiche comuni all’intera gamma, come la notevole sensazione di stabilità e di comportamento neutro da parte del telaio e del complesso ammortizzante, la grande trazione e forza che, tranne il 250 4T sprigionano i motori e non da ultimo, la minuziosa ricerca della qualità anche nei particolari.
Dal punto di vista ciclistico la posizione in sella appare ottimale, il nuovo attacco del manubrio permette di adattare la sua altezza alle necessità del pilota, la sella è bella piatta e slanciata, le pedane sono larghe e l’azionamento delle leve del cambio e del freno è tutt’altro che impegnativo. L’ingombro in larghezza non crea dei problemi nella guida e anche se nella zona serbatoio risulta meno snella delle concorrenti non si avverte alcuna differenza in ordine di marcia. Il computer di bordo retroilluminato è ben dettagliato e tutti i pulsanti di messa in moto (ora dotato del consenso del freno per un’aumentata sicurezza) e comando luci sono facili da azionare e da gestire. Pensate, è stato perfino sostituito il rubinetto della benzina che ora è più piccolo e maneggevole.
La forcella Marzocchi da 45 mm. ed il monoammortizzatore posteriore pluriregolabile, sempre munito di leveraggi, sono stati rivisti nelle tarature per aumentare il “friendly feeling” e la trazione sui fondi viscidi e sconnessi.

Dal punto di vista ciclistico la posizione in sella appare ottimale
Dal punto di vista ciclistico la posizione in sella appare ottimale

Da non dimenticare l’impianto freni per il quale Beta si è rivolta a dei fornitori esterni per cercare la massima affidabilità e pari prestazioni. Viene infatti adottata la tecnologia dei dischi Wave. All’anteriore viene utilizzato un disco flottante da 255 mm di diametro, al posteriore uno fisso da 240 mm, abbinati rispettivamente ad una pinza a doppio pistoncino ed una a pistoncino singolo.

Ma analizziamo più da vicino ogni singolo esemplare:

RR 250 4T
La più piccolina delle quattro risente notevolmente della mancanza di un motore allineato alla concorrenza. Ai bassi regimi tende quasi a morire richiamando continuamente una marcia più bassa. Una volta presi i giri però denota una certa ripresa e quando gli viene tirato un po’ il collo non esita a sprigionare tutta la potenza che può. L’interasse leggermente inferiore rispetto alle sorelle maggiori consente all’avantreno di essere decisamente più leggero e maneggevole, i cambi di traettoria sono molto più immediati e la sensazione di sottosterzo è meno evidente. Le sospensioni sono adatte alle sue caratteristiche e alle velocità che si riescono ad ottenere con una moto di piccola cilindrata e sono efficaci sia sui tratti bucati sia nelle situazioni più enduristiche come una sassaia o un sottobosco.

RR 400 4T
E’ l’unica tra tutte che abbiamo già provato in versione ’05, e proprio per questo è quella che ci conferma che di lavoro ne è stato fatto tanto.
La 400 rimane in termini di cavalleria molto vicina alla blasonata 450, ma gode di caratteristiche molto differenti. La nuova mappatura della centralina digitale e la nuova taratura del carburatore l’hanno resa ancora più lineare e progressiva nell’erogazione della potenza. Ai bassi regimi risulta quasi elettrica e una manciata di gas di troppo, magari data anche per errore, non spaventa affatto. Ai medi alti il motore sornione si sveglia e credo che la differenza di prestazioni rispetto alla 450 è davvero quasi impercettibile.
L’impostazione dell’assetto, a mio avviso uguale al 2005, provoca sempre una sensazione di pesantezza sull’anteriore e questo, da una parte genera negli inserimenti in curva situazioni di sottosterzo, ma d’altra parte, fa in modo che la RR risulti decisamente stabile sul veloce e sullo sconnesso così come nelle situazioni di mulattiera. Il cannotto parecchio aperto quindi rende sì la moto poco agile nei cambi di traettoria, ma la rende anche molto meno “ballerina” sul brutto. Le nuove tarature infine migliorano il feeling e la confidenza con il mezzo.

RR 450 4T
La 450 è decisamente quella che tra tutte gode di un’impostazione più racing. Il lieve incremento di cilindrata rispetto alla 400 lo si avverte soprattutto ai bassi regimi. Questa versione è molto più pronta e scattante e permette una giuda più aggressiva anche se, allo stesso tempo, impegna decisamente il fisico del pilota. Più si sale di giri e più si denota la coppia muscolosa che grazie alla sua omogeneità permette di non sprecare cavalli in giro e di poterli scaricare tutti a terra. L’inerzia del motore grava leggermente sull’anteriore che, anche in questo caso, risulta pesante e poco propenso a spostamenti veloci. Le sospensioni funzionano bene, ma sono risultate un po’ molli per il circuito su cui abbiamo provato. In linea di massima copiano bene le asperità del terreno, ma a volte trasmettono una sensazione di molleggiamento poco piacevole.

RR 525 4T
La più potente della gamma. Questa 525 è una vera arma segreta. Le sovrastrutture sono le stesse, gli ingombri sono gli stessi, il peso è sostanzialmente lo stesso, ma la potenza è decisamente superiore e questo, a mio avviso, cambia notevolmente tutto il comportamento della moto. Alla sola apertura delle manopola si avverte un tiro impressionante ed in poco tempo si sta già andando forte. Il vigore ai bassi e medi regimi in questo caso elimina quasi totalmente il senso di pesantezza dell’avantreno, ed anche l’inerzia del motore è molto al di sotto delle aspettative per una moto di questa cilindrata. Agli alti è quasi inutilizzabile se si vuole avere ancora un senso di direzione e quindi è poco giudicabile. Il vantaggio di questo mezzo è proprio nel fatto che con un filo di gas, se non a volte anche al minimo, si riescono ad affrontare e superare difficoltà notevoli con grande semplicità. Anche in questo caso le sospensioni mi sono sembrate troppo “molleggiate”, ma si tratta sempre di gusto personale e taratura anche da sistemare con semplici click.

Possiamo concludere affermando che Beta è entrata nel migliore dei modi nel mondo dell’enduro e a poco più di un anno dal suo esordio, ripropone una moto completamente rivista della già nuovissima versione 2005. Tutto ciò conferma la volontà di Beta di essere sempre in continuo sviluppo e crescita con il conforto dei costanti miglioramenti nei risultati internazionali.

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  • Prezzo 7.850 €
  • Cilindrata 250 cc
  • Peso 117 kg
  • Sella 940 mm
  • Serbatoio 9 lt
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