Almeno una volta nella vostra esperienza da motociclisti vi sarete sicuramente chiesti come sarebbe vivere l’esperienza di partecipare ad una competizione, chi per orgoglio personale, chi per sfida contro l’amico sborone, chi per curiosità e chi ancora, per il semplice gusto di provare qualcosa di nuovo.
Nel mio piccolo, quando sono stato pilota di enduro, ho avuto la grande fortuna di viaggiare molto, visitare posti dove nessun viaggio organizzato mi avrebbe mai portato, solcare monti e strade dove pochi altri hanno avuto l’opportunità di passare e tutto questo durante diversi anni di gare, mi hanno lasciato un segno indelebile nel cuore. Oggi però, che la mia principale dislocazione risiede dietro ad un schermo del pc, ricordo con nostalgia e desiderio, le avventure dei posti scoperti e delle esperienze vissute.
Al contrario di come interpretavo le cose in passato però, dove ogni uscita in moto era in funzione di certi risultati ed obiettivi da raggiungere, ora ricerco, per quanto possibile, che ogni uscita mi porti a conoscere nuove interpretazioni del mondo delle due ruote, non solo per gusto personale, ma in particolar modo per il sapore che ne deriva dal raccontarle e condividerle con chi gode della medesima passione.
Ciak si parte!
Ed eccomi qui a raccontarvi di questa ultima avventura, vissuta lo scorso weekend, nella quale grazie alla grande disponibilità di Beta Motor ed al Dirt Racing team, capitanato dal Sig. Machetti onnipresente sui campi gara del Campionato Italiano Motorally, ho potuto disporre di una nuova e fiammante Beta RR 450 2011, super kittata e pronta per la prima tappa del Campionato. Moto, assistenza, carte e logistica tutto già predisposto, unico impegno quello di ricordarmi l’abbigliamento tecnico necessario (fatto) e gli orari ai controlli orari, sono stati solo alcuni dei punti di forza che mi hanno catapultato in un’occasione che mai nella vita avrei potuto perdere!
Rito satanico
Da sempre scettico sulla “guida navigata” e sulla tribù dei roadbookiani, molto più incline alle classiche frecce dei circuiti dell’enduro, ho incontrato fin da subito un’ambiente totalmente diverso, dove in realtà la classifica di fine giornata appare quasi di contorno al puro divertimento, anziché al contrario come accade nelle altre specialità. L’assenza di prove speciali da visitare a piedi i giorni antecedenti la gara come quella della mancanza del parco chiuso, rendono il sabato decisamente più semplice da gestire, tanto che chi, come me ha impegni anche nel fine settimana piò tranquillamente permettersi di arrivare nel primo pomeriggio, senza perdersi nulla di importante. Resta dunque il tempo necessario per le operazioni preliminari, le verifiche tecniche e, per chi ha la fortuna di aver scelto una Beta, godersi sotto il tendone ufficiale in rinomato aperitivo toscano. Rito serale è certamente la consegna dei rotolini dannati, senza la quale pare non si riesca a fare nemmeno un chilometro…”vedremo disse il cieco, e non vide nulla” rimane il mio pensiero costante…Ma la consegna non è a sola cosa a destarmi preoccupazione, perché noto con stupore che tutti i vicini hanno già messo mano al proprio astuccio e con 3 – 4 colori sono, in men che non si dica, alla nota quaranta a sottolineare, curve, segnalazioni, pericoli e quant’altro. Io, alla nota 40 ci arrivo circa a mezzanotte dopodiché decido che correre “in bianco e nero” va bene lo stesso, visto e considerato che le note sono più di 450!
Mi serve il copilota
Partenza ore 9:50 e fin qui tutto ok. Navigazione idem, per i primi 5 km senza bivi. Affronto anche una piccola prova speciale fettucciata, un poco impacciato non essendo abituato a guidare con tutta la strumentazione a bordo. Appena entro nel sottobosco e guido “impegnato” però, tutti i nodi vengono al pettine. Guidare, cambiare, leggere, avanzare il roadbook, controllare il trip, correggere, cambiare nota, mi fanno in poco tempo andare in pallone completo. Iniziamo bene!..figuriamoci alla prima prova speciale!
Termino la giornata in sesta posizione della 450 4T, decisamente soddisfatto della prestazione ottenuta, ma molto di più, grazie a Beta, per aver provato e scoperto un mondo a me fino ad oggi ignoto, degno della giusta attenzione e che assolutamente consiglio di provare a tutti coloro che hanno una fuoristrada posteggiata in garage
Da come ricordavo la RR testata lo scorso anno, il giro mi conferma i suoi punti di forza, ovvero l’erogazione oltremodo elastica che riesce ad essere performante sia ai bassi regimi, utili a sfruttare la miglior trazione possibile nei tratti impegnativi, che agli alti, dove la capacità di andare oltre le righe permette, in diversi casi, di poter insistere sulla stessa marcia senza perdere tempo nella cambiata.. Ne deriva una facilità d’uso che permette di poterne trarre un grande vantaggio, sia dal punto di vista della maneggevolezza che prestazionale. La RR450 è e si conferma dunque performante sotto ogni punto di vista, potente e scattante in ogni situazione, ma altrettanto impegnativa da gestire quando la si vuole portare al limite. Nota di considerazione per il reparto sospensioni, secondo me eccessivamente morbido all’anteriore cosa che in alcuni casi ha messo in crisi l’assetto generale.
Uno dei pochi vantaggi di partire nelle retrovie in una giornata di pioggia e fango, quello di ricercare, in alcune occasioni, conferma nelle tracce, tanto da fare quasi invidia ad un bracco tedesco alla ricerca del fagiano abbattuto. Dopo aver imprecato qualche volta ed odiato profondamente il tracciatore, scopro magicamente che non è stato lui ad aver sbagliato le note, come inizialmente credevo con convinzione, bensì io la strada. Resettato, avvolto e rimesso in carreggiata, giungo già stremato alla prima prova speciale che recita: 12 km di note per un totale di oltre 40 minuti di test cronometrato..robe dell’altro mondo! In realtà non riscontro grossi ostacoli o problematiche tecniche a livello di guida, il grado di difficoltà infatti è adatto alla maggior parte dei motociclisti, anche ai meno esperti, ciò che fa la differenza diventa sostanzialmente la capacità di interpretare con velocità e precisione le note, e guidare con ritmo e costanza per tutta la durata del crono. L’impegno diventa quindi duplice perché non solo è fondamentale guidare con attenzione ed in attacco, ma è altrettanto necessario mantenere la dovuta tranquillità e lucidità per analizzare costantemente i bivi, le note, le tracce ed il trip. Alla fine della PS giungo particolarmente stremato, molto più di testa che di gambe. Da li un bel trasferimento fino ad arrivare all’assistenza, dove non solo si fa benzina a pilota e moto, ma è necessario cambiare il roadbook per la seconda parte del giro.
La fortuna del principiante
Capito il meccanismo, mi sento pronto al riscatto e navigo con una certa tranquillità, prima fino al fettucciato (lo stesso del primo giro) e poi per oltre 70 km fino ad arrivare alla successiva e conclusiva speciale in linea. Scopro in questo tratto la vera forza di questa specialità: sebbene le condizioni meteo fossero davvero impedienti, poter visitare e solcare le strade che ho percorso durante la gara, sono sensazioni difficili da descrivere. I classici stradoni di ghiaia bianca, affiancati in maniera regolare da filari di cipressi pronti al risveglio primaverile, che uniscono un nucleo di cascine storiche all’altro, ognuno più incantevole del precedente, esaltano ancora di più il piacere di stare in sella.
Arrivo dunque alla prova finale, di poco più corta della precedente, ma alquanto più impegnativa in quanto sviluppata sulle medesime strade della prima, cosa che, tanto per semplificare, aiutava a confondere ancora di più le idee. Abbastanza provato dalla prima, mi lancio con determinazione anche in questa e solo grazie a qualche santo protettore, ne esco indenne: incroci multipli, strade infangate già percorse nel giro mattutino, concorrenti fermi in prova e controlli timbri nascosti, per qualche motivo a me non ancora noto, non ostacolano la mia corsa all’arrivo che giunge abbastanza indolore. Scopro poi che il grande colpo di fortuna nel centrare l’ultimo controllo timbro, mi porta ad essere uno dei pochi partecipanti a non prendere la penalità di un’ora prevista da regolamento.
Reality è meglio che HD
Termino la giornata in sesta posizione della 450 4T, decisamente soddisfatto della prestazione ottenuta, ma molto di più, grazie a Beta, per aver provato e scoperto un mondo a me fino ad oggi ignoto, degno della giusta attenzione e che assolutamente consiglio di provare a tutti coloro che hanno una fuoristrada posteggiata in garage. Non ci sono infatti scuse che tengano, qualsiasi moto essa sia, perché è documentato che possono correre e vincere, dai cinquantini alle Africa Twin.
Non vi resta che dar dentro il vostro televisore LCD in cambio di quello da montare al manubrio, perché, questo ve lo posso garantire, potrete vivere delle emozioni talmente belle ed intense che nessun HD potrà mai avvicinarsi per definizione.
Sono stati utilizzati
Casco Premier Occhiali Pro Grip Maglia Pivesso Pantaloni Pivesso Guanti Progrip Stivali Alpinestars Tech 10
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